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UN ORGANETTO CONTRO IL CATTIVO GUSTO


L'organetto di Barberia davanti a Palazzo Reale. Visto? Il buon gusto è facile
Piccolo resumé della domenica di un turista in città.
Stamattina decido di andare con un paio di amiche a rivedere la mostra di Tamara de Lempicka - ormai con Tamarona siamo quasi fidanzati - e in centro ci arrivo con la metro perché è tutto bloccato per la sgambettata benefica.

Mai senza musica baracca

Risalgo da Porta Nuova a piazza Castello e mi ribecco il villaggio vermiglio e il muro marcio di piazza San Carlo. Sono quasi le dieci del mattino e voi vi domanderete: c'è pure la musica? Ma certo che c'è la musica! Musica baracca, ovviamente. Nel silenzio non si può correre. Ma non avevano inventato le cuffiette? Vabbé, non è neanche colpa loro. In democrazia (e il muro democratico è lì a ricordarmelo) ciò che non è vietato è legittimo.Quindi è inutile e pure ingiusto prendersela con gli artefici di certe carnevalate.
Splendori del Baracco piemontese
Il buon gusto non è mortadella, non lo compri dal salumaio. Non puoi pretenderlo dal quidam de populo. Spetta agli amministratori porre limiti all'inventiva del cattivo gusto.

Tamara chi?

Sbuco in piazza Castello, miracolosamente libera da baracconi, e laggiù in fondo mi attende Palazzo Chiablese, porto di bellezza. Visito la mostra. Ogni volta è una gioia. C'è folla. Dialogo all'ingresso fra una viandante e un giovanotto: - Viandante: Ma chi è questa Tamara?. - Giovanotto: Una pittrice. - Viandante: E cosa dipinge? - Giovanotto (vago): Ehu... Nature morte; ma anche altro. - Viandante (caparbia nella volontà di sapere): E che genere di pittura è? - Giovanotto (ormai nel panico, tipo Walter Chiari nel Sarchiapone): Moderno... Tipo astratto. La viandante ringrazia e se ne va. Ooookkkkey. Tamara for masses is something to be.

Frittua de pigneu, giancu de Purtufin

Dopo Tamarona ce ne andiamo a pranzo in un posto nuovo, Sciamadda, una friggitoria ligure in via Maria Vittoria 32 segnalata dal mio gastronomo di riferimento Luca Iaccarino (mai rifilato una fregatura). Il menù mi ricorda il testo di Crêuza de mä. Frittura di pesciolini (frittua de pigneu, giustappunto) memorabile. E frittelle di borragine. E vi consiglio anche la focaccia di Recco con il caglio anziché il pedestre stracchino.
Copertoni d'auto per la favela di piazza Carlo Alberto

La favela che non t'aspetti

In piazza Vittorio il baraccone delle figurine è assediato dalla ragazzaglia. Io torno verso Porta Nuova e passo da piazza Carlo Alberto. Mi mancava: ci sono due gazebi verdi, sotto i gazebi un sound system che spara musica a palla, e davanti ai gazebi una specie di campetto da calcio (o skate, vassapere) delimitato da copertoni d'auto (confermo la lettura: c-o-p-e-r-t-o-n-i. Proprio come nelle favelas). Appoggiato sui copertoni uno striscione. Presumo sia l'orgogliosa bandiera dei responsabili del piccolo villaggio. Tiro dritto. "Ormai vale tutto", penso, un po' (un po' tanto) rimminchionito.

L'Egizio è pronto, ancora due pennellate e abbiamo finito

Ultimi ritocchi al nuovo Museo Egizio
Ma fatti pochi passi, all'ingresso laterale del Museo Egizio, vedo un giovane lavoratore che ci dà di pennello per gli ultimi ritocchi al portone, in vista del fatidico 1° aprile. E mi sento meglio. Torino, per fortuna, è anche questo.

Il semplice miracolo dell'organetto di Barberia

Ilda Curti: preziose informazioni
Dimenticavo. Stamattina in centro ho persino sentito musica piacevole. Non invasiva. Che migliorava l'ambiente urbano anziché degradarlo. Davanti alla cancellata di Palazzo Reale s'è piazzato un suonatore girovago con l'organetto di Barberia. Un piccolo delizioso momento molto parigino. Il suonatore e la sua musica erano simpatici. Non frantumavano gli zebedei a nessuno.
Offrivano un sottofondo sonoro elegante e discreto. La gente era contenta. Metteva le monetine nel barattolo, e i turisti fotografavano.
La civiltà di una grande città comincia dalle piccole cose. E a proposito della questione dei musicanti di strada. Date retta a 'sto cretino: non è la musica che disturba. Neanche se sparata con l'amplificatore, quando dietro all'amplificatore c'è un musicista vero.
Ciò che invece disturba è la protervia di chi impone al prossimo musica brutta, volgare, mal suonata e corriva. Non importa il volume. Importa la qualità.

Commenti

  1. Riporto qui un commento scritto su Fb dall'amico Nico Ivaldi: "Ciao Gabo, il suonatore girovago con l'organetto di Barberia si chiama Alberto Bertolino ed è uno dei protagonisti del libro Torino on the Road, ventisette storie di artisti di strada, di prossima uscita per Editrice Il Punto - Piemonte in Bancarella. Scusa per il consiglio per gli acquisti, ma Alberto non meritava l'anonimato..."

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