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DAI 3 MILIONI DEL TFF AI 382 MILA EURO DI CINEMAMBIENTE: I CONTI DEI FESTIVAL


Ieri c'è stata la presentazione del ventottesimo Festival CinemAmbiente. Non starò a ripetere per l'ennesima volta che considero CinemAmbiente il festival più importante perché da tempi non sospetti ci mette in guardia sul presente e soprattutto sul pessimo futuro che attende noi e i nostri figli. Mi limiterò a riportare la sintetica descrizione del programma, rimandando per ogni approfondimento al sito festivalcinemambiente.it

Prima, però, mi sia concessa un'osservazione: come d'abitudine durante la conferenza stampa c'è stata un'unica domanda, arrivata da un collega (non io) che voleva sapere quanto costa il festival. Il direttore del Museo del Cinema Carlo Chatrian ha risposto che il budget di quest'anno sarà «più o meno quello dell'anno scorso», senza quantificare. In compenso, Chatrian ha completato la sua risposta esprimendo il proprio disagio in quanto, a suo avviso, anziché «domande sui soldi» sarebbe auspicabile che i giornalisti facessero «domande sui contenuti». Giusto. Ma si dà il caso che «domande sui contenuti» non ce ne siano, e allora? È buona norma, se si indice una conferenza stampa, attenersi all'aurea regola per cui a domanda si risponde, o al limite si ricorre a un asciutto no comment, astenendosi da giudizi sul valore delle domande o dei giornalisti che le pongono: altrimenti si fa una figura da Trump.

Quanto a me, alle conferenze stampa ho smesso di fare la domanda sui costi: preferisco basarmi sui bilanci, che non possono essere vaghi. Giustappunto ieri sono andato a leggermi il bilancio consuntivo 2024 del Museo del Cinema, approvato di recente, e stamattina sul Corriere riferisco quanto ho appreso: vi anticipo che la scorsa edizione del Tff è costata quasi 3 milioni di euro, circa 800 mila euro più dell'edizione 2023, ma totalizzando minori incassi alla biglietteria. Se vi interessa saperne di più, potete leggere l'articolo a questo link, o guardare direttamente il bilancio del 2024 e confrontarlo con quello del 2023

Quanto alla domanda sul budget di CinemAmbiente, la risposta dei bilanci è la seguente: per l'edizione 2024 la spesa totale fu di 382.692 euro (ma, tenuto conto dei contributi di soci e Mic e delle sponsorizzazioni, il costo vivo a carico delle casse del Museo ammontò a 197 mila euro) mentre per l'imminente edizione 2025 il bilancio previsionale di quest'anno ipotizza per CinemAmbiente un budget totale di 337 mila euro. Non «più o meno» bensì decisamente «meno» dell'anno scorso. Ma trattasi di una semplice previsione. 

Vabbé, eccovi le notizie essenziali sul Festival: 

La 28^ edizione del Festival CinemAmbiente, la più importante manifestazione italiana dedicata ai film a tema ambientale, organizzata dal Museo Nazionale del Cinema e diretta da Lia Furxhi, si svolge dal 5 al 10 giugno 2025 a Torino e online sulla piattaforma OpenDDB, dove una selezione dei titoli in cartellone sarà visibile in replica, tramite il sito www.festivalcinemambiente.it, fino al 21 giugno.

 

I FILM E LE SEZIONI. L’edizione 2025 presenta 77 film, in arrivo da 26 Paesi e in rappresentanza di 5 continenti, che saranno proposti nelle suddivisioni ormai tradizionali del Concorso documentari, del Concorso cortometraggi e delle due sezioni non competitive Made in Italy e Panorama, e a cui si aggiungono alcune proiezioni speciali. Dalla selezione dell’edizione 2025 emergono costanti, ma anche novità della più recente produzione cinematografica green. I film in cartellone approfondiscono sia temi da tempo al centro del dibattito ambientale – i cambiamenti climatici, l’antropizzazione sempre più devastante del Pianeta, la perdita di biodiversità, le ferite inferte al territorio dallo sfruttamento delle risorse naturali, il pericolo delle pandemie – sia temi emergenti, o tornati alla ribalta, per effetto di mutazioni sempre più rapide nel quadro socio-politico internazionale, come l’energia nucleare, la conquista spaziale di altri mondi data la prevista inabitabilità del nostro, l’ecocidio come strumento bellico. Alle diverse tendenze, il Festival dedica uno spazio specifico attraverso la sezione Panorama, che, articolata quest’anno, per la prima volta, per temi, integra le proiezioni con panel dedicati agli immaginari eco-distopici, al rapporto tra ambiente e guerra, alla reintroduzione e al ritorno della fauna selvatica (soprattutto dei grandi predatori) in contesti oggi fortemente antropizzati.

 

L’APERTURA E LA CHIUSURAIl Festival si inaugurerà giovedì 5 giugno, Giornata mondiale dell’Ambiente, con il film muto Wonders of the Sea, diretto nel 1922 da John Ernest Williamson, una delle prime pellicole della storia del cinema a contenere riprese subacquee dal vero, che sarà musicata dal vivo dai Perturbazione e che intende ricordare l’importanza dei temi al centro della terza Conferenza dell’ONU sugli Oceani, in svolgimento concomitante a Nizza. La chiusura sarà affidata al nuovo film del Premio Oscar Asif Kapadia2073 – Ultima chiamata, che da un futuro distopico lancia un allarme sui pericoli del nostro presente – il declino delle democrazie, l’ascesa delle tecnocrazie, il disastro climatico, il controllo dei dati personali – e che uscirà nelle sale italiane come evento il 16, 17 e 18 giugno a cura di Filmclub Distribuzione.

 

GLI ECOVENTI. Molti, anche quest’anno, gli ecoeventi collaterali, organizzati dal Festival con i suoi numerosi partner. Tra questi: le due installazioni realizzate all’Orto Botanico, in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino e con il suo cartellone di eventi culturali UniVerso, “Traspirazioni sonore” e “Food Jam Session”, che esplorano rispettivamente il potere raffrescante degli alberi e dei suoni e il ruolo dell'udito nella percezione del cibo; la live cinema performance Drowned Paradise del visual artist spagnolo Die! Goldstein; i cooking show degli chef impegnati nella cucina responsabile; la presentazione della Relazione annuale sullo stato dell’ambiente (con Regione Piemonte e ARPA); il panel sul futuro dei green job (con Casacomune); la conferenza-spettacolo di e con Luca Scarlini “Tutti i futuri sbagliati” (con Archivissima), l’ecotalk sugli Ecomusei in scena (con Piemonte dal Vivo).

 

L’ingresso e l’accesso a tutte le proiezioni del Festival (al Cinema Massimo) e a tutti gli eventi sono gratuiti.

Commenti

  1. A parte il TFF che viene menzionato sulle TV nazionali, purtroppo tutte le altre manifestazioni "culturali" torinesi hanno un'eco che finisce al fondo di corso Orbassano.....Del TJF nessuno sa nulla, di Exposed meno che meno, qualsiasi mostra della GAM ha qualche manifesto qua e là in città e basta. Non si può sperare di andare avanti solo perchè c'è un sito web e si mandano un pò di newsletter. Quantifichiamo un pò cosa ha reso la presenza della regione Piemonte all'ITB di Berlino, dove quest'anno si è parlato solo dei laghi piemontesi, impegniamoci al prossimo WTM di Londra magari aggiungendo un paio di voli sul nostro aeroporto per le occasioni particolari così come si fa per lo sci invernale. Si chiama mettere in rete gli sforzi, a Torino ne siamo ancora capaci?

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