Non c'è scampo: sono destinato alla nona bolgia, quella dei fomentatori di discordia (dantescamente "seminator di scandalo e di scisma"). Vuol dire che prima o poi mi ritroverò nel ventottesimo canto dell'Inferno in compagnia di Maometto e altre persone interessanti. E giuro, non lo faccio apposta. Non sempre almeno. Stavolta, anzi, ero animato dalle migliori intenzioni. In un articolo sul Corriere di un paio di settimane fa avevo tratteggiato un profilo sbarazzino della Marina Chiarelli, neoassessore alla Cultura, e dunque, in seguito, m'era sembrato civile e democratico aderire alla richiesta della medesima di dire la sua (una testata locale parla oggi di “intervista riparatoria”. Sto par di ciffole: né intervista - ma cortese colloquio - e men che meno riparatoria, in quanto non c’era un bel niente da “riparare” e non è mio costume cospargermi il capo di cenere per aver fatto, bene, il mio lavoro. NdG) .
Abbiamo letto con stupore le dichiarazioni della ex collega Marina Chiarelli rilasciate al Corriere Torino. Per comprensione dei lettori contestualizziamo. L’intervista veniva richiesta dalla stessa Chiarelli per replicare ad un precedente articolo in cui veniva tratteggiato il suo profilo politico. La sollecitazione si era resa necessaria, agli occhi di Chiarelli, per la non edificante descrizione dell’abile Gabriele Ferraris, il quale, con verve, metteva in luce alcuni episodi che avevano contraddistinto il mandato della neo assessora regionale (rimborsi chilometrici bizzarri, incarichi legali inopportuni, affidamento diretto che portò ad un esposto in Procura firmato dall’opposizione). Invece di farsi un esame di coscienza l’ex collega, allo scopo di mettere in ombra gli episodi (fatti, non giudizi) raccontati dal giornalista, afferma di non aver votato delibere cha, a suo dire, peccavano di favoritismo erigendosi così a paladina dell’imparzialità. Di tali fatti non abbiamo memoria alcuna, mentre abbiamo memoria di quanto raccontato dal giornalista. Auguriamo all’ex collega buon lavoro nella nuova esperienza, augurandoci davvero che la sua sia stata solamente un’uscita infelice. Intanto attendiamo (ancora) una telefonata o un messaggio di chiarimento.
Alessandro Canelli, sindaco di Novara, con gli assessori Teresa Armienti, Silvana Moscatelli, Luca Piantanida, Raffaele Lanzo, Rocco Zoccali e Valter Mattiuz
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