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ART BONUS O ART MALUS? UN'ESPERIENZA SCORAGGIANTE

Venerdì scorso su TorinoSette ho scritto un articolino sull'art bonus. Cioé, ho riferito di un incontro sull'art bonus che si è tenuto al Circolo dei Lettori. Ieri mi arriva una mail da un signore che mi racconta una sua personale esperienza in materia, tutt'altro che positiva. Dato che al Circolo c'erano ben quattro signore-politiche (la sottosegretaria per la Cultura Ilaria Borletti Buitoni, la vicepresidente della Commissione cultura della Camera Flavia Nardelli Piccoli, la deputata Pd Silvia Fregolent e l'assessore regionale alla Cultura Antonella Parigi) che mi sembravano bene intenzionate a far funzionare l'art bonus, io pubblico la lettera del signore scontento e gliela twitto. Magari serve per migliorare il meccanismo. O magari no. Io comunque ci provo. Se non altro, possono dirlo al ministro per caso, che è tanto trullero perché l'art bonus piace a New York. Un po' meno a Ivrea, a giudicare da quel che scrive il signor Alberto Pichi, autore della lettera...
Affresco riscoperto durante i restauri in S. Grato

La lettera: Art bonus: ci ho provato ma è andata a buca

Gentile dott. Ferraris,

leggo sul TO 7 di oggi la sua cronaca dell’incontro tenuto al Circolo dei lettori sull’art bonus. Non abito a Torino e non sapevo dell’incontro, cui avrei partecipato volentieri per portare la mia piccola (e sconfortante) esperienza in materia. La mia chiesa parrocchiale (S. Grato in Ivrea) è l’unica della città completamente affrescata ed ha dovuto sostenere rilevanti e costosi restauri, gli ultimi dei quali pagati nel 2014 anche grazie ad una sottoscrizione tra i parrocchiani, effettuata tramite i rituali bonifici bancari. Il tentativo di usufruire dell’ART Act e quindi dei connessi benefici fiscali è però miseramente fallito: sia la Soprintendenza di Torino che l’Ufficio consulenza fiscale del Ministero Beni Culturali, hanno infatti concluso (dopo mesi di consultazione telefoniche via e.mail) che tali  benefici sarebbero previsti solo per “beni pubblici”. La Parrocchia, ancorché per questa materia operi sotto la vigilanza della Soprintendenza, che impone suoi standard di restauro e imprese da lei certificate, non riconosce ad un bene “esposto al pubblico”, ma non demaniale, la connotazione di bene pubblico …. Del resto il Ministero, a un anno di distanza dalla pubblicazione della legge, non ha ancora trovato il tempo per emanare una Circolare applicativa, mentre  quella in merito  alla legge 31.05.2014,  emanata  tempestivamente (31.07.2014)  dall’Agenzia delle Entrate, che parrebbe possibilista nella fattispecie che ci riguarda, non è considerata “applicabile”  , né dal citato Ufficio dei Beni Culturali , né dalla Soprintendenza di Torino….

In buona sostanza, per accedere non al credito di imposta del 65%, ma al meno attraente regime del 24 %,  ciascuno dei singoli donatori ha dovuto sottostare al seguente iter:

-        Sottoscrivere una Convenzione con la Parrocchia, che è stata notificata alla Soprintendenza Regionale.

-        Quest’ultima  ha autorizzato la Parrocchia ad effettuare i lavori (già completati da un anno) ed ha approvato il relativo preventivo di spesa, autorizzando contestualmente  la raccolta di contributi economici.

-        A ciascun donatore la Soprintendenza ha  inviato o invierà una “autorizzazione alla donazione.

-        La parrocchia ha  rilasciato a ciascun donatore una ricevuta (ancorché abbia ricevuto la donazione a mezzo bonifico);

-        La parrocchia invia alla Soprintendenza copia delle fatture pagate e quietanze dei pagamenti effettuati , nonché copia delle ricevute rilasciate ai donatori, la distinta della donazioni ricevute e copia del verbale di conclusione dei lavori ….

No comment!  Se è così che si incoraggiano le donazioni dei privati per la tutela del patrimonio artistico nazionale …

Alberto Pichi - Ivrea
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