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Visualizzazione dei post da luglio 10, 2016

MA UN PROGETTO DI SALONE C'ERA GIA'. ECCOLO

In queste ore gli assessori Parigi e Leon stanno completando la proposta operativa per il Salone 2017: già oggi sarà inviata all'Aie, che la valuterà lunedì nell'assemblea dei soci.  Intanto, però, ho recuperato un documento del 15 maggio scorso, che in questo contesto mi sembra interessante. E' una relazione del consigliere d'amministrazione Roberto Moisio. Ricordate? Ve lo avevo raccontato nel post che potete rileggere qui : lo scorso settembre, nel pieno del marasma, Moisio venne incaricato (o si prese la briga) di raccogliere opinioni e idee per mettere insieme una sorta di "progetto di Salone possibile". Lui il suo compito lo ha svolto, e alla fine dell'edizione 2016 ha inviato la relazione a tutti i soggetti coinvolti: Chiampa, Fassino, Milella, consiglieri d'amministrazione, altri soci, Aie. A furia di girare il documento era arrivato persino a me. Con la mia consueta discrezione, l'avevo conservato fra i miei ricordi più cari. Adesso però

MOTTA IL RE DEL BLUFF FA L'ULTIMO PREZZO A TORINO: E' LENTA. SAI CHE SCOPERTA

Come previsto. Oggi pomeriggio il presidente dell'Aie Federico Motta ha incontrato l'assessore alla Cultura milanese Filippo Del Corno , e alla fine del conclave ha detto esattamente quello che prevedevo. Che il progetto degli editori per farsi un nuovo Salone c'è, e Milano è pronta a metterci i soldi; mentre invece “Torino è lenta”. Guarda un po': giusto quello che scrivevo io stamattina . Basta un bluff da ghinassa Il bello è che  la strategia di Motta  si fonda su un bluff clamoroso.  L'Aie non brilla sul piano organizzativo: a Roma fa Più Libri Più Liberi, una fiera della piccola editoria non precisamente sfavillante.  Però  Motta è uno che fa il grosso, anche se non lo è. Nell'ambiente non è troppo considerato, e dietro non ha la totalità degli editori italiani, tutt'altro. I piccoli e i medi, ad esempio, preferirebbero in genere restare a Torino, perché i costi della trasferta milanese sarebbero senz'altro maggiori. Però Motta ha dalla sua

VENERI GEMELLE ALLA SABAUDA, TESORI IMPERIALI E GRANE SINDACALI A VENARIA

La Venere di Torino La Venere di Berlino Però che palle. Sta mappazza del Salone mi esaurisce la voglia e l'estro creativo, così non scrivo d'altro, anche se ci sarebbe altro di cui scrivere. Magari anche più piacevole e intelligente. Ma lo sapete, sono perversamente attrato dal trash. Così rimando il resto, che a scrivere troppo mi annoio, e mi fa fatica. Però ho una coscienza persino io, e ci tengo almeno passare almeno due cose d'arte, che mi piacciono. Intanto, la mostra delle due Veneri di Botticelli, che si apre alla Galleria Sabauda martedì prossimo.  E' una storia bellissima, ad aver voglia di raccontarla, e dentro c'è tutta la faccenda dell'arte che oggi consideriamo "classica" -sapete, il genio, il capolavoro, l'ispirazione e blablabla - ma all'epoca sua era contemporanea, e manco paludata, era in buona misura arte d'uso e consumo, diciamo pure d'arredo, un po' come oggi il design; o il lavoro dell'artigiano

IL GOVERNO PROVVISORIO E L'ARMATA BRANCALEONE: UN POST PESSIMISTA

Scusatemi, ma non condivido l'ottimismo . Perché sono un uomo cattivo, senza dubbio.  Ed è pur vero che faccio ancora credito ai politici di un minimo di raziocinio, per cui penso (più che altro spero) che sottotraccia si stia lavorando così da sapere in tempi brevi (ma brevi veramente, non il 28 luglio) almeno chi potrà essere il presidente della (forse) Fondazione per il Libro. Ma adesso, qui e ora, siamo alla pochade. Qui e ora, quanto accaduto ieri all'assemblea dei soci della Fondazione  certifica non soltanto il decesso clinico del Salone del Libro a Torino, ma anche la definitiva uscita di Torino dal ruolo di grande città capitale della cultura per entrare, fra gli applausi della folla imbesuita, nel fantastico mondo del circo equestre. I fatti li trovate sui giornali . Non dappertutto, però, è registrato il canaio che ha aperto l'assemblea dei soci. Qualcuno, giustamente, si è risentito per la frase, attribuita a Massimo Lapucci, segretario generale della F

SALONE, UN'ALTRA GIORNATA PERSA

Un'altra giornata persa. Per fortuna me ne sono andato al cinema. Adesso trovo il comunicato della Fondazione e lo pubblico. Senza commenti. È stata una bella serata, non mi va di rovinarmela per sti falabracchi L’Assemblea dei Soci della  Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura  si è riunita questo pomeriggio presso la sede torinese sotto la presidenza di  Sergio Chiamparino , Presidente della Regione Piemonte. Erano presenti la Sindaca della Città Torino e Sindaca Metropolitana di Torino  Chiara Appendino ; l’Assessora alla Cultura della Regione Piemonte  Antonella Parigi  e quella della Città di Torino  Francesca Leon ; il rappresentante Aie  Antonio Monaco ;  Rossana Rummo  per il Mibact;  Arnaldo Colasanti  per il Miur;  Michele Coppola  per Intesa Sanpaolo. Erano presenti la Presidente della Fondazione,  Giovanna Milella , e i componenti del Consiglio d’Amministrazione  Luciano Conterno ,  Piero Gastaldo  e  Roberto Moisio . L’Assemblea ha approvato all’unanimità il 

SALONE, MAI UNA GIOIA: FERRARI NON CI STA

Porta Susa, maggio 2018: entusiasti e numerosi, i torinesi vanno al Salone Ahi ahi. Houston, abbiamo un problema. Un altro. Gian Arturo Ferrari non intende accettare la presidenza della Fondazione per il Libro  al posto della dimissionaria Milella. Gliel'hanno offerta, ma lui ha preferenza di no. Sta bene dove sta, alla Mondadori; fa il vicepresidente, beato e contento; e probabilmente, così sui due piedi, non intravvede un buon motivo per andarsi a infilare in 'sto canaio. Domani c'è l'assemblea dei soci del Salone. Chiampa e Appendino si sono impegnati a proporre un nome. Va da sé che, prima di domani, imploreranno Ferrari in ginocchio, offrendogli tutte le garanzie e le rassicurazioni del caso. La notte porterà consiglio? Quien sabe? Da convinto pessimista, temo di no. Ferrari non è tipo da commuoversi per le preghiere di due politici locali. Se glielo chiedesse un pari grado - che so, un ministro - magari, forse. Ma così, chi l'ammazza? E soprattutto, c

PATRIZIONA GIOCA D'ANTICIPO: GUARDA, CHIARA, COME SONO BRAVA

Madamine, il catalogo è questo: Patriziona illustra il report, il fido Valsecchi veglia Diavolessa d'una Patriziona Asproni. Tutti la danno per spacciata , dead woman walking. Per via dei noti trascorsi , fin da subito è sembrata la prima vittima predestinata della jacquerie invocata - finora invano - dai fedeli di santa Chiara da Moncalieri. E lei che t'inventa? Gioca d'anticipo. Mentre santa Chiara e l'assessore ai Musei (e alle Fontane) sono impegnate nella lotta per la sopravvivenza del Salone , Patriziona - affiancata dal fido direttore Valsecchi - presenta il consueto report sul primo semestre 2016 della Fondazione Torino Musei. Dati decisamente positivi: talmente positivi da rendere difficile il previsto autodafè. Oddio, il potere è potere: e se vuole fucilarti ti fucila, senza tanti complimenti. Però se pretende di farlo con dio e il popolo dalla sua parte, gli tocca di dare delle spiegazioni. E contro la forza dei risultati, certe spiegazioni sono più diffi

LA STRATEGIA TORINESE: IL SALONE AGLI EDITORI, GLI AVVOCATI AI FRANCIOSI

Nella foto: il Chiampa espone le proposte torinesi al presidente dell'Aie Federico Motta. Al centro, in piedi, santa Chiara da Moncalieri Bene, si è risolta (spero) nell'unica maniera possibile e sensata . L'Aie si prende il Salone, però lo lascia a Torino. Questa la proposta dei baldi amministratori, che adesso fanno voto al loro dio perché Motta e la sua allegra brigata si mettano una mano sulla coscienza e l'altra sul portafogli , e accettino. Stamattina Motta se la tirava da duro: "Il Salone lo faremo dove ci saranno le condizioni migliori", diceva. Condizioni migliori di queste sarà difficile trovarle. In pratica gli hanno offerto tutto, tenendosi solo gli occhi  per piangere. Con il loro permesso, naturalmente. Fate di noi quel che volete, ma non fateci del male La lunga marcia degli editori s'è dunque conclusa con il loro totale trionfo e la resa incondizionata delle istituzioni torinesi. Ecco la dichiarazione congiunta di Chiampa e madam

CRONACHE DELLA GALASSIA: IL CROLLO DELLA FONDAZIONE

I protagonisti della tenebrosa vicenda: in primo piano i moschettieri; alle loro spalle, da sinistra, l'Editoria italiana, Motta e Richelieu Per quello che fu il Salone del Libro di Torino comincia il lungo calvario . Da oggi, e chissà per quanto tempo, ogni giorno si dovranno registrare cattive notizie e patetici tentativi di uscire dal baratro. Sarà un'agonia dolorosa e soprattutto lunga. Un tempo, quando lavoravo nei giornali, il giorno dopo qualche disastro irrimediabile entravo in redazione con la disperante certezza di essere soltanto all'inizio: da quel momento in poi la tragedia si sarebbe cronicizzata, sarebbe divenuta amara incombenza quotidiana, routine del dolore o della vergogna, sfilacciata cronaca delle infinite conseguenze nefaste di un evento fatale, di un atto incomparabilmente stolto. Mi preme quindi di precisare che non intendo passare l'estate al capezzale del Salone. Ho una vita mia, per fortuna, e prospettive migliori che dedicare ogni min