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IO E IL CORRIERE: UNA LETTERA SUL CAMBIAMENTO

Interrompo il silenzio per tranquillizzare chi, gentilmente, si è preoccupato del mio stato di salute. Sto benissimo. Mi sono preso una pausa. Non soltanto spinto dalla mia abituale pigrizia. E c'entra appena di sguincio l'indispensabile disintossicazione periodica dal disgusto che mi procurano certe vicende. Stavolta mi sono fermato per segnare una cesura, un cambio di stagione per me importante. Come qualcuno già saprà, pochi giorni fa ho concluso il mio ultraquarantennale rapporto con La Stampa: un rapporto che mi ha dato tantissimo, e che ancora durava sotto forma di collaborazione. Da venerdì prossimo, 24 novembre, scriverò per la nuova edizione torinese del Corriere della Sera.
Immagino che alla stragrande maggioranza di voi la cosa non faccia né caldo né freddo. Ma, seppure a beneficio di pochi, ritengo decente - se non doveroso - rispondere ad alcune delle FAQ, le domande che più di frequente mi vengono poste in questi giorni da alcuni lettori e amici.
Quindi, chiunque fosse interessato sappia che:
1) Lascio La Stampa in perfetta armonia, e con immenso rimpianto. Per l'intera mia vita professionale è stata la casa dove ho vissuto felicemente: un giornale per bene, che mi ha rispettato garantendomi la massima libertà di pensiero e d'espressione, e che quindi ringrazio augurandogli ogni fortuna. 
Interrompo la collaborazione non perché insoddisfatto, e neppure per vil denaro - il tetto sui guadagni da collaborazione giustamente imposto a noi pensionati mi impedisce di variare di molto i miei modesti redditi. Ho deciso di accettare la cortese proposta degli amici del Corriere della Sera per un'esigenza personale, dettata da privatissime vicende che non intendo certo spiattellare qui. Diciamo che, una volta tanto, lo faccio proprio perché me lo ha ordinato il medico. Una legittima urgenza di serenità dopo un grande dolore mi impone di cambiare, di girare pagina e cercare prospettive diverse: la sfida del Corsera è l'opportunità che mi si è presentata al momento giusto, proprio quando ne avevo più bisogno.
2) Non è vero che chiudo il blog. Anzi, è l'esatto contrario. Porterò il blog anche sulle pagine del Corriere di Torino. Me l'hanno chiesto quelli del Corsera - con notevole sprezzo del pericolo - e mi hanno assicurato che mai e poi mai verrà esercitata la sia pur minima censura su quanto scriverò. Quindi, oltre a GabosuTorino, ci sarà d'ora in poi un GabosulCorriere. Naturalmente quelli che usciranno sul Corriere non saranno gli stessi articoli del blog. Sono però troppo pigro per partorire due pezzi sullo stesso argomento, quindi gli articoli che pubblicherò sul Corserà li linkerò nel blog: così gli abituali lettori on line non perderanno nulla, io non mi spallerò a ricicciare la stessa sbobba, e tutti saremo felici. D'altra parte, i contenuti dei miei articoli sul Corriere non possono che essere gli stessi del blog: come sapete, scrivo solo di ciò che so, e al Corsera non interessavano articoli di cucina o di letteratura medievale, e io non ho voglia di scrivere di canzonette. Per cui il tema quello resta: il rutilante spettacolo delle minchiate nella politica culturale torinese. 
Non penso che varierà lo stile: scrivo come so, né posso diventare un altro per non turbare i perbenisti. Non alla mia età. Vabbé, magari mi terrò un poco su certe espressioni, come dire?, colorite, considerato che il Corsera è un giornale per famiglie. O forse no. Dipende da quanto lorsignori riescono a farmi sbroccare.
3) Infine, una precisazione necessaria: per me collaborare con un giornale, quale che sia, non significa sposarne la linea editoriale o politica. Io sono quello che sono, take it or leave it. Le mie opinioni sono soltanto mie, non necessariamente coincidono con quelle del giornale che le ospita, e viceversa. Per fortuna di tutti. 
Con il Corsera l'accordo è molto semplice e chiaro: io non scrivo su ordinazione. Scrivo di ciò che mi garba, quando mi garba e come mi garba. Se ciò che scrivo piace al Corsera, pubblicano; se non gli piace, non pubblicano. E amici come prima. Ma non credo proprio che ci saranno problemi: io, lo sapete, sono una personcina ammodo, prima di scrivere mi documento, e non sparo vaccate a vanvera. Quanto al Corriere, immagino che quando mi sono venuti a cercare sapessero chi si mettevano in casa.
Vabbé, è tutto. Ci risentiamo dopodomani, venerdì. Sul primo numero del Corriere della Sera edizione di Torino. E come sempre qui, sulla rete.

Commenti

  1. Gentile Gabriele, La Stampa è stata una famiglia per tanti anni; gli appartenenti ad una stessa famiglia non necessariamente abitano sotto lo stesso tetto o la pensano nello stesso modo. Grazie per il blog, Le auguro che questa nuova collaborazione possa portarle nuova felicità. In bocca al lupo!

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  2. tanti auguri a Gabo, che tutti noi seguiamo con grande affetto!

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  3. Curioso di leggere sul corriere,bene!

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  4. Auguri per la nuova esperienza, non può che far piacere che anche un giornale come il Corriere si interessa alle vicende allegre ed alle vicissitudini della nostra città

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  5. In bocca al lupo, Gabo. Cambiare aria, si sa, fa bene alla salute. Ti leggerò, come sempre, con grande curiosità. All the best

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  6. In bocca al lupo. Continuerò a leggerla. PaoloS

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