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Visualizzazione dei post da aprile 4, 2021

CHI BANFA E CHI FA: ECCO L'INCLUSIONE SECONDO LO STABILE

Lamberto Vallarino Gancia, Valerio Binasco e Filippo Fonsatti Un paio di giorni fa ho richiamato l'attenzione sulle burbanzose mozioni con le quali la politica politicante vorrebbe imporre per decreto alle Fondazioni culturali le regole per "includere" nelle proprie attività "artisti e compagnie indipendenti del territorio". Nell'articolo sul Corriere facevo notare che in realtà tale "inclusione" è già da tempo attuata nei fatti dalle Fondazioni secondo l'unica modalità ammissibile in un Paese civile con una cultura libera: cioè in base alle scelte e alle valutazioni dei direttori artistici, e non per volontà dei commissari del popolo indicati dal Municipio.  Ieri me ne è arrivata l'ennesima conferma. Per la serie "Chi banfa e chi fa", ecco quanto ci fa sapere il Teatro Stabile: Mentre alle Fonderie Limone continuano a pieno ritmo le prove de "Le sedie" di Eugène Ionesco con la regia di Valerio Binasco in sala grande

PIEMONTE FACTORY PER GIOVANI FILMMAKER

E' stata presentata la prima edizione del progetto Piemonte Factory - Film LabContest Under 30, curato dall'associazione Piemonte Movie e dedicato alla formazione e valorizzazione di filmmaker under 30 e giovani maestranze del cinema locale. Piemonte Factory è l'estensione su scala regionale di Torino Factory, il contest partito nel 2017 che in 3 edizioni ha portato alla creazione di opere brevi compiute e lungometraggi come "Manuale di storie dei cinema" diretto da Stefano D’Antuono e Bruno Ugioli che da teaser di pochi minuti è oggi un documentario prodotto dalla Rossofuoco di Davide Ferrario. Il progetto si articolerà in 3 fasi e prenderà il via con un contest (Fase 1) rivolto ai giovani cineasti che fino al 7 giugno potranno candidarsi presentando un’opera a tema libero della durata massima di 3 minuti, ambientata per almeno l’80% sul territorio piemontese. L’iscrizione è gratuita (info e bando su www.piemontemovie.com ) e verranno selezionati 8 video/troupe,

LE MANI SULLE FONDAZIONI

Nell'articolo di oggi sul Corriere ( questo il link ) analizzo l'uso improprio delle Fondazioni culturali da parte del Comune. L'amministrazione civica sembra infatti considerare il Regio, il Tst, il Trg, il Tpe, il Polo del 900, semplici "enti strumentali" di sua esclusiva proprietà (una fanfaronata giuridica che trascura del tutto l'esistenza di altri soci quali la Regione e le fondazioni bancarie) da piegare ai propri scopi e politiche alquanto discutibili, fottendosene delle funzioni istituzionali previste dagli Statuti. Tale perversa tendenza è evidente in tre mozioni presentate negli anni da consiglieri del M5S e approvate in Sala Rossa. Per vostra comodità ve le linko. Si tratta della mozione "Teatro Regio" del 2017 (che avevo largamente discusso a suo tempo), e delle più recenti "Enti culturali" e "Spazi pubblici per la cultura" entrambe del 2020. La prima delle tre mozioni, che vagheggiava una "rivoluzione"