(Lo so che la notizia è ormai vecchia; sono rimasto a lungo indeciso se parlarne o meno. Rigirare il dito nella piaga mi sembrava impietoso, benché istruttivo e utile: in fondo, trattasi a mio sommesso avviso di un ulteriore tassello nella costruzione della nostra candidatura a capitale europea delle figure di emme. Alla fine hanno prevalso i doveri della cronaca e ho deciso di limitarmi a riferire il fatto, a futura memoria, astenendomi dai commenti. Tutto qui).
Si è chiusa con un nulla di fatto la disputa giudiziaria tra il Museo del Cinema e la Cinémathèque française per una mostra su James Cameron “sfuggita” a Torino e allestita, invece, a Parigi. Beh, aspetta, nulla di fatto mica tanto: il giudice ha deciso che il Museo del Cinema non ha diritto ai 700 mila euro di risarcimento danni che pretendeva dalla Cinémathèque, in compenso dovrà pagare 40 mila euro alla Cinémathèque come risarcimento del danno d'immagine causatole da alcune improvvide dichiarazioni rilasciare dall'allora direttore Mimmo De Gaetano. Insomma, per restare nell'ambito della cinematografia francese, "L'arroseur arrosé".
Rapido resumé a beneficio degli immemori: fra Museo e Cinémathèque c'era un contratto di co-produzione, firmato il 4 novembre 2022, per l’organizzazione della mostra di James Cameron. Gli accordi prevedevano che l’esposizione si sarebbe tenuta prima a Torino nell'autunno 2023 e poi a Parigi nel 2024. La Cinémathèque doveva inoltre curare con la fondazione di James Cameron un contratto di partnership trilaterale. Pare che quel contratto non sia andato in porto. Sta di fatto che già il 2 dicembre del 2022 James Cameron in persona dichiarava, in un'intervista all'emittente francese TF1, che "l'exposition" si sarebbe fatta a Parigi nel 2024, senza neppur menzionare Torino: proprio come se ignorasse il coinvolgimento, o addirittura l'esistenza, del Museo del Cinema.
A farla breve: all'inizio del 2023 volano gli stracci, i francesi decidono che la mostra la faranno prima loro loro perché (versione della Cinémathèque) la squadra del Museo non sembra in grado di allestirla nei tempi previsti. Accuse reciproche, narrazioni contradditorie. La mostra di Cameron a Torino non si fa, e il Museo del Cinema trascina in tribunale la Cinémathèque chiedendo 700 mila euro di risarcimento per "grave inadempienza".
Adesso la sentenza: il giudice ha deciso che il progetto non è saltato per colpa di uno dei litiganti, bensì per il mancato assenso della Fondazione di Cameron alla mostra di Torino. Quindi pari e patta. L'unico a pagare sarà il Museo del Cinema (ovvero la nostra comunità) in virtù delle avventate parole dell'ex direttore.
Adesso la sentenza: il giudice ha deciso che il progetto non è saltato per colpa di uno dei litiganti, bensì per il mancato assenso della Fondazione di Cameron alla mostra di Torino. Quindi pari e patta. L'unico a pagare sarà il Museo del Cinema (ovvero la nostra comunità) in virtù delle avventate parole dell'ex direttore.
Fare pagare a lui. Il Direttore.
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