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RICCA NON MOLLA: VUOLE LA TESTA DI BISCIONE O LO SPUTTANAMENTO DI CHIARABELLA

Ricca 2.0: da campione di videogames a crociato padano della cultura
La never ending story del Mao e del suo direttore Marco Biscione è come quei rotoloni della pubblicità; non finisce mai e non capisci a chi serva. Sono passati quasi tre anni di attacchi all'arma bianca in Consiglio comunale condotti prima da Chiara Appendino e poi da Fabrizio Ricca con pervicacia e chirurgica determinazione, tali da far pensare a un'unica strategia, una specie di staffetta fra i due: il che è ovviamente da escludere, trattandosi di partigiani d'avverse e incompatibili visioni politiche. Sta di fatto che adesso Ricca rinfaccia a Appendino ciò che Appendino rinfacciava a Fassino mentre Ricca si svagava, non avendo ancora scoperta la sua vocazione di Crociato della Cultura.
Ad ogni modo, siamo a una stretta che potrebbe persino sembrare finale - non fosse che le never ending stories per definizione non finiscono mai. Il Consiglio comunale dovrà discutere, prima o poi, una proposta di mozione - presentata, ça va sans dire, dal Crociato Padano Fabrizio Ricca - che invita Chiarabella a dare "un segnale di meritocrazia, trasparenza e giustizia" in pratica mettendo alla porta Biscione e rimpiazzandolo con colui che, sostiene Ricca, meritava quell'incarico, a norma di bando.
All'epoca (siamo all'inizio del 2015, regnante Fassino) la nomina di Marco Biscione alla direzione del Mao non sembrò tanto adamantina e fece incazzare un bel po' di gente: un'infervorata consigliera d'opposizione, tale Chiara Appendino del Movimento 5 Stelle, ingaggiò furenti battaglie in Consiglio comunale, crocifiggendo i poveri Braccialarghe e Asproni. Quell'ex consigliera d'opposizione tanto pugnace adesso ha poggiato le riverite terga sulla cadrega di sindaco e manda a dire dalla sua portavoce Leon che "in base ai dati a sua conoscenza" la nomina di Biscione fu regolare e trasparente,
Nulla di straordinario: Chiarabella, dacché comanda, ha cambiato molte idee a proposito dei musei civici (e non solo dei musei civici...). Ma la mozione di Ricca adesso la obbliga a scegliere tra due vie. La prima è confermare le sue posizioni "da sindaco", respingere la mozione e tenersi Biscione: ma la nostra si prende un bel rischio di sputtanamento, a bocciare una mozione che invoca "meritocrazia, trasparenza e giustizia" su una vicenda che lei stessa a suo tempo bollò come antimeritocratica, opaca e ingiusta.
Se non vuole sputtanarsi, Appe dovrà dare il via libera alla mozione. Traendone un certo vantaggio: se il Comune, socio di maggioranza della Fondazione Torino Musei, sfiducia il direttore di uno dei musei della Fondazione, la palla passa agli altri tre soci, ovvero la Regione e le due fondazioni bancarie costrette a loro volta a gestire un merdone che comunque lo prendi ti inzacchera. E forse a Chiarabella non dispiacerebbe di rompere un po' i cojoni a Chiampa&Parigi: tanto più adesso che le stanno mandando in vacca le sue gabole attorno al Salone del Libro.
Ma ogni giorno ha la sua pena. Per ora, se l'argomento vi interessa, voi leggetevi la mozione. E' minuziosa fino alla maniacalità, però esauriente. L'ho spulciata riga per riga e certifico che è di parte nelle considerazioni, però largamente attendibile per quel che riguarda i fatti riferiti. Se riuscite ad arrivare al fondo, troverete la bonus track: i link ad altri post che raccontano in diretta quanto accadde attorno al Mao in quei primi mesi del 2015.

Proposta di Mozione

Meritocrazia, trasparenza, giustizia. La Sindaca Appendino dia un segnale cominciando dal MAO.

Il Consiglio Comunale di Torino,
PREMESSO CHE
- la Fondazione Torino Musei ha pubblicato nel mese di ottobre 2014, con scadenza a dicembre dello stesso anno, un bando internazionale in lingua italiana ed inglese per individuare un nuovo direttore per il MAO - Museo d’Arte Orientale di Torino, facente parte della Fondazione Torino Musei.
- In tale bando, come primo di una serie di requisiti, veniva specificato che il candidato doveva avere “competenze di alto livello scientifico in storia dell’arte, archeologia, lingue orientali ed economia e management dei beni culturali”.
- Nel bando veniva anche specificato che “Le domande pervenute saranno esaminate da una Commissione valutatrice nominata dal Consiglio Direttivo della Fondazione Torino Musei. La Commissione procederà a esaminare il curriculum formativo e professionale, valutando le attività professionali e di studio idonee a evidenziare il livello di qualificazione professionale, acquisito nell’arco dell’intera carriera, e specifiche rispetto all’incarico da ricoprire, e il progetto presentato”.
- La Fondazione ha costituito all’uopo una commissione internazionale composta dai Professori Gilles Beguin, Conservatore Generale Onorario del Patrimonio in Francia, Giovanni Curatola, Ordinario di Archeologia e Storia dell'Arte Musulmana dell’Università di Udine e Carsten Juhl, Direttore della Kongelige Danske Kunstakademi di Copenaghen.
- Alla Commissione è stato dato espressamente mandato - con lettera protocollata firmata dall’allora Presidente della Fondazione  (Patrizia Asproni, NdG) - di “definire e comunicare alla Fondazione entro il 30 gennaio 2015, una rosa di tre candidati indicati in ordine di preferenza, tra i quali il Consiglio direttivo nominerà il Direttore”. Si prega di notare la dicitura “in ordine di preferenza”.
- Nella lettera veniva altresì specificato che “Sarà cura della Fondazione Torino Musei farsi carico di tutte le spese necessarie alla partecipazione alle attività della Commissione. Il Dott. Cristian Valsecchi, Segretario Generale della Fondazione, è a disposizione per qualsiasi chiarimento e supporto”.
- La Commissione, dopo aver svolto i propri lavori, ha individuato una rosa di quattro nominativi, indicando come primo in ordine di preferenza – richiesta esplicitamente nella lettera di incarico ai commissari - quello di Marco Guglielminotti Trivel, all’epoca dei fatti e tuttora conservatore del MAO per l’Asia Orientale, motivandolo come "un ottimo curriculum che risponde pienamente al profilo tracciato dal bando", intendendo chiaramente con ciò che egli soddisfaceva tutti i requisiti del bando, nessuno escluso.
- Su indicazione dell’allora presidente della Fondazione Torino Musei, il Consiglio Direttivo ha invece indicato come direttore del MAO il Dott. Marco Biscione, risultato terzo pari merito con un altro candidato, e quindi ultimo in ordine di preferenza nella classifica stilata dalla commissione internazionale.
- La nomina del Dott. Biscione è avvenuta nonostante la Commissione avesse rilevato nella sua valutazione che il profilo del candidato era privo delle necessarie (e richieste dal bando) "comprovate competenze e bibliografia orientalistiche".
IN CONSIDERAZIONE DEL FATTO CHE
- La gestione di questo bando non solo non ha risposto al principio di meritocrazia, come sopra esposto, ma non è stata nemmeno caratterizzata dalla necessaria trasparenza, dato questo evidenziato dalle numerose interpellanze depositate dalla Sindaca Appendino, all'epoca dei fatti Consigliera Comunale.
- Stando alle succitate interpellanze, è emerso infatti che il Dott. Biscione era legato al Dott. Campione, direttore del Museo delle Culture di Lugano assunto come consulente, sempre su decisione dell’allora Presidente della Fondazione Torino Musei, per occuparsi del riassetto organizzativo del MAO. Il Dott. Campione avrebbe dovuto inoltre continuare a intrattenere un rapporto pluriennale di consulenza con il MAO negli anni a seguire.
- In particolare, il dottor Biscione arrivava dai Musei Civici di Udine, incarico che gli venne assegnato da una giuria di cui faceva parte il dottor Campione (nomina che scatenò grandi polemiche e che ha avuto strascichi giudiziari) ed è stato con Campione membro del comitato scientifico del Museo delle Culture di Lugano, che è proprio il museo con cui la Fondazione aveva siglato il contestato accordo di collaborazione con il MAO, sospeso in attesa della nomina del nuovo direttore e mai più rinnovato a causa delle vibrate proteste dell’allora Consigliera Appendino, successivamente eletta Sindaca.
- L’11 ottobre 2014 è comparso un articolo sul Messaggero del Veneto, Edizione Udine, intitolato: ““Licenziato” il direttore dei musei civici udinesi. Il direttore dei civici musei, Marco Biscione, lascia Udine. Il suo contratto scade lunedì e non sarà rinnovato”. Lo stesso giorno, appariva un articolo su Repubblica, edizione Torino, intitolato: “Bando per il Mao. Adesso si cerca il nuovo direttore” in cui l’allora Presidente della Fondazione Torino Musei dichiarava: “Si pensava di nominare la nuova direzione il prossimo anno. Invece si è andati molto più veloci del previsto, anticiperemo il bando entro l'anno” e riferendosi al contestato accordo con il Museo delle Culture di Lugano: “L'accordo prosegue, ma si entra in una seconda fase. La nomina del direttore è stata anticipata proprio su indicazione del professor Campione”.
- Alla luce di quanto sopra riferito, sembra emergere chiaramente che la motivazione a cui è ricorsa l’ex-Presidente per giustificare la sua scelta, ovvero aver optato per un profilo più manageriale che curatoriale, è del tutto pretestuosa. Il primo della classifica indicato dalla commissione internazionale aveva infatti “pienamente soddisfatto i requisiti del bando”, inclusi quindi i requisiti manageriali. La stessa Sindaca Appendino nella trattazione dell’interpellanza relativa all’argomento, ha giustamente ricordato che il candidato in questione era già inquadrato nel museo che si candidava a dirigere come “Livello D”, ovvero come personale direttivo.
EVIDENZIATO CHE
- L'allora Assessore alla Cultura della Giunta Fassino (Maurizio Braccialarghe, NdG), interpellato dalla Sindaca Appendino all'epoca dei fatti Consigliera Comunale, circa l'esistenza o meno di una graduatoria dei candidati che hanno partecipato al bando per la nomina del direttore del MAO, ha sostenuto in aula il contrario della verità accertata in seguito dal verbale della Commissione, affermando che: "All'interno di questa rosa di quattro persone la commissione ha segnalato all'unanimità come il dottor Biscione fosse la persona a loro modo di giudicare, tra virgolette, più "completa" in relazione a quel compito" (testo ripreso dal verbale della seduta) spingendosi fino al punto di affermare che a giudizio unanime della Commissione il Dott. Biscione rappresentava “un’eccellenza”.
- La Sindaca Appendino ha rivelato, in un'intervista concessa al Quotidiano Piemontese (26 settembre 2015): "Quando chiesi il verbale della commissione, la Fondazione (nella persona del Segretario Generale, Cristian Valsecchi, ndr) me lo negò, adducendo motivi di privacy dei candidati, anche se un Consigliere Comunale ha tutto il diritto ad accedere a tali atti. Nonostante ciò sono riuscita a ottenere copia di quel verbale e ho scoperto non solo che esisteva una graduatoria ma addirittura che la persona nominata era arrivata quarta e non prima all'unanimità come dichiarato sino ad allora".
- In data 10 giugno 2015, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, nella persona del Segretario Generale Antonia Pasqua Recchia ha disposto un incarico ispettivo per "accertare le presunte irregolarità nella selezione della nomina del nuovo direttore". Tale incarico non si è potuto svolgere essendo il MAO un museo comunale e pertanto avrebbe dovuto essere il Comune ad accertare le irregolarità e a prendere le conseguenti misure necessarie (ma non l'ha fatto). La Sindaca Appendino - all'epoca dei fatti Consigliera di opposizione - ha annunciato a mezzo stampa la presentazione di un esposto presso la Procura della Repubblica.
- Nel periodo successivo e fino alla sua elezione, la Sindaca Appendino – ancora consigliere comunale di opposizione - ha dedicato numerose interpellanze alle modalità di gestione del MAO da parte del Dott. Biscione. Un elenco delle interpellanze a firma della Sindaca, in cui si sollevano questioni che spaziano dall’incapacità di produrre mostre interne, alla trasformazione del museo in uno spazio in affitto per mostre con mercanti di tappeti in spregio al codice etico museale, passando per l’incapacità manifesta nella riorganizzazione e riassetto delle attività del museo, è allegato alla presente mozione. Inoltre, le interpellanze depositate successivamente all’elezione della Sindaca Appendino da parte di altre forze politiche (cioé da Ricca, NdG) hanno inequivocabilmente dimostrato che non vi è stato nessun cambio di rotta, a conferma dell’inadeguatezza del Dott. Biscione nel ruolo conferitogli.
- La mole di articoli e interviste rilasciate sull’onda dell’attenzione dedicata dalla Sindaca al “caso MAO” ha consacrato la sua figura pubblica, tanto che all’indomani della sua elezione tutti i quotidiani ricordarono questa sua battaglia. Ancora nel 2016 e alla vigilia delle dimissioni dell’ex-Presidente della Fondazione Torino Musei, un articolo della Stampa (16 ottobre 2016) ricordava come “Quella che poi è diventata la sindaca di Torino si studiava i bilanci, ricostruiva in modo scientifico l’iter con cui venivano scelti i direttori (resta memorabile la sua battaglia contro la gestione del Mao, fin dai tempi dell’accordo tra Fondazione Musei e il museo di Lugano culminata nella nomina di Marco Biscione a direttore del museo di arte orientale), insomma, vigilava”.
TENENDO IN CONSIDERAZIONE CHE
- Nel caso sopra esposto c’è stata una palese violazione del principio di meritocrazia (nomina dell’ultimo della classifica, privo dei requisiti, a discapito del primo classificato), una palese violazione del principio di trasparenza (l’Assessore della giunta precedente che asserisce in aula il contrario della verità, presentando l’ultimo classificato addirittura come il nome scelto dalla commissione “all’unanimità” in quanto ritenuto “un’eccellenza” e “la persona più "completa" in relazione a quel compito”, e la Fondazione – nella persona del Segretario Generale Cristian Valsecchi - che tenta successivamente di impedire all’allora consigliera di accedere ai verbali della Commissione che smentiscono tale ricostruzione), nonché un evidente conflitto di interessi (con un consulente che sembra aver anticipato appositamente un bando per assumere, dopo il suo licenziamento, un candidato che egli stesso aveva contribuito a far nominare altrove, e che a sua volta avrebbe dovuto confermargli un accordo di consulenza).
- Non è compito del Consiglio Comunale interferire nelle procedure di selezione e nomina dei direttori da parte della Fondazione Torino Musei, principio questo che non si intende mettere in discussione, a meno che queste procedure – come nel caso sopra esposto - non violino apertamente ogni criterio di meritocrazia, trasparenza e giustizia che dovrebbe regolare il funzionamento delle istituzioni, pubbliche o private che siano. In tali circostanze, e a maggior ragione in un ente il cui Presidente è nominato su proposta del Sindaco e in cui la Città è rappresentata da un consigliere e che percepisce denaro dei contribuenti, è compito del Sindaco e del consiglio comunale intervenire per ribadire ed implementare, in nome del potere conferito dagli elettori, tali principii.
- La Fondazione Torino Musei è un ente di diritto privato, ma la misura di partecipazione dell'Amministrazione Comunale nella stessa è del 100% e il suo patrimonio è costituito anche dai contributi versati dalle casse pubbliche del Comune. Il Presidente è “nominato dal Consiglio direttivo tra i suoi membri, su proposta del Sindaco” e un membro del consiglio direttivo viene “designato congiuntamente dal Sindaco del Comune di Torino e dal Presidente della Regione Piemonte” come recita lo Statuto della Fondazione stessa.
POSTO CHE
- Il contratto di assunzione del Dott. Biscione come direttore del MAO, datato 25 marzo 2015 e da lui controfirmato, contiene una clausola di recesso che recita: “Viene pattuita tra le parti la facoltà di recedere da parte della Fondazione anticipatamente a partire dal 25 marzo 2018, fermo restando il rispetto di un preavviso di mesi sei o il pagamento della relativa indennità sostitutiva, e salvo comunque il disposto di cui all’articolo 2119 c.c. In conformità a quanto stabilito nell’avviso di selezione per la nomina del Direttore del MAO, Ella riconosce che in caso di recesso della Fondazione Torino Musei successiva al 25 marzo 2018 nulla Le sarà dovuto, neppure a titolo risarcitorio o indennitario, per la residua durata dell’incarico rispetto al termine del 25 marzo 2020, rinunciandovi sin d’ora per allora”.
- La Fondazione Torino Musei può quindi comunicare al Dott. Biscione, a partire dal 25 settembre 2017, la sua volontà di recedere unilateralmente dal contratto. Il Dott. Biscione dovrà pertanto lasciare il suo incarico a partire dal 25 marzo 2018 e nulla gli sarà dovuto “neppure a titolo risarcitorio o indennitario, per la residua durata dell’incarico rispetto al termine del 25 marzo 2020” avendovi già rinunciato al momento della firma del contratto.
IMPEGNA LA SINDACA
- A comunicare ufficialmente, illustrandole nel dettaglio, le motivazioni che hanno indotto il Consiglio Comunale a votare favorevolmente la presente mozione al rappresentante della Città in seno al Consiglio direttivo della Fondazione Torino Musei e al Presidente della stessa.
- Ad illustrare anche agli altri membri del Consiglio direttivo la grave violazione dei principi di meritocrazia, trasparenza e giustizia che hanno assegnato ad un candidato privo di requisiti il posto che spettava ad un candidato interno giudicato da una commissione internazionale come "un ottimo curriculum che risponde pienamente al profilo tracciato dal bando".
- Ribadire agli interessati che quanto accaduto nel caso della gestione del bando di nomina del direttore del Museo d’Arte Orientale nel 2015 è esemplificativo delle motivazioni che spingono le nostre migliori menti ad emigrare all’estero, dopo essere state - nella totale inazione da parte della politica - mortificate ed umiliate nel riconoscimento delle proprie competenze.
- A chiedere al rappresentante della Città in seno al Consiglio direttivo della Fondazione Torino Musei (che sarebbe poi Roberto Coda, già noto a questo blog, NdG) di porre la questione all’ordine del giorno della prima riunione utile del Consiglio direttivo, chiedendo ufficialmente il recesso unilaterale del contratto di assunzione del Dott. Biscione da parte della Fondazione, comunicandogli con il dovuto preavviso tale decisione.
- A chiedere al rappresentante della Città di illustrare al Consiglio direttivo la necessità di adottare un provvedimento esemplare teso a mandare un segnale nella direzione dell’implementazione della meritocrazia, giustizia e trasparenza con la nomina diretta del Dott. Marco Guglielminotti Trivel, attuale conservatore per l’Asia Orientale del MAO e già candidato prescelto all’unanimità dalla commissione internazionale (il cui costo è stato sostenuto dalla Fondazione), come direttore del Museo d’Arte Orientale per il quinquennio 2018-2023
 (ed ecco il primo e diretto beneficiario di un'eventuale cacciata di Biscione, NdG) .
- A comunicare chiaramente al Presidente della Fondazione Torino Musei e ai membri del Consiglio Direttivo della stessa che in caso non venisse accolto l’invito formulato in questa mozione, ed approvato dalla maggioranza del Consiglio Comunale, la responsabilità etica e morale del mancato riconoscimento del merito e ristabilimento dei principi di giustizia e trasparenza ricade totalmente ed esclusivamente su di loro.

Bonus track: Mao's story, i post più interessanti

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