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Visualizzazione dei post da settembre 29, 2019

IL CAMPIONATO DEI DIRETTORI SCOMPARSI: IL MUSEO DELLA RESISTENZA SENZAGUIDA DA 219 GIORNI

Non solo cinema . Lasciare i musei a lungo senza un direttore sta diventando un vezzo tutto torinese. Guido Curto ha salutato Palazzo Madama per trasferirsi alla Reggia di Venaria il primo di settembre, e dopo più di un mese ancora non sono fissati i termini per trovare chi lo sostituirà.  Ma 35 giorni sono una prestazione da campionato cadetto se paragonata ai vertici dei fuoriclasse  si giocano la Champions delle Cadreghe Vuote. I 1025 giorni (e oggi siamo al 1026esimo) di sede vacante al Museo del Cinema resteranno nei secoli un record difficile da battere, ma sta crescendo benissimo un altro serio candidato ai vertici della classifica: è il Museo della Resistenza, che oggi è entrato trionfalmente nel suo 219esimo giorno senza direzione. Un  risultato davvero lusinghiero, che celebro stamane con un articolo sul Corriere. Vi ricordo che il Museo della Resistenza aspetta un direttore dal 28 febbraio scorso, quando si dimise Guido Vaglio . Intanto è arrivato un ennesimo presidente, R

CINEMA, LUNEDI' ARRIVA IL DIRETTORE. FORSE

Domenico De Gaetano Il primo fatto eclatante è che il Museo del Cinema ha battuto trionfalmente il record di sede vacante, inchiodato dal 1271 ai 1006 giorni senza Papa che precedettero l'elezione di Gregorio X.  Per il Museo la corsa al sorpasso sembrava essersi interrotta a quota 991 giorni il 19 settembre , quando fu annunciato che il Comitato di gestione della Mole aveva scelto Mimmo De Gaetano. Poi è scoppiato il casino che da allora ci regala quasi ogni giorno spassose scenette . Contratti e arredamenti Al momento non risulta che De Gaetano abbia già firmato il contratto. Quindi tecnicamente il Museo è senza un direttore in carica da 1025 giorni. Fantastico, abbiamo stracciato Gregorio X. Ma adesso forse qualcosa si muove. Mi risulta che al Museo ci sia un gran daffare per prepare l'ufficio del direttore. Stanno cambiando la mobilia nell'ufficio che fu di Barbera con arredi nuovi di trinca. Non si sa per ordine di chi. L'ufficio, dicono, dev'essere a

SCHWARZ CON LA VALIGIA? MAH...

Clairebelle&Sebastian ieri alla prima del Regio (Foto E. Piva/Teatro Regio) Apprendo dai siti di  France Musique  e di sceneweb.fr che l'Opèra di Lione ha quasi terminato la procedura per individuare il nuovo direttore. Nei prossimi giorni si svolgeranno i colloqui con i finalisti: e tra costoro i due media francesi inseriscono anche l'attuale direttore del Regio, Sebastian Schwarz. Quindi, in linea teorica, qualora risultasse vincitore Schwarz potrebbe lasciare il Regio a neppure tre mesi dalla nomina. E se pure non venisse scelto, sarebbe ammissibile il sospetto che a Torino non si trovi bene, tanto da cercare subito un'altra sistemazione. Ma si tratta di ipotesi estreme, un po' campate in aria. Il  termine per partecipare al bando dell'Opèra di Lione  è scaduto il 9 settembre, ma le iscrizioni si erano aperte ben prima del 19 luglio, data della nomina di Schwarz al Regio. E' del tutto plausibile che Schwarz, alla ricerca di un ingaggio, abbia risp

CULTURA, ANCHE LA REGIONE HA IL SUO ASSESSORE SUPPLENTE

La riunione di oggi in Regione: da sinistra, Vittoria Poggio, Giulio Biino, Nic Lagioia, Alberto Cirio e un Fabrizio Ricca in giacca "ricordi d'estate" Oggi il presidente del Circolo dei Lettori Giulio Biino e il direttore del Salone del Libro Nic Lagioia sono andati in Regione a incontrare Cirio e gli assessori. E la notizia più interessante sta proprio nel plurale  "assessori". In passato, di prassi i vertici del Salone avevano a che fare con un solo assessore regionale, quello alla Cultura. Stavolta no: in Regione i prodi Biino e Nic hanno trovato ad aspettarli, con il presidente Cirio, sia l'assessore Poggio, titolare della licenza, e sia il  Crociato Padano Fabrizio Ricca.  Lo stesso è già capitato cinque giorni fa alla seduta straordinaria dei Soci fondatori , convocata da Cirio per chiedere chiarimenti sul papocchio al Museo del Cinema: anche lì Albertone era scortato dai due Inseparabili. Aggiungete che Ricca aveva esordito nel suo nuovo incari

VIEW SEMPRE PIU' GRANDE, POLITICI SEMPRE PIU' DI COCCIO. MA CI SONO O CI FANNO?

Chi fa e chi lesina: la direttrice di View Gutierrez (a sinistra)e l'assessore Leon Lo riconosco, è un periodo che scrivo più per il Corriere che per il blog. Non è per disaffezione verso il blog, né per pigrizia mia. In realtà è che a Torino ormai viviamo come in quel film con Bill Murray, "Ricomincio da capo" , anche noto come "Il giorno della marmotta": le minchiate si ripetono con cadenza regolare, non cambiano mai , e alla lunga diventa stucchevole anche raccontarle. Comincio ad averne due balle che non vi dico. Così, tanto per variare, le racconto sul giornale, le minchiate: magari il giornale lo legge qualcuno che non legge il blog. Ieri, ad esempio. Conferenza stampa di presentazione della ventesimo edizione di View , alle Ogr. Come ogni anno, puntuale, la direttrice Maria Elena Gutierrez sciorina un programma galattico, roba che altrimenti a Torino manco ce la sognamo. E puntualmente ci sono gli assessori che dicono brava, bene. continua così, e in

MISTERI SVELATI: 70 MILA EURO PER IL DIRETTORE DELLA MOLE (RELOADED)

Confesso che la curiosità non mi divora. Datemi pure del pessimo giornalista, ma a me personalmente dello stipendio del nuovo direttore del Museo del Cinema m'importa meno che del mio primo dentino. E poi mica è un segreto di Stato: sarà reso pubblico dopo la firma del contratto. Né si può essere certi dell'ammontare finché non sarà fissato su un pezzo di carta. Il bando era piuttosto vago, prometteva un compenso "adeguato alle esperienze professionali maturate" - e volevo pure vedere che promettevano un compenso inadeguato - ma capirete che il criterio è alquanto soggettivo. D'altronde l'intera tragicommedia del direttore nasce proprio da una soggettiva - e differente - valutazione di Toffetti e del Comitato di gestione sulle "esperienze professionali" del soggetto. Ad ogni modo: visto che un sacco di gente a Torino arde dal desiderio di scoprire quanto guadagnerà 'sto direttore, mi sono sentito in dovere di "rivelare" (sai la ri

FRONTE DEL CINEMA: LE GAG DI GIORNATA AL GRAN VARIETA'

Questo è un post lungo e perciò poco adatto alla rete. Nel bieco tentativo di racimolare qualche clic in più, lo illustro con un'immagine accattivante, un classicone della satira che non c'entra nulla con le persone e i fatti citati nell'articolo, però acchiappa. Mi dicono che su internet si fa così Siamo alle solite: il dramma è degenerato in farsa. As usual, l'incubatore dell'alchemica trasformazione è ancora una volta il Consiglio comunale. La scenetta comica è andata in scena ieri pomeriggio, al momento di rispondere alla richiesta urgente di comunicazioni presentata dal pd a proposito della fantasmagorica pochade della nomina del nuovo direttore del Museo del Cinema . Gran varietà in Sala Rossa Come da consumato copione quando tira brutta aria, Chiarabella si smaterializza e lascia all'infelice Leon, sempre più Maiunagioia, il triste fardello di recitare la filastrocca scritta dagli uffici. I quali uffici però non hanno dovuto affaticarsi troppo:

PAOLO CASCIO SEGRETARIO DEL REGIO

Paolo Cascio è il nuovo segretario dell'area artistica Stavolta sono stati rapidissimi. Il 20 settembre il Regio ha pubblicato il bando per selezionare il nuovo segretario dell'area artistica (colui che, con diversa etichetta, svolgerà le funzioni dell'epurato direttore dell'area artistica Alessandro Galoppini); il 26 il bando si è chiuso, il 27 si è riunita la commissione per esaminare le candidature, e oggi, 30 settembre, habemus segretarium. Si chiama Paolo Cascio, 40 anni, e dal 2013 lavora al Regio con contratti a tempo determinato. Era entrato per una sostituzione maternità e ha continuato a lavorare lì, con successivi rinnovi: fino allo scorso dicembre era all'ufficio stampa, per venire quindi spostato da Graziosi all'ufficio di presidenza. Confesso che tanta rapidità, senz'altro ammirevole, sulle prime mi ha un po' insospettito. Sapete com'è, a Torino più che altrove a pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca. E' triste

PARATISSIMA, FLASHBACK E IL MODELLO DI SVILUPPO

Qualche giorno fa sono andato alla presentazione di Paratissima 2019 , che si terrà dal 30 ottobre al 3 novembre nella nuova, affascinante sede dell'ex Accademia di Artiglieria in via Verdi, messa a disposizione dalla Cassa Depositi e Prestiti.  Paratissima era nata 15 anni fa come uno sberleffo situazionista all'ufficialità pomposa di Artissima, una sorta di " Salon des Refusé " spontaneo e senza mezzi economici, sparpagliato in appartamenti sfitti prestati dai proprietari, per giovani artisti e giovani galleristi non considerati dai giri che contano: uno spazio d'arte informale, insomma: alternativo autoridotto fuori dall'ottica del sistema, come si sarebbe detto mezzo secolo fa. Oggi, pur mantenendo lo spirito delle origini, Paratissima è una realtà transnazionale, ha esportato il suo modello a Bologna, Milano, Napoli, Cagliari, Lisbona, Skopie, Berlino, Togliattigrad, organizza mostre, produzioni d'arte, stages per giovani curatori. A Torino la scorsa

GLICEMIE PER LE PERIFERIE: IL RAPPORTO DEFINITIVO SULLA CULTURA A TORINO

Devo congratularmi con i colleghi della Stampa: stamane non ho saputo trattenere un moto di ammirazione - e, lo confesso, di sana invidia - davanti alla pagina della Cronaca di Torino che vedete qui a fianco. Che prodigio di sintesi giornalistica! Un capolavoro. Quella pagina vale più di mille inchieste sulla qualità della vita culturale in città, più di mille rapporti degli osservatorii culturali, turistici, alberghieri, più di mille ricerche Istat, più di mille grafici delle presenze nei musei, delle camere vendute, dei bilanci delle Fondazioni, dei contributi pubblici per la cultura. Dice più - e meglio - di diecimila miei inutili editoriali incazzati. Più di un milione di trillanti dichiarazioni di sindaci, presidenti, assessori, consiglieri, direttori, reggicoda, portaborse e sicofanti assortiti. Quella pagina dice tutto. Dice cosa siamo diventati e dove stiamo andando. Fotografa con autoptica freddezza lo stato delle cose nella Torino alle soglie degli Anni Venti del Terzo mi