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ROMPICAPO PER I GIORNI DI PIOGGIA: CHE NE SARA' DEL MUSEO DI SCIENZE?

Le ultime parole famose. Il signore che aveva detto: "Il Museo è chiuso? Poco male, io aspetto, tanto riapre subito"
A volte piove anche qui. Però io adoro il mare color del piombo, le nuvole grigie e i gabbiani che planano bassi sulla scogliera sotto casa. In giorni come questi non c'è rischio che qualcuno ti trascini a spiaggia; e anche scrivere sul blog è un buon pretesto per aspettare la sera. Per fortuna ho in serbo, per questi giorni un po' così, una discreta riserva di tormentoni che si trascinano di stagione in stagione, di anno in anno, e che sono buone sempre, quando ti va di raccontare.

Museo di Scienze: c'è la legge, non c'è il Museo

Ho provato a informarmi se ci sono novità per il Museo Regionale di Scienze Naturali, che ad agosto entrerà orgogliosamente nel sesto anno di chiusura dopo il fatidico scoppio dell'agosto 2013; ed è ben avviato a minacciare i record della Gam - che rimase"chiusa per restauri" ventuno anni - e Palazzo Madama -diciotto anni, sempre per restauri.
Dov'eravamo rimasti? Risale al 22 settembre 2017 l'annuncio ufficiale che il Museo di Scienze entrerà a far parte della Fondazione Torino Musei, la quale Fondazione di conseguenza si evolverà in Fondazione Piemonte Torino Musei.
Da quel dì non è successo più un cazzo, se non che la Fondazione Torino Musei anziché acquisire il Museo di Scienze ha perso il Borgo Medievale per miseria acuta da taglio dei finanziamenti. I progressi dello straccione, insomma.
Nel frattempo, fra annunci e silenzi, il ddl proposto dall'assessore Parigi s'è inerpicato lungo un accidentato e tortuoso percorso costellato di emendamenti, ripensamenti, modifiche. Pare, mi dicono, che l'opus magnum sia terminato, e il frutto di tante tempeste di cervelli sarà votato a breve, forse il 14 giugno. Ma non si sa bene quali effetti produrrà sul serio, al di là delle chiacchiere. Neppure i diretti interessati mi sembra ne capiscano molto, di 'sto ddl: ciascuno me lo spiega a modo suo.
Il ddl prevede una nuova governance per il Museo: ma tutto è subordinato alla trasfigurazione dell'attuale Fondazione Torino Musei nella vagheggiata Fondazione Torino Piemonte Musei, che per il momento, e chissà ancora per quanto, resta null'altro che un pensiero nella mente di un dio alquanto distratto. E poi, come ripeto di continuo
prima o poi quello sventurato Museo toccherà ben di riaprirlo: il problema che che nessuno sa dirmi con certezza quando, e con che soldi, lo riapriranno. Da cinque anni la sempre "imminente riapertura" slitta di sei mesi in sei mesi.

Chi gestisce che cosa?

Nell'attesa che il MRSN torni fra noi, il ddl si porta avanti con il lavoro e ne fissa le linee guida della gestione. E qui le versioni/interpretazioni si moltiplicano.
Secondo la scuola di pensiero più ottimista, il Museo sarebbe affidato a mezzadria alla Fondazione e alla Regione. I dipendenti resteranno regionali, e ciò dovrebbe tranquillizzarli: finire sotto le grinfie della Fondazione Musei (con o senza la pecetta "Piemonte") implica il rischio di ritrovarsi prima o poi nella situazione dei 28 lavoratori "esuberanti" che ci ha accompagnati nel triste inverno dei musei torinesi. Però attenzione: resteranno dipendenti regionali solo quelli oggi in servizio, in attesa che se ne vadano in pensione, mentre i nuovi verranno assunti direttamente dalla Fondazione. Non ho capito a chi faranno riferimento, amministrativamente, gli attuali dipendenti "regionali", visto che il "Settore Museo Regionale di Scienze Naturali" scompare dalla struttura della Regione. Magari li aggregheranno al nuovo "dipartimento dei servizi per i musei" vagheggiato dalla Parigi.
E veniamo ai ruoli di Regione e Fondazione. Alcuni - gli ottimisti - mi dicono che la Fondazione Piemonte Torino Musei (quella che ancora non c'è...) si occuperà unicamente degli "aspetti operativi" del MRSN - qualunque cosa ciò significhi - mentre resteranno di competenza della Regione non soltanto i dipendenti, ma anche e soprattutto la direzione, la valorizzazione delle collezioni, e il progetto scientifico. Progetto che comunque al momento non c'è: non c'è neppure un comitato scientifico.
Seconda altre fonti, invece, la Regione assegnerebbe alla Fondazione (che ancora non c'è) i fondi per la gestione del Museo (che è ancora chiuso, e chiuso resterà per un tempo imprevedibile): la Fondazione sarebbe unicamente tenuta a rendicontare le spese alla Regione.
In base a questa lettura, più pessimista, nella pratica quotidiana la direzione effettiva del MRSN finirebbe nelle mani della Fondazione-che-non-c'è. In quali condizioni versi la Fondazione Torino Musei l'abbiamo visto. La Leon nei giorni più bui della crisi raccontava che la trasformazione in Fondazione Torino Piemonte Musei avrebbe risolto tutti i problemi: è evidente che i boy scout di Palazzo Civico contano sui soldi della Regione per sfangarsi la Fondazione, altro che Museo di Scienze. Insomma, si celebreranno le fauste nozze della fame con la sete.
La Regione, a detta dei pessimisti, si ridurrebbe a ente finanziatore della Fondazione Piemonte Torino Musei, nonché pagatore degli stipendi agli attuali dipendenti del MRSN finché non andranno in pensione e saranno sostituiti dal personale che la Fondazione-che-non-c'è-ma-ci-sarà-e-come-no-se-ci-sarà potrà assumere a propria discrezione, e a proprio carico.
Posso dire? L'ambaradan mi puzza di aria fritta. L'unica cosa che capirebbe pure un bambino è che la Regione non vede l'ora di mollare il MRSN alla Fondazione (a qualsiasi Fondazione, aggiungerei io...), e la "clausola di salvaguardia" per i dipendenti attuali è stata inserita giusto perché non spaccassero i santissimi. 

That's all folks: fra pochi giorni voteranno il ddl, e almeno ci sarà un pezzo di carta su cui ragionare. Per adesso va bene così. E' uscito il sole, scendo al moletto.

Commenti

  1. Ma questi non sono gli stessi dei Mercatini di Natale? Saluti https://munchies.vice.com/it/article/59qk8q/sushi-festival-milano-giugno

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