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IL SALONE HA NUOVE VISIONI, MA FERRERO RENDE ONORE A PICCHIONI


Milella e Ferrero mostrano il logo del Salone 2016, opera di Mimmo Paladino
Il tema del prossimo Salone del Libro (dal 12 al 16 maggio) sarà "Visioni". L'immagine del Salone 2016 è firmata dall'artista Mimmo Paladino: direi che è andata meglio dell'anno scorso.

En attendant Unicredit

Alla conferenza stampa ho la sensazione che l'adesione di Unicredit al "salvataggio" bancario sia sempre assai incerta. La presidente Milella mi dice che "la trattativa con Unicredit è partita più tardi e quindi si chiuderà più tardi". E già non mi pare buon segno che sia necessaria una lunga trattativa. Poi, ascoltando il suo discorso, mi convinco che Giovanna faccia un po' di confusione, citando il collaudato impegno delle fondazioni bancarie come prova provata della sensibilità delle banche verso il Salone: è noto invece quasi a tutti che fondazioni bancarie e banche sono entità ben separate, totalmente diverse per assetto, statuto, finalità e mezzi.
Comunque il direttore Ferrero (ormai per tutti "il soldatino sabaudo") dichiara che "le istituzioni hanno confermato il sostegno almeno per i prossimi due anni".

Ferrero: la rabbia e l'orgoglio


L'intervento di Ferrero è il poema dell'orgoglio del Salone contro i "processi preventivi sintomo del degrado civile": "Adesso per favore voltiamo pagina davvero. Credo di interpretare il comune sentire ringraziando Rolando Picchioni (mai citato per nome dalla presidente Milella nel suo intervento, NdG) per ciò che ha dato al Salone. Se siamo qui è anche merito suo". Applausi a scena aperta. E aggiunge: "Gli editori non hanno né capito né apprezzato il grand guignol mediatico, ma non ci hanno fatto mancare la loro stima e il loro appoggio". Poi anche Fassino cita Picchioni (e pure Guido Accornero) nei suoi ringraziamenti: "Se oggi possiamo aprire un nuovo ciclo di vita del Salone è perché prima ce n’è stato uno coltivato con intelligenza, determinazione e passione". Chapeau.

Chiampa a'nt al canton. Dij barboton

Stamane il Chiampa sembrava assai svicio
L'astuto Chiampa invece glissa: preferisce compiacersi per la sconfitta del "canton dij barboton", versione chiamparinesca e quindi piemontarda dei gufi renziani: ovvero i pessimisti (come me) che qualche mese fa davano per spacciato il Salone. Peraltro il Chiampa mi è sembrato assai svicio, e per nulla preoccupato dall'incombente decisione del Consiglio di Stato sulla storiaccia delle firme false. Me lo raccontano convinto che, se pure ci fossero nuove elezioni, vincerebbe ancora lui, con una lista civica senza il Pd. In bocca al lupo.

Cosa c'è nel Salone 


Ma torniamo al Salone, presentato stamattina al Centro Incontri della Regione. Tra gli eventi dell'edizione numero 29, la mostra dei "Quaderni dal carcere" di Gramsci in originale, i documenti dello storico Piero Melograni, il focus sulla cultura araba che sostituisce il Paese ospite dopo la grezza saudita.
Verranno celebrati i 70 anni della Repubblica, i 500 anni dell'Orlando Furioso e i 400 della morte di Cervantes e Shakespeare, i cento dall morte di Gozzano e la nascita di Natalia Ginzburg.
Il Salone sarà inaugurato dal concerto dell'Orchestra Rai diretta da James Conlon.
Ultima novità, l'introduzione del biglietto serale ridotto a partire dalle 18.

Ma il Book Forum è a rischio


Non è sicuro invece che quest'anno ci sia il Book Forum, il mercato internazionale dei diritti editoriali. Interpellata, Milella dapprima dà segni di smarrimento (tipo "ma di che mi stai parlando?), poi dice che si farà "se i conti lo permetteranno". Mi sa che non lo fanno.
Allarmante pure l'accenno di Milella all'eventualità di utilizzare "volontari" per integrare nel servizio agli stand il personale pagato dagli editori. Il viziaccio del lavoro non retribuito si diffonde a macchia d'olio.

Commenti

  1. Penso che il Direttore Ferrero abbia "interpretato" il suo "sentire". Il "comune" sentire ha portato ad una "rottamazione" ignobile ", per le modalità e i tempi con cui è avvenuta.

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  2. beh, se proprio vogliamo essere precisi ci sono anche i 600 anni del ducato di Savoia, per Torino comunque ha significato qualcosa.

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