C'è una categoria di lavoratori e aziende dello spettacolo che da dicembre sconta un lockdown surrettizio; lavoratori e aziende costretti a rimanere fermi, mentre teatri, cinema, sale da concerto, pur con alterne fortune, sono aperti e accolgono regolarmente gli spettatori. Questa è l'assurda situazione che colpisce i live club: per loro natura, e modalità di fruizione, benché formalmente liberi di restare aperti, in pratica non possono funzionare; quelli, almeno, che le normative statali le rispettano per davvero. Questi lavoratori e queste aziende sono stati abbandonati e dimenticati dal governo, non beneficiano più di alcun ristoro, e intanto mancano gli incassi e incombe il pericolo del collasso economico. Le associazioni di categoria hanno diffuso un documento in cui espongono le loro ragioni, e che è insieme un grido d'allarme e una richiesta di aiuto immediato. Lo pubblico, con la massima solidarietà. Eccolo: 2020 - 2022 #nessunconcerto A un anno esatto da L’ULTIMO ...
L'ANSiA della cultura torinese