L' ordinanza regionale con le nuove prescrizioni anti-covid non ha modificato, per ora, le regole per cinema e teatri: si resta al solito tetto dei duecento spettatori per le sale più capienti. E' triste e comico insieme pensare che un mese fa sembrava non solo logico , ma pure imminente , un innalzamento di quel tetto; e adesso pare una botta di culo averlo almeno mantenuto. In realtà non c'è nessuna botta di culo: come previsto, per la cultura siamo al lockdown virtuale . I grandi teatri sono comunque condannati a restare fermi o a lavorare in perdita , visto e considerato che duecento spettatori non bastano a pagare le spese. Ciò equivale a una condanna a morte (o a perdite ingenti) per i teatri privati, e allo stop per quelli sovvenzionati che non possono permettersi di infliggere altre coltellate al bilancio. E' il caso del Regio , dove non casualmente hanno prorogato sine die la cassa integrazione. E ciò senza considerare l'effetto psicologico, indotto dall...
L'ANSiA della cultura torinese