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Visualizzazione dei post da luglio 24, 2016

I SEI SAGGI DI CHIARA: CHI ARRIVA AL CAPEZZALE DEL SALONE

Vabbè, adesso che un po' m'è sbollita la carogna, cerco di immaginare la prossima mossa per tentare di salvare ciò che resta del Salone del Libro. Dato che non si è riusciti a dare un presidente alla Fondazione (né Massimo Bray né altri si sono fatti convincere) in concreto adesso - come sostengo da tempo - tocca al sindaco di Torino ricoprire nei fatti quel ruolo, in quanto presidente di turno dell'Alto Comitato di coordinamento del Salone. E difatti lunedì prossimo madamin Appendino  incontrerà un po' di persone : se vogliamo dare un tono formale la faccenda, una sorta di "comitato di saggi" da cui cavare spunti utili a immaginare il Salone che verrà. I "saggi" in questione saranno, almeno in questa prima fase, una mezza dozzina, più o meno. Ipotizzo dei nomi? Non è difficile: siamo agli inizi e gli indiziati sono abbastanza prevedibili, a voler usare la logica. Di sicuro non potrà mancare Ernesto Ferrero. Il "soldatino sabaudo" dopo

UN ALTRO GIORNO E' ANDATO E IL SALONE E' ANCORA SENZA TESTA

Come volevasi dimostrare. Non hanno trovato uno straccio di disperato disposto a beccarsi la presidenza della Fondazione per il Libro. Altro che Massimo Bray. Oggi c'è stata la riunione del CdA che - a detta degli organi d'informazione - avrebbe senza fallo ratificato la nomina di Bray alla presidenza della Fondazione per il Libro. Non pervenuto .  Al termine dell'incontro, il Chiampa ha spiegato i prossimi step, glissando con estrema eleganza sulla questione della presidenza: ha detto che chiederanno all'Avvocatura del Comune se è possibile trascinare in tribunale gli editori felloni ( quelli cattivi , che stanno con Motta e Milano); poi da martedì il Comitato d'indirizzo comincerà a scrivere un nuovo statuto che consenta agli editori ( quelli buoni , che stanno con Torino) di partecipare all'organizzazione del Salone. Da lunedì ci saranno anche dei "gruppi di lavoro" per raccogliere idee sulla prossima edizione. E questa è la parte che mi allarm

ULTIME SUL SALONE: THE VOICE OF AIE

Leggo in giro che aumentano gli editori decisi a lasciare l'Aie, per niente soddisfatti di come il Motta e i suoi coboldi mottarelli hanno perseguito lo scisma da Torino .  Gli editori che hanno dato il benservito a casa Motta  scrivono:  "Non ci riconosciamo né in questa scelta dell’associazione né tantomeno nella modalità di determinarla, non ci sentiamo insomma rappresentati da questa Associazione, pertanto diamo qui le nostre dimissioni dall’Aie con effetto immediato". Sono add editore, Edizioni e/o, Iperborea, LiberAria Editrice, Lindau, minimum fax, Nottetempo, Nutrimenti, SUR, 66thand2nd, La Nuova Frontiera, O Barra O Edizioni  Intanto ricevo due comunicati dall'ufficio stampa dell'Aie medesima. Non ho tempo né voglia di analizzarli: devo andare a cena, e non perdo certo un nanosecondo per queste cazzate. Ve li ricopio, così se vi va potete farvi voi un'idea.  A prima vista, però, direi che a Motta comincia a bruciargli un po' il culo. O magar

PERCHE' SONO UN GENIO! IL DOC DI FRISARI & DELLA CASA VA A VENEZIA

Lorenza Mazzetti sul set del suo film "Together" Ancora Torino a Venezia: dopo "Le ultime cose" , il film di Irene Dionisio girato a Torino con il sostegno di Film Commission che sarà l'unica pellicola italiana presente alla Settimana Internazionale della Critica in programma durante la Mostra del Cinema, è di oggi la notizia che è stato accettato alla prossima Mostra  "Perchè sono un genio!" , il documentario di Steve Della Casa e Francesco Frisari dedicato a Lorenza Mazzetti, l'italiana che fu tra i grandi protagonisti della stagione del Free Cinema inglese. Nel doc, oltre alla regista stessa, che rievoca la sua vita artistica, compaiono Bernardo Bertolucci, Malcom Mc Dowell e David Grieco. Lorenza Mazzetti è stata ospite dell'ultima edizione del Torino Film Festival , dove ha ricevuto il premio Adriana Prolo alla carriera.

SHAKESPEARE ON THE BEACH: UNA LETTERA TEATRALE SUL SALONE DEL LIBRO

Orizzonti di gloria: sir John Falstaff (Orson Welles) alla guerra del libro Nel teatro elisabettiano era convenzione inserire, anche nelle più cupe tragedie, intermezzi comici, affidati a giullari e matti (fools) o a personaggi volgari: stallieri, portinai, fantesche, soldatacci. Persino gli orrori del “Macbeth” sono temperati dalle buffonesche disquisizioni di alcuni servi sugli effetti indesiderati delle sbornie. Così funzionava il teatro nei giorni della “Vergine Regina”: mentre i potenti tramavano, uccidevano e meditavano sui misteri dell'esistenza, gli scemi e le canaglie strappavano una risata al popolo pagante. Oggi però quei personaggi non funzionano più - quelli di Shakespeare, voglio dire: i nuovi, partoriti dalla politica, vanno alla grande. Ma a teatro soltanto Falstaff ha vinto la prova del tempo e del mutare dei gusti. Il vecchio sir John brilla ancora di luce propria, e ancora si gode le simpatie del pubblico e le attenzioni di registi e attori, tanto da oscurar

WONDER CHIARA CONTRO L'AIE: NUOVE AVVENTURE NELL'UNIVERSO FACEBOOK

E sapete che c'è? I milanesi ci soffiano il Salone , ma niente paura, noi ci abbiamo Wonder Chiara e ci pensa lei. Arriva pronta la reazione della Principessa delle Amazzoni. Un devastante post su Facebook  con tanto di foto-slogan (vedi a fianco), che con geometrica potenza s'abbatte sugli editori scismatici. Ecco il pepato testo, che immagino avrà terrorizzato i cattivoni dell'Aie: "Oggi l'AIE, l'Associazione Italiana degli Editori, seppur spaccata, ha deliberato di dar vita a Milano a una fiera del libro parallela e concorrente al Salone del Libro di Torino. Lo stesso Presidente dell'AIE, Motta, ha dichiarato che questa decisione, in realtà, era già stata presa lo scorso 25 febbraio. Abbiamo lavorato fin dal primo giorno per evitare questo spiacevole dualismo: appena insediati, anche a causa dell'inchiesta giudiziaria che ha portato agli arresti di diverse persone, abbiamo azzerato i vertici della Fondazione del Libro e rinegoziato il contratto

PER SALVARE IL SALONE SERVONO INTELLIGENZA E VISIONE. QUINDI IL SALONE E' MORTO

Come i popoli di lingua inglese per imprevidenza, noncuranza e gentilezza d'animo permisero ai malvagi di riarmarsi. (Winston Churchill) Pensosi statisti: un politico torinese medita sulla nuova governance del Salone del Libro La Storia a volte si diverte a giocare con le date. Alle 22,45 del 25 luglio del 1943, quindi esattamente 73 anni e due giorni fa, defenestrato il Capoccione, il suo ex compare Pietro Badoglio su incarico di Sciaboletta annunciava a una Nazione stremata: “La guerra continua”. Seguirono infiniti lutti, giorni convulsi e una fuga ingloriosa. L'8 settembre l'Italia, “riconosciuta l'impossibilità di continuare l'impari lotta”, si arrese e precipitò nel caos. Caratteristica della Storia è la sua tendenza a ripetersi. Ma se la prima volta è tragedia, la seconda è farsa. Mentre scrivo non ho ancora letto le dichiarazioni dei pubblici amministratori torinesi in risposta al pronunciamento dell'Aie che si farà il suo “Salone” del

SALONE A MILANO: 17-7. PARTITONA, COMPLIMENTI A TUTTI

Poteva andare peggio. Potevano venire a picchiarci. Per il resto tutto è perduto, compreso l'onore. Torino ha perso tanti a pochi: all'assemblea dell'Aie l'opzione del nuovo "Salone" a Milano ha vinto con 17 voti contro 7, e 8 astenuti. Un capolavoro della creatività torinese, frutto di beghe, intrighi, scandaletti, scelte politiche suicide, bandi della mia ceppa, regolamenti di conti e altre stronzate che abbiamo saputo accumulare negli anni con tafazzesca minuziosità.  Così ci fumiamo ventinove anni di storia, una ricaduta sul territorio da 5 milioni e un gioiello culturale (nonché turistico, ma questo ai genii del mondo nuovo non interessa, perché il turismo è merda e non deve inzaccherare la kultura). E ci becchiamo pure il pernacchio di quell'orribile Motta che dichiara gradasso all'Ansa: "L'amministrazione e la Fondazione di Torino decida di fare quello che vuole. Noi iniziamo un percorso nuovo". Bene. Bravi. Direi anche bis.

DI FENICOTTERI, GRANDI IMPRESE E PRESIDENTI TITUBANTI: UNA LETTERA DA LONTANO

Nella casa sulla scogliera si sentono soltanto il vento e le onde e i richiami dei gabbiani che cabrano sfiorando le persiane verdi. Una sera, sopra le nostre teste è passato un fenicottero che tornava agli stagni sull'altra costa, a est: ed è l'unica notizia davvero rilevante, perché fino a quattro o cinque anni fa i fenicotteri non si spingevano da questa parte dell'isola, mentre ora attraversano anche lo stretto e volano verso Carloforte, e se la colonia si estende e prospera è un buon segnale per tutti, non soltanto per i fenicotteri. A parte che a me piacciono i fenicotteri, ma una volta per vederli toccava andare in Africa, ed era scomodo, o guardare i documentari della Disney o di National Geographic, e non è la stessa emozione. Ogni tanto, quando ho visto molte onde frangersi sugli scogli e molti cespugli di mirto e rosmarino e lentisco piegarsi nel vento e molti gabbiani e magari anche un fenicottero volare attorno alla casa, mi prende la curiosità di sapere

LA TOP TEN DELLA SETTIMANA

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