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MOZART SECONDO CEDERNA: UNA BUONA OCCASIONE PER ANDARE A TEATRO

Giuseppe Cederna in "Mozart. Il sogno di un clown" al Gobetti per lo Stabile
Ieri pomeriggio sono andato a teatro. 
Io non sono un critico teatrale, e nemmeno un grande esperto di teatro. Sono uno spettatore mediocre, con una certa tendenza ad addormentarmi, e comunque ad annoiarmi se non recitano il mio adorato Shakespeare. 
Però, senza essere né un critico né un esperto, voglio soltanto dire che ieri pomeriggio ho visto uno spettacolo molto bello, e mi pare giusto farlo sapere casomai qualcun altro volesse approfittarne. Lo spettacolo si intitola "Mozart. Il sogno di un clown", di e con Giuseppe Cederna, al Gobetti fino al 25. 
Io sono andato a vederlo perché Cederna è un attore che mi piace; e perché adoro Mozart, che nel mio pantheon musicale siede insieme a Jim Morrison, Jimi Hendrix, Janis Joplin e gli altri genii fuori di testa e rock'n'roll e insomma, ci siamo capiti.
Cederna è un uomo mite e gentile, e non te lo immagini nel ruolo del bello e dannato: ma essendo un attore vero entra nella parte in maniera stupefacente, e tu ti ritrovi davanti Mozart com'era, o almeno come si presume che fosse, in un miracolo d'identificazione che presumo sia il senso del teatro. Quasi una seduta psicoanalitica per l'attore, per il suo personaggio, e anche per te spettatore. 
Vi rassicuro: "Mozart. Il sogno di un clown" non è uno spettacolo palloso. Tutt'altro. Dura un'oretta e mezza scarsa, e ti pare anche meno e ti dispiace che non continui ancora un po'. E' intelligente e pure divertente - dietro di me era seduto un ragazzino di dodici anni che se la spassava un mondo - scritto splendidamente, con belle musiche mozartiane - quindi godibilissime - eseguite dal vivo da Sandro D'Onofrio. Insomma: uno di quei rari spettacoli che a metà non sei già lì a domandarti quando diavolo finisce. 
E niente: questo non è un blog di critica teatrale, né un "dove andiamo stasera". Ma a me lo spettacolo è davvero piaciuto. Mi sembrava giusto dirvelo. Poi fate voi, al solito.

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