Mi spiego. Siamo tutti d'accordo che una delle vergogne di Torino sono le rovine del Palazzo del Lavoro, antico capolavoro di Pier Luigi Nervi da tempo immemorabile abbandonato a decadere alle porte di Torino, quasi a premessa di una città fatiscente.
Se qualcuno si impegna a rimettere all'onor del mondo il Palazzo del Lavoro, ha la mia gratitudine. Ma a condizione che sia un impegno concreto. E concretezza vuole che, ancor prima di annunciare un progetto, sia ben chiaro come e con quali soldi sarà realizzata l'intera operazione: non soltanto il recupero, ma anche la successiva gestione. Non mi sembra questo il caso: e nell'articolo sul Corriere dico perchè.
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