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LA SESTA TROMBA DELL'APOCALISSE: LA GRANDE FUGA

Il sesto angelo suonò la tromba... Furono sciolti i quattro angeli
 pronti per sterminare un terzo dell'umanità (Ap. 9, 13-15)
Quando, esattamente due mesi fa, ho cominciato con 'sta manfrina dell'Apocalisse (cfr. "L'Apocalisse è qui, e non abbiamo niente da metterci") i più hanno pensato che mi fossi definitivamente bevuto il cervello.
E invece eccoci qui. Ieri la Regione ha annunciato che uscirà dalle Fondazioni culturali. La notizia è su tutti i giornali. Commentata con moderata preoccupazione. Se la Regione esce dai CdA delle Fondazioni culturali, significa che i soldi non sono più garantiti. Chiamparino dice il contrario, proclama che i finanziamenti arriveranno comunque tramite accordi e convenzioni.
Balle.
Magari in buona fede e con le migliori intenzioni. Però balle.
Perché se tu sei socio di una Fondazione sei obbligato a ripianarne il bilancio. Se non sei socio, i soldi li dai se e quando ci sono. Altrimenti nisba.

Parole parole parole...

D'altra parte, perché mai dovrebbe scatenare un tale casino, il Chiampa, per una questione di principio? "Un conto è il ruolo di indirizzo della Regione, un conto è quello gestionale - ha dichiarato ieri il Chiampa per spiegare la decisione di darsela a gambe levate. - Noi puntiamo sempre più a un ruolo di programmazione. E' necessario distinguere le funzioni. Mettiamo fine al regime di gestione consociativa tra Regione e Comune". Voi ci capite qualcosa, in questo sproloquio? No, vero? Per il semplice motivo che non c'è niente da capire. L'unica cosa chiara è che nel 2015 la Regione avrà a disposizione circa 200 milioni in meno, e diminuirà di 80-90 milioni i trasferimenti al Comune. In parole povere, tagli sanguinosi per tutti. La cultura avrà il 35 per cento in meno dalla Regione. Capito perché la Parigi si rifiutava di prendere impegni al buio?
Fantastico, direte voi. E come ne usciamo? Questa è facile. Non ne usciamo. Passiamo al piano B: si salvi chi può.
Come vi avevo detto.

La strage degli eccellenti

Quali sono le Fondazioni culturali coinvolte nell'Apocalisse? Tutte. Castello di Rivoli, Teatro Regio, Teatro Stabile, Museo del Cinema, Salone del Libro, eccetera eccetera. Insomma, le famose eccellenze. Nel momento in cui la Regione se ne va, ritira il capitale sociale e taglia i finanziamenti, sono morte. E la Regione lo farà. Perdio se lo farà. Non ha scelta.
Nota bene: se qualcuno ancora pensa che le fondazioni bancarie salveranno la baracca, può andare a Lourdes: con le nuove norme imposte dal governo, avranno meno soldi da spendere, quindi toglietevelo dalla testa. Dalle fondazioni bancarie non potete aspettarvi nessuna salvezza. Al massimo cure compassionevoli.

Un'Apocalisse seria

Pensate che sia tutto qui? E no, carini. Questa è un'Apocalisse seria. "In un solo giorno verranno questi flagelli: morte, lutto e fame" (Ap. 18, 8). Il disastro si estenderà. Il Comune, a sua volta affamato, rinuncerà (credetemi, è così) a entrare come socio nel Circolo dei Lettori e nella Reggia di Venaria, dove finora paga soltanto la Regione. Per entrare il Comune dovrebbe versare la sua quota: ma non ha i soldi per farlo, e dopo il penoso scioglimento della vicenda del Borgo Medievale nessuno crede più alla fanfeluca dei "mattoni". Quindi Venaria e Circolo non possono contare su denaro fresco. E i contributi regionali sono a rischio.Voi siete ragazzetti svegli: ditemi allora, se putacaso questi qui perdono il 35 per cento dell'attuale contributo regionale, come vivono? Con i famosi sponsor privati? Ma mi faccia il piacere! (cit. Totò).
E vi risparmio il marasma di Venaria, dove non riescono a trovare uno straccio di mattocchio disposto a fare il presidente. Ti credo: non becchi un centesimo, ti fai carico di ogni grana, e se qualcosa va storto paghi di tasca tua. Perché credete che Nespolo se la sia squagliata dal Museo del Cinema?
Vabbé, tanto quella di Venaria è un'altra storiaccia deprecabile che finirà malissimo.
P.S. Ah, scusate, quasi quasi me lo scordavo: dimenticatevi la Superfondazione.

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