Passa ai contenuti principali

SOLID LIGHT E LUCE DEL BAROCCO. SENZA OFFESA, PREFERISCO ANCORA IL BAROCCO


Era un bel po' che - per un motivo o per l'altro - non mi capitava più di andare alla Reggia di Venaria. Quindi ieri ho considerato mio dovere farci un salto per la presentazione della mostra "Solid Light" di Anthony McCall, ennesimo frutto del consolidato rapporto con la Tate di Londra. Rapporto che benedico per avermi regalato in passato le mostre di Constable, Turner e Blake. Quanto a quella attuale, che dire? Trattasi, leggo, di “sculture luminose” che "consistono in scenografici fasci di luce piani, curvi e conici tesi a delineare volumi che, come lame fisiche, percorrono spazi oscurati: alla Venaria Reale, attraverso una lettura contemporanea inedita, entrano in dialogo con gli ambienti barocchi e le prospettive della Reggia, coinvolgendo direttamente il visitatore in esperienze che espandono e superano le tradizionali performance del cinema artistico". Il tutto nell'ambito del programma "Into the Light" che (relata refero) "è il filo conduttore di tutta la programmazione della Venaria Reale a partire dal 21 giugno 2025, con eventi espositivi, incontri, approfondimenti e iniziative speciali dedicate", che "contraddistingue significativamente fino al prossimo anno le attività della Reggia e dei suoi Giardini. Il grande tema della “luce” nell’arte, di particolare importanza in generale in età barocca, si esprime alla Reggia attraverso i suoi capolavori architettonici: la Galleria Grande, la Cappella di Sant’Uberto e la Citroniera di Filippo Juvarra", per cui "la programmazione di Into the Light mira ad esaltare le caratteristiche intrinseche che connotano la Reggia per riproporre al pubblico l’Italian Royal Experience nelle diverse declinazioni ed ambiti di interesse (culturali, di svago e benessere)".

A farla semplice semplice, c'è una stanza buia attraversata da fasci di luce e il visitatore, passandoci in mezzo, crea "opere d'arte" sempre diverse. Belli i tempi quando gli artisti le opere d'arte le facevano loro, e tu ti limitavi a guardarle. 

Ok, io in questi territori non mi ci avventuro, non sono la mia cup of tea. Tuttavia la visita alla mostra, ospitata nella Citroniera della Reggia, è altamente raccomandata a chiunque, amante o nemico dell'arte contemporanea, soprattutto in questi giorni di calura africana: il condizionamento dell'ambiente è impostato su "inverno siberiano", con un leggero sibilo di sottofondo che richiama le rigeneranti bufere della steppa. Un'oasi di frescura per grandi e piccini (e per di più i piccini si divertiranno a ruzzare in mezzo ai fasci luminosi) senz'altro più appagante dei centri commerciali.

Quanto a me, ieri ho posto rimedio a un mio grave errore: non avevo ancora visitato la fantasmagorica mostra "Magnifiche collezioni" che in Sala delle Arti regala lo splendore della pittura barocca alla sua massima espressione con le collezioni e le quadrerie delle grandi famiglie genovesi tra Sei e Settecento. Fate conto che uno entra e subito, tanto per metter le cose in chiaro, incappa in un Rubens da paura. E poi ancora Rubens, Van Dyck come se piovesse, "Amor sacro e Amor profano" del divino Guido Reni (nella foto), Luca Giordano con un imponente "Ratto delle Sabine", Orazio Gentileschi... Ma il godimento assoluto è ritrovare, nel centinaio di opere esposte, la firma di artisti che vorresti più apprezzati, più conosciuti, a cominciare da quella "scuola genovese" del Seicento che generò personalità quali Bernardo Strozzi, Domenico Piola, Giovan Battista Carlone, il Sarzana, il Grechetto, il Baciccio, lo scultore Filippo Parodi. E con loro altri fuoriclasse outsider:  il magnifico Procaccini (da urlo la sua "Ultima cena"), il Borgognone, Carlo Maratti...

L'allestimento è all'altezza, con un percorso ragionato, tabelle esplicative esaurienti, e pannelli tattili per presentare le principali opere ai non vedenti. E poi, lasciatemelo dire, con tutto il rispetto per i "dialoghi" fra antico e contemporaneo, in un capolavoro d'architettura barocca i capolavori della pittura barocca hanno il loro bel perché.

Vabbè, s'è capito che ne sono entusiasta? Quest'estate, per qualsiasi motivo andiate alla Reggia, fatevi il regalo di visitare "Magnifiche collezioni". Ok, le opere arrivano tutte dai musei genovesi, quindi normalmente bastano due ore di treno per vederle, ma tanto vale risparmiarsi la trasferta... 

Da oggi e fino al 31 agosto la mostra è aperta anche in orario serale. Io stasera alla Reggia ci torno per il concerto di Ray Gelato, ma quasi quasi un salto in mostra lo faccio: la bellezza non annoia mai.


Commenti

Post popolari in questo blog

ADDIO, LUCA

Luca Beatrice ci ha lasciati all'improvviso, tradito dal cuore all'età di 63 anni. Era stato ricoverato lunedì mattina alle Molinette in terapia intensiva. Non sto a dirvi quale sia il mio dolore. Con Luca ho condiviso un lungo tratto di strada, da quando ci presentarono - ricordo, erano gli anni Novanta, una sera alla Lutèce di piazza Carlina - e gli proposi di entrare nella squadra di TorinoSette. Non me la sento di aggiungere altro: Luca lo saluto con l'articolo che uscirà domani sul Corriere . È difficile scriverlo, dire addio a un amico è sempre triste, figuratevi cos'è farlo davanti a un pubblico di lettori. Ma glielo devo, e spero che ne venga fuori un pezzo di quelli che a lui piacevano, e mi telefonava per dirmelo. Ma domani la telefonata non arriverà comunque, e pensarlo mi strazia. Ciao, Luca. Funerale sabato 25 alle 11,30 in Duomo.

L'UCCELLINO, LA MUCCA E LA VOLPE: UNA FAVOLA DAL FRONTE DEL REGIO

Inverno. Freddo. Un uccellino intirizzito precipita a terra e sta morendo congelato quando una mucca gli scarica addosso una caccona enorme e caldissima; l'uccellino, rianimato dal calore, tutto felice comincia a cinguettare; passa una volpe, sente il cinguettìo, estrae l'uccellino dalla cacca e se lo mangia. (La morale della favola è alla fine del post) C'era una volta al Regio Ora vi narrerò la favola del Regio che dimostra quanta verità sia contenuta in questo elegante aforisma. Un anno fa Chiarabella nomina alla sovrintendenza del Regio William Graziosi, fresco convertito alla causa grillina, imponendolo al Consiglio d'indirizzo e premendo sulle fondazioni bancarie: "Io non vi ho mai chiesto niente - dice ( bugia , ma vabbé) - ma questo ve lo chiedo proprio".  Appena installatosi, Graziosi benefica non soltanto i nuovi collaboratori marchigiani, ma anche i fedelissimi interni. Però attenzione, non è vero che oggi al Regio sono tutti co ntro Graz...

CULICCHIA DIRETTORE DEL CIRCOLO

Uscito sul Corriere e non disponibile on line. È andata come era previsto, e logico: Giuseppe Culicchia è il nuovo direttore del Circolo dei Lettori. Nomina scontata, se solo si considera il curriculum: scrittore affermato in Italia e pubblicato anche all'estero; solidi legami sia con la scena culturale cittadina, sia con l'editoria nazionale; esperienza nel mondo dei giornali; una lunga collaborazione con il Salone del Libro; apprezzato anche al Circolo, dove dirige un festival letterario, «Radici», di ottima qualità. Insomma, il perfetto kit del candidato naturale alla successione di Elena Loewenthal, anche a prescindere dall'endorsement – alquanto sfacciato – del fratello d'Italia Maurizio Marrone; endorsement che a Culicchia ha fatto più male che bene, facendone involontario oggetto di scontri di potere e appiccicandogli addosso un'etichetta «politica» che dubito gli appartenga e comunque non s'è avvertita nelle sue scelte alla direzione di «Radici», onestam...