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LA RICERCA DEL SACRO PASS

Eh beh, incombe il Salone del Libro e quindi mi sono attivato per procurarmi il relativo accredito stampa.
Ok, ok, lo ammetto: il pass gratuito del Salone del Libro è un bieco privilegio dei giornalisti che, si sa, al Salone ci vanno per darsi alla deboscia, mica per lavorare. Nulla però è gratis a questo mondo, neppure un pass gratuito per il Salone del Libro: in verità lo paga in sangue, sudore e lacrime il coraggioso guerriero jedi che affronta la perigliosa procedura telematica d'accreditamento predisposta dall'Oscuro Signore degli Accrediti.
(Una premessa metodologica: mi rendo conto che 'sta storia è terribilmente autoreferenziale, sai che gli importa ai non giornalisti dell'accredito stampa del Salone. Difatti la storia non la racconto sul giornale. Però il blog è una cosa personale, e a che mi servirebbe il blog se non scrivessi manco qui quanto mi ha esasperato il marchingegno degli accrediti del Salone? D'altronde, liberissimi tutti di non leggere, se giustamente non gliene può fregar di meno; io mi sbollisco comunque, e nessuno si fa male).
Dunque, ieri sera affronto la procedura per richiedere il benedetto accredito stampa. I primi passi sono banali. Gli emissari telematici dell'Oscuro Signore chiedono la mail e la password, ovviamente dimenticata ma facile da reimpostare. Vabbé, il pc si blocca un paio di volte, ma – pensa il guerriero jedi per farsi animo – sarà colpa del pc, mica della procedura...
Già, la procedura vera comincia con la scheda che impone all'aspirante accreditato di dichiarare il «genere», invitandolo a «selezionare un valore», ovvero «maschio», «femmina» o «altro»; ma c'è pure l'opzione «preferisco non rispondere». Il guerriero jedi, forte e paziente, risponde.
La seconda prova consiste nell'indicare la «città di residenza» e il guerriero jedi la supererebbe brillantemente, se la pagina non si bloccasse. Il guerriero jedi invoca sulla tecnologia e su chi la usa per affliggere gli umani tutte le maledizioni degli antichi dei cosmici - l'Indicibile Chtulhu, Yog Sothoth il Guardiano della Soglia, e il Grande Mazinga - e ripete il percorso due o tre volte, finché non espugna l'elenco delle città da selezionare tra quelle della provincia di Torino (non chiedetemi che cosa succede se uno sta, poni, a Savona...); città che la scheda sciorina in ordine alfabetico, da Agliè e fino a Candiolo dove si ferma e rifiuta di scorrere ulteriormente. Bon, pensa il guerriero jedi, non facciamone una questione di campanile, sono cittadino del mondo, vada per Candiolo e tiremm'innanz.
Ed ecco la prova più dura: il guerriero jedi deve rivelare chi lo manda. Che in pratica sarebbe la testata per cui scrive, ma il pigro aspirante accreditato non speri di cavarsela con un banale «scrivo per il giornale Tale». I detective dell'Oscuro Signore vogliono fare piena luce sui mandanti del guerriero jedi: codice fiscale dell'editore (e lo chiedono a me che a stento ricordo il mio?), ragione sociale, via, numero civico, Cap, città: e lì naturalmente lo scorrimento si blocca un'altra volta impedendo l'accesso al rigo destinato al nome della città. Soltanto un astuto stratagemma (rimpicciolire la schermata per accrescere lo scorrimento) elaborato dopo una mezza dozzina di «la pagina non risponde» consente al guerriero jedi di intrufolarsi nel rigo e scriverci dove diavolo si nasconde la misteriosa entità editoriale.
Confrontate a sì arduo cimento, risultano quasi agevoli le ultime tappe del mistico percorso, seppur complesse da decifrare su una videata lillipuziana, e funestate da una robusta dose di «pagina non risponde» con relativo ritorno al punto di partenza: almeno così il guerriero jedi s'impara a memoria il codice fiscale del suo editore, che nella vita può sempre tornare utile. Invece l'eroe non saprà mai se «settore di interesse», voce finale del Questionario Infinito, si riferisca a lui o all'editore: comunque le risposte che è dato di scorrere sono solo due, «cultura» o «turismo»: un po' limitativo, sia per l'accreditando, sia per l'editore. E se uno poni caso scrive per "Segugi & Cavalli"? Ma non c'è tempo per disquisizioni poetiche: il guerriero jedi sceglie «cultura», allega la foto della tessera professionale e preme «invio». Pronta (e automatica) è la replica dei Grandi Inquisitori: a mezzo mail confermano l'apertura di una «fase di valutazione» che, precisano, «può richiedere fino a 72 ore». Si presume per ulteriori accertamenti, informative dei servizi segreti e pareri del collegio cardinalizio. D'altra parte, se all'imbranato protagonista di questa veridica storia ci sono volute due ore per compilare la richiesta d'accredito, gli emissari dell'Oscuro Signore potranno ben impiegarne 72 per passarla ai raggi X.
Purché non scoprano che non abito a Candiolo.

Commenti

  1. E bada ben che la scansione della tessera sia fresca di giornata, ché se ne metti una che avevi già in computer dall'anno scorso ti arriva la mail in cui ti si richiede di inviare immagine che includa il bollino 2025!

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  2. Chiedo scusa, ho scordato di firmare il commento appena inviato

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  3. sono riusciti a complicare uno degli accrediti online più semplici del mondo. In fondo la tessera professionale dovrebbe essere la giusta garanzia, considerando che più del 70% dei disgraziati che provano a fare questo mestiere sono freelance a 10 euro lorde ad articolo e che ancora non sanno a che editore venderanno il loro pezzo sul Salone. Tra l’altro abitare a Cadiolo non è nemmeno tanto ben augurante.

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