Alessandro Giuli |
E adesso che Genny non c'è più, adesso che – parafrasando Giobbe 17,11 – passarono i suoi giorni e svanirono i suoi progetti, cosa accadrà al Museo Egizio?
Come ben sa l'informato lettore, l'ex ministro 'nammorato non vedeva l'ora di liberarsi della presidente Evelina Christillin e piazzare su quella poltrona un amichetto suo che avrebbe reso impossibile la vita al direttore Christian Greco, così da indurlo a migrare verso altri lidi. Due piccioni con una fava.
Lo scaltro Genny la faceva facile, convinto com'era che il mandato della Christillin scadesse adesso, a settembre. Ma la realtà è quasi sempre più complessa di quanto la immaginano i ministri...
E adesso che Genny non c'è più, adesso che – parafrasando Giobbe 17,11 – passarono i suoi giorni e svanirono i suoi progetti, cosa accadrà al Museo Egizio?
Come ben sa l'informato lettore, l'ex ministro 'nammorato non vedeva l'ora di liberarsi della presidente Evelina Christillin e piazzare su quella poltrona un amichetto suo che avrebbe reso impossibile la vita al direttore Christian Greco, così da indurlo a migrare verso altri lidi. Due piccioni con una fava.
Lo scaltro Genny la faceva facile, convinto com'era che il mandato della Christillin scadesse adesso, a settembre. Ma la realtà è quasi sempre più complessa di quanto la immaginano i ministri. Cerco di semplificare al massimo: in base allo Statuto della Fondazione Museo Egizio, il Collegio dei Fondatori (Ministero, Regione, Comune, Fondazione Crt e Compagnia di San Paolo) delibera a maggioranza assoluta sulla nomina del presidente della Fondazione su designazione del ministro della Cultura. Regione, Comune, Crt e Compagnia inoltre indicano ciascuno un proprio rappresentante nel Consiglio d'amministrazione. Solo con le nomine di tutti i componenti (presidente e consiglieri) il CdA è effettivo.
La designazione della Christillin, firmata dall'allora ministro Franceschini, è datata 14 settembre 2020, però il CdA venne completato soltanto un anno dopo, a causa del ritardo della Regione che indicò il proprio rappresentante il 16 settembre del 2021. Dunque è lecito ritenere che da tale data dovrebbero decorrere i quattro anni della durata in carica di tutti componenti del CdA, compresa la presidente che per un anno non ha potuto espletare in pieno le proprie funzioni: che presidente è chi non ha un CdA da presiedere?
Sono punti di diritto piuttosto complicati: Regione, Comune e fondazioni bancarie alcuni mesi fa avevano tentato di spiegarli a Sangiuliano in una lettera nella quale facevano anche notare l'opportunità che la presidente andasse a scadenza con il CdA l'anno venturo, così da consentirle di completare le manifestazioni e i lavori di restyling del Museo intrapresi per celebrare il bicentenario.
La lettera è rimasta senza risposta. Pare - dico pare – che Cirio avesse ricevuto in merito delle rassicurazioni verbali da Sangiuliano: ma le parole sono parole, e alla luce degli ultimi avvenimenti sono restio a prendere per oro colato tutto ciò che dice Sangiuliano.
Adesso, con il nuovo ministro Giuli, i giochi si riaprono. Più che altro, penso che per il momento il neonominato abbia altre gatte da pelare, prima di tornare a tormentare l'Egizio. Tuttavia, ammesso che prevalga il buon senso e la governance del Museo vada regolarmente a scadenza nell'autunno 2025, la questione è soltanto rinviata. Cosa accadrà fra un anno? Un quarto mandato di Evelina Christillin, per quanto giuridicamente ammissibile e logicamente auspicabile, mi pare – con gli attuali chiari di luna – un'ipotesi poco gradita ai padroni del vapore: e a quel punto il nodo vero diventa la conferma di Christian Greco alla direzione. Pure il suo contratto scade l'anno prossimo, potrebbe essere rinnovato, ma c'è già chi blatera di “fare un bando”, magari per sistemare qualche altro amichetto. Però, a dirsela tutta, secondo voi per quale ragione Greco dovrebbe restare a Torino con un presidente diverso, probabilmente ostile? Finora, con Christillin, ha potuto lavorare nelle migliori condizioni ambientali e ottenere i risultati che sono sotto gli occhi di tutti: quindi ha resistito e resiste alle lusinghe e alle offerte che gli arrivano dalle più prestigiose – e ricche – istituzioni museali dell'universo mondo. Ma fino a quando? E soprattutto, perché? Per amore di un Paese che non riconosce il merito e fa del servilismo politico e dell'appartenenza tribale le uniche virtù da premiare? E poi frignano se i nostri cervelli scappano all'estero...
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