S'ignora, e anche in futuro sempre s'ignorerà, quando è cominciata la stagione 2024/25 del Teatro Regio. Fino a un paio di settimane fa pareva pacifico che la "prima" fosse fissata per il 23 novembre con le mozartiane "Nozze di Figaro". Il grande progetto delle "tre Manon" - quella di Puccini, quella di Massenet e quella, semisconosciuta, di Auber - che ha debuttato ieri sera e proseguirà fino al 29 ottobre, veniva considerato uno "special" a sé, oppure una "coda" della stagione 2023/24. Tant'è che a qualcuno era sembrata una mossa improvvida, specie sul piano della comunicazione, non esaltare con il crisma dell'apertura di saison un'operazione tanto impegnativa (in tutti i sensi) e artisticamente straordinaria come è in effetti questa "Manon Manon Manon". Via via che ci si avvicinava al debutto, tuttavia, ho assistito a un progressivo aggiustamento del tiro, con alcuni giornali che cominciavano a definire la serata di ieri come "la prima del Regio", con tutto ciò che comporta - anche in termini di dress code e mondanità - tale definizione. Morale: all'ultimo momento, dopo frenetiche consultazioni telefoniche, ho dovuto riporre il mio sobrio completo grigio e schierare anticipatamente lo smoking per assistere allo spettacolo pucciniano di ieri sera. Mossa provvida, peraltro, perché al Regio ho trovato uno dei più folti schieramenti di black ties che io ricordi: ok, c'erano pure i soliti sciattoni, ma con il completo grigio io mi sarei senz'altro sentito come l'omino verde nella barzelletta rossa.
Purtroppo, e forse anche per via dei garbigli comunicativi, il teatro non era pieno, ed è un peccato perché lo spettacolo è eccellente. Temo tuttavia che il progetto "Manon Manon Manon" andasse meglio spiegato al pubblico: sospetto molti non abbiano ben compreso in che cosa esattamente consista. Ma questi sono problemi che dovrà smazzarsi la comunicazione del Regio. A me, invece, resta un dilemma: il 23 novembre devo mettermi lo smoking o basta il completo grigio? O sarà meglio quello blu scuro? Eeeh, son problemi...
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