Maurizio Cibrario Mentirei se dicessi che le dimissioni di Cibrario sono state un fulmine a ciel sereno. Semmai una logica conseguenza: dopo la partaccia purchiesca dell'altro giorno , andarsene era diventata anche una questione di dignità, per non far la figura della cozza abbarbicata alla cadrega. Non si sta in chiesa a dispetto dei santi, e di sicuro l'assessore Capatosta Purchia era arrivata ai massimi livelli di dispetto : i segnali di mal contento sono stati tanti, ma senza perdersi nella ricerca del casus belli particolare, bastavano i mediocrissimi risultati dei tre musei, vigorosamente negati dal presidente, a convincere Purchia che in Fondazione c'era un problema. Piuttosto irrituale la procedura scelta dall'ex presidente per togliere il disturbo senza attendere la naturale scadenza del mandato l'anno venturo. Il pubblico cazziatone purchiesco risale all'11 luglio; il 13 Cibrario ha un appuntamento con l'assessore, ma lo rinvia; per il pomerigg...
L'ANSiA della cultura torinese