Pochi minuti fa, sotto Palazzo Civico, chiacchiero con Giampiero Leo. In quella adocchio la snella figuretta dell'assessore Leon; lei tenta di scansarmi, ma io l'aggancio: "Fra', Appendino s'è vista con quello di Skira?". "Sì", butta lì, mentre svicola. Le domando che cosa si sono detti. "Era un incontro privato". Ok, ma la trasparenza? "Se sarà il caso faremo sapere". Io le comunico che a mio avviso sarebbe il caso. Lei mi conferma che non mi dirà nulla. Io obietto che se non dicono mai nulla non possono lamentarsi delle inesattezze che escono sui giornali. Francesca replica, pronta: "Basta che non scrivete". Prendo nota, le faccio notare sorridendo che diceva così anche il vecchio Giuseppe Stalin, e la saluto. "Ciao bella, ci vediamo fra un po' in Commissione". Lei ricambia il sorriso. Ma comincio a sospettare che mi consideri una piattola.
William Turner, "Il Naufragio" Cristina Seymandi Tanto tuonò che piovve. Sicché posso abbandonare, almeno per un post, la spiacevole incombenza di monitorare i contraccolpi dell'emergenza virale. La storia è questa. Ieri in Consiglio comunale un'interpellanza generale ( qui il testo ) firmata pure da alcuni esponenti grillini o ex grillini, ha fatto le pulci a Cristina Seymandi, figura emergente del sottogoverno cinquestelle che taluni vedono come ideale continuatrice, a Palazzo Civico, del "potere eccentrico" di Paolo Giordana prima e di Luca Pasquaretta poi . E che, come i predecessori, è riuscita a star sulle palle pure ai suoi, non soltanto a quelli dell'opposizione. L'interpellanza prendeva spunto dell'ultima impresa della Seymandi, la mancata "regata di Carnevale" , ma metteva sotto accusa l'intero rapporto fra costei, Chiarabella e l'assessore Unia, di cui è staffista. Alla fine Chiarabella, nell'angolo, h
Gentile Dott. Ferraris, cortesemente può dire loro che si sveglino, cordialmente eh, mi raccomando...
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