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TRA CONCORDIA E CONFLITTO, VENARIA INVENTA L'INSTANT CDA

C'è un po' di casino a Venaria Reale attorno alla Fondazione Via Maestra, che gestisce le attività e le strutture culturali della città, fra cui il Teatro della Concordia. Mi pare una piccola bega da politica di paese, con i soliti politici pasticcioni che manco sanno dove mettono le mani: però coinvolge due realtà importanti del tessuto teatrale torinese, quindi ve la racconto.
L'altro ieri il Consiglio dei soci della Fondazione Via Maestra, di cui fa parte il Comune di Venaria, ha annunciato i tre componenti del nuovo Consiglio d'Amministrazione, scelti tra i quindici partecipanti al bando pubblico che si è chiuso l'8 aprile scorso: i tre sono Andrea Dalla Chiara (presidente), Amedeo Seyssel e Claudia Spoto. 
Il nome di Claudia Spoto ha suscitato le proteste dell'opposizione Pd in Consiglio comunale, che sottolinea un potenziale conflitto d'interesse. Il Comune di Venaria è retto da una giunta cinquestelle, quindi l'accusa di avallare un conflitto d'interessi è particolarmente sanguinosa.

Una donna, due teatri

Claudia Spoto
Claudia Spoto è proprietaria e direttrice artistica del Teatro Colosseo di Torino; e il Teatro Colosseo ha un tipo di programmazione molto simile a quella del Concordia.
Conosco bene Claudia Spoto e la considero, oltre che una delle migliori professionalità in Piemonte nel settore teatrale, una persona onesta. Inoltre tra il Concordia e il Colosseo esistono delle differenze tecniche che li rendono meno antagonisti di quanto sembri a prima vista. Parlo soprattutto dei concerti ospiti: come pratica normale, infatti, gli organizzatori dei concerti scelgono l'una o l'altra struttura in base alle capienze e altre considerazioni squisitamente pratiche. Il Concordia ha il vantaggio di poter accogliere un numero maggiore di spettatori; ma il fatto di essere fuori Torino comporta una perdita di pubblico potenziale che viene calcolata dagli operatori attorno al 20 per cento in meno rispetto a una sala torinese.
D'altra parte, i due teatri hanno ciascuno una propria stagione di prosa, e lì in particolare una concorrenzialità (con conseguente conflitto d'interessi) è possibile al momento di scegliere un determinato spettacolo che interessa entrambi i direttori artistici delle due strutture: fa parte delle normali dinamiche della concorrenza "soffiarsi" un personaggio o un allestimento di grande richiamo. E' successo in passato, potrebbe succedere in futuro.

Competenze e conflitti

E' pur vero che la Spoto è persona esperta nelle materie di cui il CdA dovrà occuparsi: già mi immagino le polemiche e i richiami alle "competenze" se, anziché un'operatrice teatrale, avessero nominato una bagnina o un'imprenditrice metalmeccanica.
Sta di fatto che io credo nell'onestà, anche intellettuale, di Claudia Spoto, ma la mia opinione è soggettiva; mentre almeno sul piano teorico il conflitto è oggettivo.
Ne ho parlato direttamente con la Spoto, che è caduta dalle nuvole. Dice che ha deciso di partecipare al bando perché le piace la prospettiva di mettere la sua esperienza al servizio di una comunità senza che ciò comporti un conflitto d'interesse; e non è sua intenzione, né rientra nei compiti di un consigliere d'amministrazione, intervenire sulle scelte artistiche di un teatro; semmai lei rischia di danneggiare il suo, di teatro, dedicando parte del suo tempo e delle sue energie alla Fondazione. Tra l'altro, aggiunge, quest'anno ha collaborato alla direzione artistica del Superga di Nichelino, senza avvertire o creare particolari conflitti.

Signore e signori, ecco a voi l'instant CdA

E insomma, fuori dalla polemica politica, credo che saranno i fatti a mostrare chi ha ragione. Ammesso che di tempo, per i fatti, ce ne sia: ciò che trovo davvero stravagante è che il bando (più precisamente, "avviso per la nomina") firmato dal sindaco pentastellato Roberto Falcone lo scorso 24 marzo prevede che il nuovo CdA resti in carica soltanto fino al 31 dicembre di quest'anno 2016; mentre lo statuto della Fondazione Via Maestra all'articolo 20 prescrive espressamente che "tutti i membri del Consiglio di Amministrazione restano in carica tre anni, dalla data di insediamento dell’organo, salvo revoca da parte del soggetto che li ha nominati, che deve essere dallo stesso comunicata all’interessato con almeno trenta giorni di anticipo".
L'ass. Bentivoglio d'Afflitto
Ora: a me di Venaria, delle sue beghe e dei suoi CdA non me ne potrebbe fregare di meno. Ma se nello statuto di una Fondazione sta scritto che il Consiglio d'amministrazione deve durare tre anni, mi spieghi dove te lo inventi e come lo giustifichi un "instant CdA" di otto mesi? Vuoi forse dirmi che l'avviso con cui ricerchi i componenti del CdA funge anche come revoca, indicando l'irrituale scadenza anticipata? Mi suona un po' traballante, in punta di diritto. Se il sindaco o chi per esso possono e vogliono illuminarmi gliene sarò grato: mi parrebbe doveroso, specie da parte di chi ai bandi dà giustamente tanta importanza.

Giusto per capire le regole

Sento dire che l'idea del "CdA a scadenza anticipata" deriva da una presunta volontà della giunta - in particolare dell'assessora Bentivoglio d'Afflitto - di riscrivere a breve lo statuto della Fondazione. Purtroppo questa legittima ambizione cozza con i lacci e lacciuoli imposti da quella "legalità" di cui molto si sente parlare: a occhio, conveniva prima cambiare lo statuto. Tanto per fare le cose per benino, senza papocchi. Viceversa, si dà la sgradevole impressione di considerare le regole come tovagliette usa e getta per un picnic. Anche in bianco.

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