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Visualizzazione dei post da settembre 16, 2018

LETTERA DA MACONDO: IL PRESIDENTE TOFFETTI RISPONDE SUL MUSEO DEL CINEMA

Sergio Toffetti Sergio Toffetti, presidente spiritoso del Museo del Cinema e fine lettore del Gabo colombiano, anziché mugugnare come fanno tanti per i perculamenti del Gabo torinese sta al gioco e risponde al mio post di ieri "627 giorni senza direttore, 172 per selezionarlo" con una brillante missiva che pubblico con estremo piacere, per due motivi: intanto perché c'è una notizia, la convocazione del Consiglio il 2 ottobre per nominare il nuovo direttore; e soprattutto perché la lettera è un ricca di humour, merce rarissima in questo tempo coleroso. Eccola: Caro Gabo Per alleviare la preoccupazione circa i nostri 629 giorni di solitudine, ho deciso di scrivere al colonnello e dare più puntuale notizia di un sequestro. Gabriel Garcia Marquez Il mio non sarà il racconto di un naufrago, né la cronaca di una morte annunciata. Ma una breve precisazione da presidente che vuole uscire dal labirinto, auspicando un prossimo autunno da patriarca. Viviamo ai tempi

IL BILANCIO DI MITO

Consueto bilancio per MiTo: la dodicesima edizione del festival (ma soprattutto quarantunesima di Settembre Musica) è durata 17 giorni, dal 3 al 19 settembre e ha richiamato in totale 73 mila spettatori tra Torino e Milano, con 125 concerti. La durata del festival continua a ridursi: i giorni furono 19 nel 2017 (con 140 concerti e 82 mila spettatori) e 21 nel 2016 (con 160 concerti e 99.600 spettatori). Le presenze medie giornaliere quest'anno sono lievemente calate: sono state (sempre tra Torino e Milano) circa 4294, contro le 4315 del 2017. La media per concerto è di 584 spettatori (i sold out sono stati 55), in pratica quella del 2017 (585 spettatori ma con 76 sold out, cioé 4 al giorno). Bisogna sottilineare che quest'anno non erano in programma concerti di piazza. Per questa edizione il contributo al festival dichiarato dal Comune di Torino è stato di un milione  (su un totale di 4 milioni), in crescita rispetto sia al 2017 (750 mila euro), sia all'ultimo anno di Fass

PUBBLICO E PRIVATO: CARTOLINE DA UN MONDO PERFETTO

Dotti medici e sapienti al capezzale del Salone del Libro Al capezzale del malato molto grave dotti medici e sapienti discettano sulle terapie. Si cerca il prossimo presidente di Circolo & Salone - al momento l'uccello padulo volteggia pericolosamente attorno al notaio Giulio Biino - e intanto ferve il dibattito sulla proprietà - pubblica o privata? - del marchio del Salone . Dopo la manifestazione d'interesse delle Fondazioni bancarie , ieri si è espressa l'Adei, l'Associazione degli editori indipendenti, con la seguente nota stampa: Non può esistere il Salone internazionale del Libro di Torino senza l’idea di salone che è venuta formandosi in più di trent’anni di storia: una manifestazione di tutta l’editoria italiana, eterogenea, aperta a ogni istanza culturale e non dominata da esigenze commerciali. Ciò è stato possibile, oltre che per l’opera di chi anno dopo anno ha saputo farla crescere e anche diventare sempre più internazionale, per la presenza di g

PIAZZA DIRETTRICE DI PIEMONTE MARKETING

Ricevo e pubblico: L’assemblea dei soci della DMO Piemonte   (aka Piemonte Marketing, ente strumentale della Regione per lo sviluppo turistico, NdG) , su proposta dell’Amministratore Unico e a seguito di una selezione pubblica e di un successivo esame dei candidati da parte di un’apposita commissione, ha nominato Luisa Piazza quale direttore generale dell’ente. Alla selezione hanno partecipato oltre 200 candidati da tutta Italia. Secondo quanto previsto dallo statuto della società DMO la nomina avrà la durata di tre anni. Luisa Piazza, laureata in Scienze Politiche Internazionali e con una specializzazione nel campo della direzione aziendale, è docente di marketing internazionale e del turismo all’Università Unice di Nizza, professore a contratto presso lo Ied di Torino e consigliere per la comunicazione dell’Istituto Affari Internazionali di Roma. In passato ha ricoperto incarichi nel campo delle relazioni istituzionali e internazionali presso enti pubblici e aziende e ha diretto la p

ARTISSIMA BLUES

On stage: al centro Ilaria Bonaccossa, a destra Massimo Lapucci di Fondazione Crt, a sinistra Maurizio "Old Sugar Boy" Cibrario in posa strablues Non capendo un tubo di arte contemporanea, l'unica cosa che posso dire di Artissima 2018 con un minimo di cognizione di causa è che quest'anno  alla consueta presenzione , stavolta officiata alle Ogr, per un attimo mi sono illuso di aver sbagliato indirizzo ed essere capitato in un festival blues.  Un po' per via del tema della venticinquesima edizione che - annuncia orgogliosa la direttrice Ilaria Bonacossa - è "Time is on our side". E a quel punto mi immagino Mick Jagger che salta sul palco e le fa il controcanto "yeeees it is" .  Ma Mick non c'è e le mie speranze scemano; per risollevarsi brevemente alla vista del presidente della Fondazione Musei Maurizio Cibrario che sul palco si protegge gli occhi dai fari implacabili trincerandosi dietro un clamoroso paio di occhiali ner

MUSEO DEL CINEMA: 627 GIORNI SENZA DIRETTORE, 172 PER SELEZIONARLO. TOFFETTI OTTIMISTA: "ENTRO IL 26 LO NOMINIAMO"

Sergio Toffetti, presidente del Museo Ieri dal Museo del Cinema mi è arrivata la notizia che il film di chiusura della 36esima edizione del Torino Film Festival (23 novembre – 1 dicembre) sarà "Santiago, Italia" di Nanni Moretti. Il che significa - a fil di logica - che anche quest'anno al Festival ci sarà Nanni Moretti. Ma la comunicazione dell'ufficio stampa ha avuto un effetto collaterale: mi ha fatto ricordare che al Museo manca ancora un direttore, e che questa storia sta diventando stucchevole. Con il vostro permesso, la riassumo: 1)  abbiamo un Museo del Cinema senza direttore dal dicembre 2016 ; 2) per sostituire Alberto Barbera, in scadenza e per di più  sgraditissimo a Chiarabella , il 20 giugno 2016 venne pubblicato un bando che costò la bellezza di 51 mila euro ; 3) l'iter post-bando fu lento e pasticciato , con misteriosi rinvii e tentennamenti sospetti; 3) alla fine, il 12 dicembre 2016, dopo 175 giorni di dolorosa gestazione, il candi

QUAGLIA, IL SALONE E LE VIGILATRICI D'INFANZIA

Giovanni Quaglia è presidente della Fondazione Crt dal febbraio 2017 Intanto la notizia, così come l'ha rilanciata l' Ansa : Le due fondazioni bancarie torinesi, Fondazione Crt e Compagnia di Sanpaolo, sono interessate a "intraprendere una strada con gli enti locali per rilevare il marchio del Salone del Libro per assicurarlo alla Città". Lo ha detto il presidente della Fondazione Crt, Giovanni Quaglia , a margine della presentazione del progetto per le scuole Diderot. Quaglia ha spiegato di averne già parlato con il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino e con la sindaca Chiara Appendino, ma che per ora non c'è nulla di definito, nè incontri in programma. Circa il futuro presidente, che verrà individuato con il bando regionale in corso, Quaglia auspica sia "un manager di comprovate capacità". "Il Salone è un evento complesso - dice Quaglia - che ha bisogno di un vero manager, e al contempo di una persona di grande cultura. Se

VENARIA: SALGADO CHIUDE OLTRE QUOTA 90 MILA

Dalla Reggia di Venaria mi comunicano che domenica 16 si sono concluse le mostre "Genesi" di Sebastião Salgado e "La fragilità della bellezza. Tiziano, Van Dyck, Twombly e altri 200 capolavori restaurati" . Salgado ha avuto 92.139 ingressi in 158 giorni di apertura;  "La fragilità della bellezza" 72.184 ingressi in 153 giorni di apertura. Da pochi giorni alla Venaria è aperta la mostra "Ercole e il suo mito" , mentre prosegue "Easy rider" , che sta riscutendo un notevole successo di pubblico.  Quest'anno la mostra "Genio e Maestria. Mobili ed ebanisti alla corte sabauda tra Settecento e Ottocento" in 107 giorni ha staccato 43.503 biglietti. Per un confronto con le mostre precedenti alla Venaria , ricordo che nel 2017 la più vista è stata quella di Giovanni Boldini, con 101.798 presenze dal 29 luglio 2017 al 28 gennaio 2018. Caravaggio Experience è terminata dopo 257 giorni di apertura con 135.203 ingressi totali; la m

IL PUBBLICO, IL PRIVATO E LA COLPA DEGLI ALTRI: PAPEROPOLI DIBATTE SULLA CRISI DEL SALONE

La solita gag. Quando scoppia il merdone, la politica entra in "modalità Jake Blues": "Non è stata colpa mia! " Nell'articolo che ho pubblicato ieri (domenica 16) sul Corriere Torino spiegavo come e qualmente la politica si sia dimostrata inadeguata a maneggiare il Salone del Libro. E lo stesso argomento l'ho ripreso anche qui sul blog .  Stamattina il  Corriere  va avanti, con un'intervista all'ex direttore del Salone Ernesto Ferrero (il quale mi pare la pensi esattamente come me) e con un interessante giro di opinioni sull'alternativa "pubblico/privato". La Stampa di oggi riprende lo stesso tema  sciorinando un coro (di politici) che ripete la nota tesi: "Il Salone deve restare pubblico, non c'è problema, non c'è ritardo, e comunque non è colpa nostra" . Infatti: quando scoppia il merdone, la prima strategia politica è negarlo. Segue lo scarico di responsabilità. E alla fine non manca mai il genio che salta su a

UNA POLTRONA PER GUENNO, UNA SQUADRA MARCHIGIANA: ECCO IL REGIO DI GRAZIOSI

Dal coro alla poltrona: un ruolo di vertice per Roberto Guenno La scorsa settimana ho raccontato sul Corriere le ultime disavventure del Regio , che con  l'avvicinarsi della chiusura del bilancio si ritrova alle prese con i soliti due milioncini che mancano per far quadrare i conti.  In quell'articolo scrivevo che William Graziosi, il sovrintendente imposto spicciamente da Chiarabella sulla scorta dei suoi trascorsi alla Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi , è già all'opera (scusate il facile calembour) per contribuire al risanamento dell'Ente, creando nuove funzioni e ingaggiando nuovi collaboratori. Intanto nel tempio della lirica immortale arrivano le prime promozioni, a conferma che l'aria è cambiata e i talenti misconosciuti possono finalmente realizzarsi a prescindere dalle vecchie e vituperate logiche spartitorie. Per il corista-sindacalista del Regio Roberto Guenno si apre una carriera di vertice. Avrebbe  già lasciato, o starebbe per lasciare, il

L'ETERNA EMERGENZA DEL SALONE: QUANTI MIRACOLI CI RESTANO?

Ci voleva poco per capirlo. Il profetico meme che circolò in rete la scorsa primavera nei giorni del Salone del Libro Scrivo poco, in questi giorni. Il rientro è stentato, uscire dalla neghittosità estiva diventa ogni anno più faticoso. Sono stato alle presentazioni di bei festival come quello delle Migrazioni , e di mostre interessanti come quella su Ercole allaVenaria ; al vernissage della Sandretto , sempre sorprendente; ho visto una delle performance che fanno alle Ogr , e sono uscito contento; e altro ancora. E niente, non una riga. Sono tutte cose belle, non discuto, ma adesso non mi viene: mi metto davanti al pc, contemplo a lungo la testiera, mi stufo, spengo e mi sdraio sul sofà a leggere Erasmo. Per scrivere dovrei sforzarmi: ma se mi sforzassi a scrivere, diventerebbe un lavoro. Non sia mai. Vabbé, passerà. Seguo però l'ennesima crisi del Salone del Libro, con annessi e connessi . E  m'incazzo il giusto, perché ne ho le palle piene di dover ripetere ogni vol