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"LE DIMISSIONI VOLONTARIE DI VERGNANO" E ALTRE FIABE DELLA BUONA NOTTE (RELOADED)

Una scena di "Prova d'orchestra" di Federico Fellini. Prossimamente su questi schermi
La notizia la sapete già: come ampiamente preannunciato, Walter Vergnano lascia con un anno d'anticipo la carica di sovrintendente del Teatro Regio. I primi flash riferiscono di una "scelta personale". Nel corso della serata la versione si stabilizza, modificandosi leggermente. Il lancio Ansa delle 20,43 recita:
"E' una scelta maturata da ottobre ad oggi in modo del tutto condiviso", spiega la sindaca di Torino, Chiara Appendino, che presiede l'ente teatrale. Una decisione, aggiunge Vergnano, "presa nell'interesse del teatro". Vergnano lascia il Regio dopo 19 anni "per motivi personali".
"Nessuna dietrologia, è stata davvero una scelta comune presa nell'interesse del teatro", afferma il sovrintendente dimissionario, alle prese negli ultimi mesi con alcuni problemi di salute.

Davvero encomiabile il rispetto della riservatezza sulla salute del sovrintendente. Ad ogni modo ho conferma che per fortuna la salute non c'entra con le dimissioni.
Piuttosto segnalo che adesso abbiamo tre problemi: trovare un nuovo sovrintendente, un nuovo direttore musicale, un nuovo direttore artistico. Perché con Vergnano decadono anche Noseda e Fournier Facio. Il Regio è decapitato. Prevedo un'imminente applicazione della "mozione Giovara". Sarà un grande spettacolo.

Appendino e Vergnano: due dichiarazioni contrastanti

Ma in questo post non intendo occuparmi del nostro prossimo Titanic. E neppure valutare l'opportunità di cacciare Vergnano. Chi lo fa avrà i suoi motivi, e non mancherà occasione di approfondirliMa è il metodo, l'intera pantomima che non sta in piedi. La dichiarazione di Appendino ("E' una scelta maturata da ottobre ad oggi in modo del tutto condiviso") contrasta in tutto e per tutto con quanto dichiarato da Walter Vergnano il 27 marzo scorso, quando con una ben architettata fuga di notizie "fonti del Consiglio d'indirizzo" rivelarono che Vergnano intendeva dimettersi. Peccato che allora il diretto interessato cadesse nuvole, e dichiarasse: "Io dimissionario? Non mi risulta nel modo più assoluto. Il motivo è presto detto: ho un ottimo rapporto con la sindaca Appendino e lei non mi ha chiesto niente".
Ora Chiarabella mi parla invece di "una scelta maturata da ottobre ad oggi in modo del tutto condiviso": c'è da pensare che la scelta l'abbia condivisa con qualcun altro, non con Vergnano; oppure che Vergnano stesse a smanettare sull'iPhone mentre Appendino gli parlava. Ma di solito accade il contrario.
Ad ogni modo, mi rallegro di non avere nessun rapporto, né buono né cattivo, con Appendino. Altrimenti chissà cosa mi potrebbe capitare. Magari che a mia insaputa mi dimetto dall'Ordine dei giornalisti.

Lo svaporamento della successione

A riprova invece di quanto "l'interesse del teatro" stia a cuore a lorsignori, vi ricordo che insieme con le voci sulle dimissioni del sovrintendente fu fatto trapelare anche il nome del sostituto già bell'e pronto, il signor Giancarlo Del Monaco. Peccato che di ciò alcuni soci della Fondazione Teatro Regio non fossero per nulla informati. Soltanto il Comune aveva preannunciato che, nel corso del prossimo Consiglio d'indirizzo, "si doveva discutere del futuro del Teatro".
Purtroppo quel nome sfuma. Lunedì 10 aprile l'edizione torinese del Corriere della Sera ricostruisce i particolari della "carriera internazionale" di Del Monaco, fino ad allora poco noto ai più ma ben noto a Beppe Grillo. Ma per pura combinazione proprio nel pomeriggio di quello stesso lunedì 10 le solite fonti fanno filtrare la notizia che "la candidatura di Del Monaco è saltata proprio nello scorso fine settimana". Ma dai?
E anche qui: se davvero ci pensavano fin da ottobre, era logico aspettarsi che dopo sei mesi di ponzamenti  Chiarabella e i suoi scienziati arrivassero alle dimissioni di Vergnano con un'idea di successione certa, non un improbabile candidato che svapora nel giro di poche ore. E le nuove proposte non mi rassicurano granché: in queste ore viene fatta circolare la tesi che Vergnano paga i problemi di bilancio emersi di recente al Regio (ma sono emersi a gennaio, dunque perché ci raccontano che delle dimissioni si discuteva già da ottobre?), e al tempo stesso si parla di un nuovo favorito per la sovrintendenza, William Graziosi, che sul piano dei bilanci si presenterebbe sotto il segno di una disarmante continuità...
Se questo lo chiamano è il "bene del teatro", dio non voglia che a lorsignori gli passi per la cocuzza l'intenzione di fare anche il bene mio.
Intanto, per non saper ne leggere né scrivere, né - soprattutto - chi piazzare, la seduta del Consiglio d'indirizzo, in programma per il 12 aprile, slitta provvidenzialmente al 18.

Una spontaneità molto, ma molto molto, obbligata

Un paio di giorni fa ho anche cercato di lavorarmelo al telefono, Vergnano, ma lui niente. Muto. Alla mia precisa domanda se intendesse dimettersi spontaneamente e per motivi personali replica che non intende rispondere. 
Ora, se uno si dimette spontaneamente e per motivi personali, non si vede perché dovrebbe rifiutarsi di dirlo. Di sicuro ha il pieno diritto di non rivelare quali sono i "motivi personali": saranno ben cazzi suoi. Però, se uno liberamente decide di dimettersi, avvisa per tempo gli aventi causa - nella fattispecie tutti i soci della Fondazione Teatro Regio - e poi non fa peccato a rispondere a un giornalista "sì, mi dimetto volontariamente per motivi personali". Io questa risposta non l'ho avuta. E ancora stamattina alcuni soci della Fondazione ignoravano che cosa sarebbe effettivamente accaduto nella seduta del Consiglio d'indirizzo

Una sommessa preghiera: perculatevi fra di voi e lasciatemi stare

Adesso ho riassunto le date, le dichiarazioni, i silenzi e le contraddizioni. La storia è completa. Quindi mi sarà concessa una gentile richiesta personale.
LA PIANTATE DI PRENDERMI PER COGLIONE?
No, stiamo calmi. Per quel che me ne fotte di voi e dell'universo mondo, siete liberissimi di fare tutto il cazzo che vi pare. Ma cercate di architettarle bene, le vostre gabole di staminchia. Sforzate le vostre poderose intelligenze affinché le storie stiano in piedi, non pullulino di contraddizioni, non zoppichino da ogni parte. E soprattutto non siano un insulto alla mia, di intelligenza.
Se non potete vivere senza perculare qualcuno, rivolgetevi ai vostri famigliari. Ai vostri amici. Ma non pretendete che un normodotato mentale che nulla vi deve e nulla ha da spartire con voi si beva le vostre fanfeluche quando legge, il 27 marzo, "Io dimissionario? Non mi risulta nel modo più assoluto. Il motivo è presto detto: ho un ottimo rapporto con la sindaca Appendino e lei non mi ha chiesto niente", e il 18 aprile "E' una scelta maturata da ottobre ad oggi in modo del tutto condiviso"
Ma parlate per dare aria ai denti o che cosa? E vi offendete pure se poi uno vi sfancula? Domeniddiosantissimo, datevi una regolata. Mentite pure, se non sapete fare di meglio. Ma metteteci un minimo sindacale di sforzo, almeno la normale diligenza che ci mette un marito fedifrago per intortare la moglie.
Non mi fotte sega di quello che fate. Per quel che me ne viene, bruci tutto il mondo. Ma non il mio culo. Pertanto ve lo chiedo ancora una volta, e spero sia l'ultima: non cercate di percularmi. Non lo sopporto.

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