Molta acqua è passata sotto i ponti del Po da quel marzo del 2022 allorché, attavolinati in un baretto di piazza Vittorio, Ghigo e De Gaetano mi mostravano i rutilanti rendering (nella foto) del “progetto di prefattibilità” per un Museo del Cinema tutto nuovo : “innovativo e flessibile, internazionale, interattivo e inclusivo, sostenibile, rappresentativo del territorio”, stava scritto nei blabla programmatici. Costo il previsto per il restyling alla Mole era, allora, 25 milioni (almeno 27 oggi, calcolando l'inflazione). Tanti soldi: che, nelle speranze del presidente Ghigo sarebbero arrivati in virtù dello sforzo congiunto dei parlamentari piemontesi tutti per ottenere, con la Finanziaria, una “leggina” che destinasse all'impresa 5 milioni all'anno per cinque anni all'impresa. Anche il sindaco, in quella primavera d'entusiasmi, s'era impegnato a far sentire a Roma la sua autorevole voce. Ovviamente la “leggina” in Finanziaria non s'è vista. Ma adesso qua...
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