Quando si dice una notizia scontata. Dal Comune fanno sapere che "il consiglio di amministrazione di Fondazione per la Cultura, presieduto dal sindaco Stefano Lo Russo, ha confermato Alessandro Isaia come segretario generale della Fondazione per il prossimo triennio". E fin qui, tutto secondo copione: era logico confermare Isaia, che nei cinque anni del suo primo mandato s'è quotidianamente immolato nell'improba impresa di assecondare e dare un senso anche alle più strampalate invenzioni (dal Jazz Festival a Todays, a Exposed) dei suoi referenti, sindaci e assessori di turno. La forza dei nervi distesi, indispensabile complemento di un'esperienza di lunga data nel management culturale, gli ha consentito di guidare con la massima dignità possibile il carrozzone inventato nel 2008 da Fassino per promuovere "la raccolta di fondi da erogare a favore di iniziative culturali" (qui la competenza passa a "Chi l'ha visto?") e "la diffusione e la valorizzazione delle proposte culturali". Questo da Statuto. Nei fatti, la Fondazione è diventata fin da subito il braccio operativo del Comune-impresario, e ad essa viene costantemente affidata l'organizzazione di iniziative e festival inventati a Palazzo Civico.
Ad ogni modo, Isaia in questi cinque anni di martirio ha tenuto botta, gestendo il gestibile e pure, per quanto possibile, l'ingestibile. Dunque riconferma meritatissima e scontata. Però per arrivarci hanno dovuto metter su il solito teatrino, ovvero - ci informa il Comune - "una manifestazione di interesse pubblicata lo scorso 10 febbraio con scadenza 12 marzo per l’incarico, cui erano pervenute 14 domande, 12 delle quali ritenute valide". E alla fine della fiera, ecco che "a seguito della valutazione delle candidature, i consiglieri hanno individuato in Alessandro Isaia il profilo più adeguato". Ma dai? Ma che sorpresona, che colpo di scena! Chi se lo sarebbe mai aspettato?
Vabbé, so' regazzi, s'hanno da divertì.
Vabbé, so' regazzi, s'hanno da divertì.
Zenni resta al Tjf
Contemporaneamente c'è stata pure, da parte della Fondazione Cultura, la riconferma di Stefano Zenni alla direzione del Torino Jazz Festival fino al 2027, sull'onda della riuscita della tredicesima edizione che - stando ai dati diffusi dal Comune - in 8 giorni di programmazione, dal 23 al 30 aprile, più gli eventi di anteprima dal 15 al 22 aprile, ha registrato 19.184 presenze per un totale di 87 appuntamenti (quindi abbiamo una media di 220 presenze ad appuntamento). Di tali appuntamenti, 71 erano concerti, organizzati in 58 luoghi della città. Sempre stando a quanto dichiara il Comune, ai concerti principali hanno assistito 11.384 spettatori, e 3.300 ai 27 concerti nei 19 club coinvolti. I Jazz Blitz in 21 appuntamenti hanno raggranellato 2.000 persone; 2.500 spettatori hanno seguito invece gli appuntamenti Jazz Cinema, Jazz Talk e Jazz Special.
Contemporaneamente c'è stata pure, da parte della Fondazione Cultura, la riconferma di Stefano Zenni alla direzione del Torino Jazz Festival fino al 2027, sull'onda della riuscita della tredicesima edizione che - stando ai dati diffusi dal Comune - in 8 giorni di programmazione, dal 23 al 30 aprile, più gli eventi di anteprima dal 15 al 22 aprile, ha registrato 19.184 presenze per un totale di 87 appuntamenti (quindi abbiamo una media di 220 presenze ad appuntamento). Di tali appuntamenti, 71 erano concerti, organizzati in 58 luoghi della città. Sempre stando a quanto dichiara il Comune, ai concerti principali hanno assistito 11.384 spettatori, e 3.300 ai 27 concerti nei 19 club coinvolti. I Jazz Blitz in 21 appuntamenti hanno raggranellato 2.000 persone; 2.500 spettatori hanno seguito invece gli appuntamenti Jazz Cinema, Jazz Talk e Jazz Special.
In Fondazione Musei arriva Minoja
Si apprende intanto che anche la Fondazione Torino Musei ha scelto il segretario generale (uno nuovo, però) che succede ad Elisabetta Rattalino. Si chiama Marco Minoja, milanese, 60 anni, laureato in Lettere classiche con specializzazione in etruscologia (ha all'attivo numerose pubblicazioni su tale materia), dirigente del ministero della Cultura dal 2009, già soprintendente per i Beni archeologici di Cagliari e Oristano, e in seguito anche di Sassari e Nuoro, quindi dell'Emilia Romagna, attualmente direttore generale della Fondazione Milano Scuole Civiche. Non mi è ben chiaro cosa ci azzecchino gli Etruschi, l'archeologia e le Scuole Civiche milanesi con le mission e i contenuti di Palazzo Madama, Gam, Mao e Artissima. Qui da noi l'archeologia sta al Museo di Antichità di Palazzo Reale, e non c'entra con la Fondazione Musei. Ma quello del segretario generale è un ruolo amministrativo e gestionale, e sono strasicuro che andrà tutto bene (oggi sono in mood positivo).
I numeri del Torino Jazz festival sono drammaticamente bassi. E' chiaro che finchè si tengono dei concerti nelle bocciofile, nelle osterie e nei cortili non ci si può aspettare di più (ma almeno sono gratis). I "nomi di richiamo" sono sempre i soliti 3/4 ed infatti i "tutto esaurito" nelle sale sono solo 5. Allora suggerirei umilmente due cose: 1) sarebbe il caso si accorpare il Torino JF con Moncalieri JF e fare un cartellone unico usando anche spazi più grandi come i giardini reali di Torino, Moncalieri, Stupinigi, Venaria, per esempio. 2) Zenni potrebbe dare un'occhiata su Youtube per accorgersi che c'è un mondo di giovani talenti (Slovenia-Academy of music Big band, Giappone-The jazz
RispondiEliminaavengers, Corea del Sud-Jimin Dorothy e Yohan Kim) i quali non aspettano altro che venire in Italia a suonare, ma nessuno li invita. Però nel resto d'Europa ci vanno. Aspettiamo che passino i settant'anni anche loro?