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BEATRICE, LE MINCHIATE E I MORALISTI: UN POST PRECISINO

Luca Beatrice
Allora. C'è questo canaio suscitato dall'infelicissimo post del presidente del Circolo dei Lettori Luca Beatrice a proposito delle Luci d'Artista distrutte in piazza Montale. Infelicissimo davvero. In particolare, la frase "Ci sono luoghi dove la bellezza e la cultura non arrivano; vanno lasciati al loro triste destino" mi pare una minchiata galattica. Uno è pure libero di pensarlo, ci mancherebbe, siamo in democrazia e le idee non si processano: ma se è presidente di una fondazione come il Circolo dei Lettori deve andarci piano, con le parole. Beatrice non ha paura di sbilanciarsi, e non rifugge dalle prese di posizione controverse. Ma il ruolo istituzionale ha le sue regole. 
Va da sé che la gente delle Vallette si è risentita. Li capisco. Se fosse capitato a Parella ci saremmo risentiti noi di Parella. Comunque anche chi abita in centro ha ottime ragioni per non apprezzare una simile uscita.
E va da sé che la politica ci si è buttata a pesce. Ai capataz grillini adesso non par vero di pretendere le dimissioni di Beatrice per smerdare Chiamparino, dato che il Circolo dei Lettori è della Regione. Logiche del potere. A ruoli invertiti, le opposizioni in Consiglio comunale un giorno sì e l'altro pure chiedono a gran voce le dimissioni di Chiarabella per la tragedia di piazza San Carlo. 
E badate bene: non c'è nulla di personale, in tutto ciò. Anzi: in privato si baciano e si abbracciano che è una letizia vederli. E' lavoro, solo lavoro. Qualcuno lo deve pur fare. Lo sdegno un tanto al chilo insaporisce la pantomima che recitano a memoria, ora come accusati, ora come accusatori, a beneficio del pubblico votante (e pagante).
Ad ogni modo: sapremo ben presto se Beatrice si dimetterà, se lo cacceranno, se la Regione riterrà più conveniente difenderlo o darlo in pasto alla folla per tacitare gli avversari politici. The show must go on: come al solito lorsignori hanno trovato un uomo cattivo da impalare sorvolando sula questione di fondo, che nel caso specifico sarebbe la situazione delle periferie. E' l'antica tecnica del dito e la luna: funziona sempre.

Forse non tutti sanno che...

Però in queste ore si leggono in giro boiate che mi urtano il sistema nervoso. Voi sapete che sono precisino. Quindi vi prego di prendere nota, ad esempio, che la carica di presidente del Circolo dei Lettori (così come per tutte le presidenze delle fondazioni culturali) è a titolo gratuito: di conseguenza Beatrice non "prende soldi nostri", come scrivono in molti. 
Vi prego inoltre di segnarvi che Luca Beatrice è stato nominato sì dalla Regione, ma dalla giunta Cota, per la precisione dall'allora assessore alla Cultura Michele Coppola, e non ha mai nascosto di simpatizzare per il centrodestra; tuttavia la carica gli venne confermata nel 2015 dalla nuova giunta Chiamparino che ne riconobbe le capacità e non applicò la vergognosa regola dello spoil system.

Catoni di giornata

Ciò che più mi infastidisce sono però sono i moralismi dei catoni di giornata che, come sempre fanno i catoni d'ogni fede e colore, alzano il ditino ammonitore impartendo a mezzo Facebook lezioni etiche che, prima, sarebbe bello assimilassero essi stessi.
Rapido florilegio odierno - comunque il gioco funziona sempre, quali che ne siano gli interpreti, e quali che siano i motivi del loro sdegno.
Scrive Francesca Leon: "Può un’istituzione come il Circolo dei Lettori essere presieduta da chi predica l’esclusione e la marginalizzazione come necessaria?". Brava, mi pare una giusta perplessità. Ma cosa potrei dire io della storia delle cugine, se fosse mio costume chiedere dimissioni a destra e a manca? In entrambi i casi non è stato perpetrato alcun reato, sempre di buon gusto e di senso dell'opportunità si tratta.
Questione di gusti: a Montanari piacciono le brioches, ai poliziotti un po' meno
E passiamo al vicesindaco Guido Montanari, che definisce "Triste e incommentabile il post del presidente del Circolo dei Lettori Luca Beatrice (nominato dalla Regione)". Eccerto: però, caro Guidone, pure quel tuo post sulle brioches dei manifestanti anti-G7 che poi furono usate come arieti contro i poliziotti non è stato una grandissima figata...
E veniamo all'assessore Marco Giusta, che - va detto a suo onore - è l'unico a proporre qualcosa di utile e concreto (suggerisce iniziative del Circolo dei Lettori in periferia) ma non si tiene dal sentenziare: "Compito di chi presiede un'istituzione dovrebbe essere quello di illuminare strade, non nascondere il lume sotto il letto rendendolo accessibile a pochi". Parole sante nonché poetiche. Ma a proposito di "illuminare": vogliamo parlare delle reticenze, delle mezze bugie e delle negate verità a proposito di Lovers? Compito di chi amministra dovrebbe anche essere quello di garantire la massima trasparenza e illuminare chi lumi chiede.

Modelli morali

Insomma: ragazzi, io vi capisco, fate il vostro mestiere e va bene così. Ma fra tutti, dai grillini ai piddini ai destrini, datevi una regolata: tra voi non ci sono i sempre-buoni e i sempre-cattivi, siete fragili esseri fallibili. Tanto fallibili. Tantissimo. Anche troppo. Ricordatevi di Matteo 7,2: "Con il giudizio con il quale giudicate, sarete giudicati; e con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi". Mi fate tenerezza, con le vostre baruffe e le vostre umanissime spocchie: ma per piacere, non ergetevi a modelli morali. Come modello morale, spiace dirlo, al limite preferisco Paperino.

Commenti

  1. Non voglio entrare nella polemica tra attori istituzionali del mondo della cultura e la politica e neanche fare demagogia sui cittadini del quartiere delle Vallette. Con questo commento vorrei tornare solo in maniera sintetica sulla cultura di questo territorio: personalmente ho vissuto una delle esperienze da spettatore più belle della mia vita quando l'Odin Teatret, la compagnia danese/internazionale diretta da Eugenio Barba, ha letteralmente invaso Piazza Montale il 24 aprile del 2004 con il suo “Ode al progresso” attivando il famoso Baratto con le realtà del territorio. La storia dell'Odin alle Vallette è molto più profonda e articolata e coinvolge abitanti, scuole, luoghi di cura, ecc..: dunque la cultura arriva e si mescola alle Vallette.

    Le Vallette è un quartiere ricchissimo di realtà come ad esempio la scena musicale giovanile, quella rap su tutte, quella teatrale attraverso la presenza di Stalker Teatro che tra l'altro organizza anche performance e installazioni, sempre in Piazza Montale davanti alla sede di Officine Caos in sinergia con il Castello di Rivoli, senza mai rischiare la pubblica lapidazione. A Vallette c'è (come direbbe il cuore granata Francesco Trimani cantautore nato nel quartiere) un Tavolo che riunisce al Centro d'incontro “Montale” gli attori socio-culturali del quartiere ed è coordinato da una persona come Massimo Giglio, che ha deciso da qualche anno di lasciare la sua casa in Via Garibaldi per trasferirsi con sua moglie alle Vallette e farsi un mazzo così come cittadino attivo e creare comunità in un senso profondamente olivettiano; Caparezza lo definirebbe un eroe, anche io. A Vallette lavora un gruppo di giovani architetti e non, Laboratorio Zip, che insieme al Centro di Documentazione Storica della Circoscrizione 5 organizza conferenze, proiezioni e passeggiate urbane per raccontare l'architettura e la storia del quartiere: un ottimo esempio di incontro e dialogo tra generazioni diverse così come è l'esperienza del Comitato Popolare Lucento Vallette che oltre a dare voce a molte persone (studenti, pensionati, precari, famiglie Rom, ecc..) unite dal problema della casa, organizza in Estate proiezioni militanti e popolari in Piazza Montale, in barba alle nuove norme sulla sicurezza che di fatto ci stanno limitando sempre di più a vivere lo spazio pubblico.

    A Vallette c'è la Genesi, la libreria più periferica della città, mentre non lontano c'è la Biblioteca civica Francesco Cognasso, ma è anche attiva l'Associazione Vallette Insieme che promuove la lettura grazie a punti diffusi dedicati al bookcrossing; non ci sono sale cinematografiche, ma questo è un problema condiviso con molti altri quartieri non centrali della città quando gli esercenti hanno abbandonato le periferie intorno all'inizio degli anni '80. Un po' di anni dopo sono arrivati i multiplex, ma purtroppo sono un'altra cosa sia per quanto riguarda le proposte che i contesti in cui sono inseriti. A Vallette c'era Il Muretto, ma ora c'è un'Associazione giovanile che si chiama Quinto Polo composta da ragazzi straordinari che sono nati nel quartiere: nonostante i pochi mesi di vita hanno già organizzato molte attività dal basso attraverso il teatro, la musica e la street art, coordinando poco più di una settimana fa l'evento dedicato alla riqualificazione del Parco delle Vallette in Via dei Gladioli.

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  2. A Vallette c'è anche una Casa di Quartiere dove è attivo un progetto estremamente innovativo come Co-City e tra le molteplici attività ospitate ricordo la trasmissione radiofonica “Zona di Confine”, coordinata dalla Cooperativa Zenith e da RadioOh, al quale partecipano in forma basagliana, cito dal loro sito:”gli abitanti delle Vallette, gli anziani, i ragazzi delle scuole, i pazienti dei servizi, riuscendo a creare uno spazio di dialogo e scambio che crei un senso di comunità e dia la possibilità di incontrarsi. Ma non solo! “Zona di confine” si presenta come un’occasione, per chi vi partecipa, di mettere in campo le proprie capacità e spenderle in un’attività comunitaria e solidale.”"
    A Vallette c'è “Abili per il calcio” un progetto dell’Associazione Pens@te, un corso di avviamento allo sport e al calcio per persone con disabilità intellettiva rivolta sia alle fasce preadolescenziali che a quelle adolescenziali e giovanili.

    Nel quartiere è nato Paolo Coccorese uno dei giovani giornalisti più in gamba della nostra città capace di raccontare la realtà e le persone con un'etica rosselliniana e mi auguro che abbia la possibilità di continuare nello stesso percorso oggi con l'importante passaggio che ha fatto da “La Stampa” al “Corriere della Sera”.
    Recentemente ho avuto la fortuna di lavorare nel quartiere attraverso il Festival LiberAzioni, un progetto condiviso da oltre dieci realtà del territorio che aveva l'obiettivo di creare un dialogo tra dentro e fuori il carcere attraverso i linguaggi artistici: al Festival non hanno solo partecipato in concorso quasi cinquanta tra giovani scrittori, fotografi e filmmaker da tutta Italia, ma la manifestazione è stata aperta da Ascanio Celestini e da una videolettera di Moni Ovadia e tutti gli eventi sono stati seguiti con una grandissima partecipazione, anche quando si è parlato di un tema complesso come l'ergastolo.
    Questo è, seppure appassionato, uno spaccato estremamente parziale di cosa sono le Vallette da un punto di vista culturale: tutti i quartieri periferici della nostra città sono estremamente vitali come Barriera di Milano, Mirafiori, Aurora, ecc..

    Il timore è che queste polemiche facciano fare dei passi indietro, un po' come quello che scriveva con le dovute proporzioni Roberto Saviano quest'estate su “La Stampa” a proposito del tema migranti nel Mar Mediterraneo. Citando Diego Novelli, sindaco di Torino dal 1975 al 1985, credo che non ci rimanga altro che andare avanti e comportarci come quelle vecchie sartine piemontesi ricucendo con molto pazienza, attraverso la cultura e il dialogo, gli strappi sociali del nostro presente ricordando che l'area adiacente a Piazza Montale è dedicata a Don Giuseppe Pollarolo, prete partigiano amico di Duccio Galimberti e primo parrocco delle Vallette.

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    1. Si vede che alla Torino radical chic dà fastidio conoscere e ri-conoscere che anche in quartieri periferici come #LeVallette ci siano "azioni" culturali per lo più autonome (e che spesso neppure vengono considerate dalla carta stampata) che producono risultati eccellenti con pochissime risorse. Consiglierei a questi individui di farsi un giro, di informarsi, di avvicinarsi a luoghi che disprezzano così tanto, dal basso della loro completa ignoranza e pochezza, per accorgersi che a #LeVallette la cultura e la bellezza esistono già. Il problema è loro, perchè ignorano totalmente, fanno molta troppa fatica a sganciarsi dal salottino borghese, parlano senza sapere e ahimè, copiosamente, sentenziano. Loro sì che davvero... vanno lasciati al loro triste destino.

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    2. Pubblico perché oggi sono in buona. Ma prenda nota: 1) non mi piacciono gli anonimi, specie quando esprimono posizioni forti; 2) non mi piace l'uso del termine "individuo" con connotazione negativa: preferisco non compaia nel mio blog. Queste sono le mie regole: non pretendo di imporle agli altri, ma a casa mia funziona così. Grazie.

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  3. grazie a entrambi per "l'altro sguardo" su vallette. va detto che alla bellezza è accaduto qualcosa che dovremmo capire e contro cui dovremmo andare in direzione ostinata e contraria... per molte e molti la bellezza oggi fa rima con gentrificazione, operazione di immagine e di potere, "grande evento", sfruttamento del bello a fini di profitto. ci sono buone ragioni che spingono a questa visione,e stanno nei modi in cui spesso politiche locali e sponsor della bellezza fanno uso. per non fracassare la bellezza stessa insieme al suo sfruttamento è importante che il bello diventi un diritto da rivendicare, non una dimensione estranea o nemica, a cui avere accesso, e alla cui creazione poter partecipare, fuori dal gioco, in cui tutti perdono, del "welfare contro cultura".

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