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Visualizzazione dei post da giugno 4, 2023

IL BIO-WEEKEND

Ricevo e volentieri pubblico: Si apre oggi, sabato 10, un weekend denso di appuntamenti a CinemAmbiente, nelle sale e fuori. Già dalla  mattinata, infatti, nelle vie adiacenti il Cinema Massimo, sarà allestito il Villaggio della  Biodiversità (fino a domenica 11 giugno, con apertura dalle 10.00 alle 19.00), dove, senza  muoversi dalla città, si potrà imparare a conoscere meglio e a salvaguardare il patrimonio  ambientale nazionale. Realizzata dal Festival in collaborazione con il Raggruppamento  Carabinieri Biodiversità , la struttura temporanea sarà composta da numerosi stand di  educazione ambientale in cui il pubblico avrà l’opportunità di approfondire molteplici temi e sperimentare diverse attività legate alla tutela della natura. Nell’area dedicata al  patrimonio forestale ci si potrà soffermare sulla vivaistica e sul progetto nazionale “Un  albero per il futuro” – mirato al contrasto dei cambiamenti climatici – per le foreste  vetuste e la loro salvaguardia, sull’importanza del l

PALAZZO DEL LAVORO, CHI PAGA?

Io apprezzo le buone intenzioni. E dunque non avrei voluto scrivere l'articolo uscito stamattina sul Corriere ( ecco il link ). Ma d'altronde detesto la faciloneria. E così l'articolo l'ho scritto. Mi spiego. Siamo tutti d'accordo che una delle vergogne di Torino sono le rovine del Palazzo del Lavoro, antico capolavoro di Pier Luigi Nervi da tempo immemorabile abbandonato a decadere alle porte di Torino, quasi a premessa di una città fatiscente. Se qualcuno si impegna a rimettere all'onor del mondo il Palazzo del Lavoro, ha la mia gratitudine. Ma a condizione che sia un impegno concreto. E concretezza vuole che, ancor prima di annunciare un progetto, sia ben chiaro come e con quali soldi sarà realizzata l'intera operazione: non soltanto il recupero, ma anche la successiva gestione. Non mi sembra questo il caso: e nell' articolo sul Corriere dico perchè.

LE STAGIONI DELL'AMORE

Affetti stabili. Filippo Fonsatti abbraccia tra le lacrime il presidente Vallarino Gancia Allora: giugno è tempo di presentazioni, tutti i teatri presentano la stagione che verrà, ma essere presente alle presentazioni non lo considero un obbligo, e men che meno raccontare qui come saranno le stagioni, che se a uno interessa va direttamente sul sito del teatro e trova tutto e anche di più, e quindi che stiamo a raccontarci qui? Qui possiamo raccontarci le lacrime di commozione di Filippo Fonsatti mentre saluta il suo presidente Lamberto Vallarino Gancia che lascerà a ottobre  dopo otto anni di onorato servizio: lacrime magari un po' troppo anticipate, ma sincere, e negli occhi del tosto direttore dello Stabile, poco aduso ai sentimentalismi, fanno senz'altro una bella impressione, quasi a certificare un Tst dove si lavora in armonia e volemose bene. Io sulle armonie interne non giuro mai, comunque allo Stabile i risultati si vedono e sono oggettivi: record assoluto di incassi (2

AL CARIGNANO IL BOWIE CHE NON T'ASPETTI

Manuel Agnelli interpreta "Lazarus" di David Bowie e Enda Walsh al teatro Carignano Ho visto "Lazarus" al Carignano, l'altra sera. Confesso che ero preoccupato. "Lazarus" è un'opera rock, l'estremo lascito di David Bowie, e per un bowiano militante è quasi una bestemmia l'idea che qualcuno che non sia Bowie canti le canzoni di Bowie o reciti un testo di Bowie. "Lazarus", poi, è un lavoro straziante, una lucida e spietata riflessione sulla morte - o sull'impossibilità di morire, dipende da come arriva allo spettatore - e metterlo in scena è una sfida alla portata di pochi.  Ero preoccupato, quindi. Paventavo la delusione, o peggio. E invece è stato tutto bellissimo. Valter Malosti si è superato con una regia che coglie e restituisce alla perfezione l'immaginario bowiano e il senso ultimo dell'opera, e l'interpretazione di Manuel Agnelli è azzeccatissima e personale, senza l'inane ambizione di scimmiottare in qu

OGGI A CINEMAMBIENTE

 Ricevo e volentieri pubblico: Oggi, mercoledì 7, la giornata di proiezioni a CinemAmbiente si apre, nel pomeriggio, con una coppia di titoli della  sezione non competitiva Made in Italy , dedicati ai corsi d’acqua che attraversano due  città. Il fiume per noi. La vita che scorre (ore 17.00, Cinema Massimo – Sala Soldati) mette  in luce le peculiarità e le criticità che il tratto urbano del Po presenta attraversando la città  di Torino. Il cortometraggio, che racconta il fiume sia “da dentro”, sia dalle sue sponde,  raccogliendo le testimonianze di quanti lo frequentano per lavoro o fruiscono delle sue  acque, è realizzato da Elena Comino, professore associato in Ecologia applicata del  Politecnico di Torino, che da molti anni si occupa di ecologia degli ecosistemi fluviali, e da Laura Dominici, ricercatrice presso il Politecnico di Torino. Al termine della proiezione  incontro con le autrici . Il documentario Io, Tevere - Le radici del mare (ore 17.00, Cinema  Massimo – Sala Soldati)