È proprio vero: Torino non sta mai ferma. Così, mentre il vostro umile cronista già frescheggia nella casa sulla scogliera, la città che non dorme mai sale ancora una volta all'onore delle cronache nazionali per un ennesimo casino legato al frizzante ambiente culturale: merito di un deputato cinquestelle che scopre (ma basta là...) che pure a destra alligna l'amichettismo, nella declinazione dio-patria-famiglia-soprattutto-famiglia.
Oggetto del contendere è il contratto di consulenza da 30 mila euro che il Museo del Cinema ha stipulato con Tiziana Rocca, moglie del direttore del Tff Giulio Base, in qualità di "talent handler": parlando come mangiano, significa che costei continuerà (come l'anno passato, però pagata) a portare a Torino vagonate di star per la gioia di grandi e piccini, e soprattutto di politici e barbapapà assortiti vogliosi di selfies prestigiosi. Così il Tff somiglierà sempre più ad altre manifestazioni già dirette dalla Rocca medesima, tipo il Festival di Taormina. Cose da località turistiche, insomma. D'altronde, Torino è una località turistica, no? Manca solo il mare.
Morale della favola: neanche il tempo di disfare i bagagli e mi sono ritrovato a scrivere (vista mare, per fortuna...) l'articolo uscito stamattina sul Corriere, che potete anche leggere a questo link.
A me non interessa con chi è sposata, ma se invece di accompagnare sul tappeto vecchie cariatidi amerikane portasse a Torino nuovi talenti internazionali, allora lo stipendio se lo sarebbe guadagnato veramente. Invece così il TFF noleggia solo la sua agendina del telefono.....
RispondiEliminaSe 30mila Euro li dessimo a Sean Baker (che al Festival veniva quando l'Oscar era ancora molto lontano nel tempo e che si fermava a parlare con il pubblico dopo le proiezioni) ci aiuterebbe a organizzare una sezione Indie / Opera Prima da paura.
RispondiEliminaOppure potremmo pagare dei selezionatori che non si chiedano se è ora di censurare una Poltrona per Due... https://www.vanityfair.it/article/una-poltrona-per-due-film-razzismo-polemiche
Sembra una parodia fatta da quelli di South Park, ma purtroppo è un articolo serio scritto da chi - non da solo ovviamente - decide cosa dobbiamo vedere al TFF. Non a caso metà dei film dell'edizione scorsa sembravano l'uno il clone politically correct dell'altro.