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Visualizzazione dei post da ottobre 16, 2016

UNA FIABA DI NATALE: IL GRINCH A TORINO

C'è un Grinch a Torino? Cari piccini, sedetevi attorno a nonno Gabo che vi racconta una fiaba di Natale. Come voi sapete,  da qualche giorno in piazza d'Armi è aperto il cantiere del Villaggio di Babbo Natale : è un progetto (ideato da Carmelo Giammello, già scenografo dello Stabile di Torino, con la collaborazione dell’artista Richi Ferrero e la direzione di produzione di Roberto Sabbi e Paolo Quirico), ospitato sull'area di proprietà del demanio militare. I costi superano i 2 milioni di euro e sono stati coperti interamente con risorse private. Gli organizzatori sperano di rientrare delle spese con gli incassi: si aspettano almeno 300 mila visitatori. Niente soldi pubblici. Rischio d'impresa. Gli ideatori del Villaggio di Babbo Natale con il plastico del loro progetto I lavori fervono. Vorrebbero inaugurare il 25 novembre e tenere aperta la struttura (temporanea) fino all'8 gennaio. Ma è subito capitato un "contrattempo": giovedì scors

IL COMUNE FA LO SCONTO A PARATISSIMA

Una volta tanto arrivo in Commissione cultura e trovo delle facce sorridenti. Sono quelle di Damiano Aliprandi e Lorenzo Germak, gli organizzatori di Paratissima . Sono contenti perché hanno già incontrato non uno, ma ben tre assessori – Leon, Sacco e Montanari – e dall'incontro hanno ottenuto un piccolo beneficio concreto: il Comune quest'anno gli porterà via meno soldi. Come sapete, Paratissima si fa a ToExpo. Per la concessione di ToExpo il Comune pretende il 20 per cento dell'incasso netto alla biglietteria. La nuova giunta ha confermato l'impegno di quella precedente , riconoscendo a Paratissima il diritto di scalare da quel 20 per cento la cifra di 8 mila euro spesi per "migliorie permanenti" necessarie a riparare le vandalizzazioni che quest'estate hanno di nuovo ridotto ToExpo in condizioni pietose. Pare poca cosa, per una manifestazione con un budget di 300 mila euro quasi completamente autofinanziato, ma uno sconto di ottomila euro è più di quan

UN'IKEA DI TOULOUSE-LAUTREC

"Aristide Bruant nel suo cabaret" (1893) Di nuovo a Palazzo Chiablese, finalmente per un'altra mostra. Gran nome, Henri de Toulouse-Lautrec. E opere adeguate alle possibilità odierne di Torino: una dozzina di manifesti e 150 fra litografie, libri, e una preziosa, seppur di nicchia, selezione di disegni molti giovanili. Se amate Toulouse, non sarete delusi. E forse scoprirete qualcosa di nuovo su un pittore talmente celebre da apparire a volte scontato. Niente da dire: la mostra c'è, e merita di essere vista. Però ne sono uscito un po' rimminchionito, con in testa quella canzone di Guccini, “portavo allora un eskimo innocente, dettato solo dalla povertà...”. Oh già. Balza agli occhi la differenza rispetto al passato recente di Palazzo Chiablese.  Le virtù della grafica E non soltanto perché qui si tratta di grafica. D'alta scuola, d'alto nome, d'alto pregio, certo. Ma pur sempre grafica. E' come se vi recensissi le vetrine di quella lussure

LA CAMERA DI COMMERCIO E' SMART

Leggete questo articolo di Repubblica del 19 ottobre : "Cerchiamo insieme i fondi per i grandi eventi". L’invito è rivolto al governatore della Regione, Sergio Chiamparino, e alla sindaca di Torino, Chiara Appendino. Invito rivolto dal presidente della Camera di Commercio di Torino, Vincenzo Ilotte... Nell’ultima riunione di lunedì si è discusso dell’agenda della città, della necessità che non si facciano passi indietro, e della possibilità di «fare sistema» per trovare risorse per i grandi eventi... e per le iniziative culturali...  "Siamo consapevoli che sul fronte pubblico le risorse sono scarse, per questo sarebbe utile sedersi attorno ad un tavolo e mettere a punto una strategia comune... Invitiamo Chiamparino e Appendino da noi per discutere cosa può mettere il pubblico e cosa il privato. Condividiamo e andiamo a valanga sulle imprese per trovare fondi che sostengano i grandi eventi". Appendino e Chiamparino aderiscono entusiasti, plaudendo alla "nuova

DOVE FARANNO CLUB TO CLUB 2017?

Riassumiamo. Il 2 novembre comincia Club to Club . Il 26 ottobre c'è la conferenza stampa. Esattamente un anno fa Club to Club minaccia di andarsene da Torino in mancanza di un impegno concreto dal Comune . Undici mesi e venti giorni fa la candidata Appendino promette un impegno concreto per Club to Club . Ai primi di luglio  Club to  Club chiede un impegno concreto alla giunta Appendino .  Fino a mercoledì a Club to Club non risultano impegni concreti dal Comune. Nella notte tra mercoledì e ieri un organizzatore di Club to Club lancia un sondaggio su Fb , come vedete nella figura. Magari è solo un cazzeggio per ridere un po'. Magari è per scegliere se farlo alle Ogr o al Lingotto. O a Milano. Magari.

I SOLDI PER NOVALESA SALTANO FUORI

E mentre gli zuavi si scannano per i cazzi loro , stamattina apprendo dai giornali che il Museo della Novalesa chiude perché la Città Metropolitana s'è fumata quella miseria di 10 mila euro necessari per tenerlo aperto. Subito parte una petizione on line, e si moltiplicano le proteste. In serata il sindaco di Torino e presidente della Città Metropolitana annuncia che i soldi ci sono . Caso risolto in poche ore.

CHI CONTA E CHI NO: FACCIAMOLA FINITA CON LA FUFFA DI MANET

Scene della vita amministrativa e culturale torinese: un momento dell'approfondito confronto sul destino del nostri musei No, ancora una cosa e poi spero davvero basta, a proposito della ormai insopportabile querelle sulla mostra di Manet. Lunedì scorso Appendino ha pubblicato sul suo sito un post in cui precisava il suo punto di vista sulla faccenda. Potete leggerlo qui e comunque ripete paro paro quanto detto in Consiglio comunale quel giorno ( e io avevo riportato fedelmente ).  Voglio però soffermarmi ancora su un passaggio del post di Appendino. "Fino ad oggi la realizzazione delle mostre non si basava tra la collaborazione istituzionale del Museé d’Orsay e la Gam ma su una relazione personale tra il sindaco della Città ( che allora era Fassino, NdG ), il Museé d’Orsay e un operatore privato. Sicché il destino degli eventi culturali legati a queste realtà dipendeva dalla buona salute di queste relazioni personali. Ecco, no grazie. È esattamente il motivo per cui ci

PRIMA CHE SCENDA IL BUIO: COSE CHE FACCIO, COSE CHE MI PERDO

Oggi proprio non ho voglia di sbattermi. Tendenzialmente non scriverei. Devo però segnalare un paio di cosette carine che mi coinvolgono - chi mi ha invitato si aspetta giustamente che ne parli, e mi sembra brutto non farlo - e un altro paio che mi perdo, e mi dispiace. Niente di che, per carità: giusto quattro di quelle occasioni che Torino ancora offre ogni giorno, per non essere morti. Io cerco di approfittarne, finché ci sono. Prima che scenda il Grande Buio. Alla Mole con Davide Ferrario Con Davide Ferrario oggi alla Mole Intanto vi ricordo che oggi alle 18 alla Mole c'è un incontro  organizzato da  Moving Tff, manifestazione d'avvicinamento al Torino Film Festival : con il regista Davide Ferrario (quello di film come "Tutti giù per terra" e "Dopo mezzanotte" e documentari come "Sexxx"  e   "La zuppa del demonio" , per intenderci) parleremo di cinema in Piemonte. Meglio: lui ne parla, io gli faccio da spalla. Lui ha davvero

MUSEI STATALI: VISITATORI +26%

Ricevo dall'ufficio stampa del MiBACT e pubblico, poiché contiene dati utili al dibattito in corso: “La ripresa dei consumi culturali è ormai un dato stabile e consolidato. Se il 2015 ha segnato il record assoluto di 43 milioni di visitatori nei musei statali, il 2016 si appresta a chiudere con un nuovo primato: nel primo semestre i visitatori sono aumentati del 4% e gli introiti del 10%”. Ad annunciarlo il ministro dei Beni culturali e del Turismo, Dario Franceschini, in un messaggio inviato alla presentazione del XII rapporto annuale di Federculture. Ancor più positivo il dato in Piemonte se si estende il rilevamento ai primi nove mesi dell’anno: da gennaio a settembre, infatti, sono stati oltre 1,7 milioni i visitatori nei luoghi della cultura statali nella regione, con un aumento pari al 26% rispetto allo stesso periodo del 2015. Gli introiti sono aumentati del 16%, con un totale di quasi 8,6 milioni di euro derivanti dalla bigliettazione.  

CHI FA LE MOSTRE? UNA LETTERA A BENEFICIO DEL TRIO GIORDANO

Carolyn Christov Bakargiev, direttrice di Gam e Rivoli, con Patrizia Asproni Adesso è più chiaro il piano per la cultura della nuova amministrazione civica. Almeno, quello sulle grandi mostre. Si evince dal combinato disposto di due dichiarazioni dell' assessore alle Fontane (e ai Musei) Francesca Leon . La prima dichiarazione, l'altro ieri in Consiglio comunale : "Le grandi mostre non rafforzano il legame fra musei e pubblico ". La seconda, oggi su La Stampa : "Manet si farà se ci sono le condizioni, ma di certo dopo si cambia: siamo contrari a mostre imposte. Basta con le esposizioni pensate da altri musei. Vogliamo esposizioni pensate con altri musei, o dai nostri musei". Confesso di non capire perché, se non vogliono più "esposizioni pensate da altri musei", s'incazzano tanto se non si fa la mostra di Manet con le opere del Musée d'Orsay. Perché credo che proprio a quel tipo di mostre si riferisca Leon. Comunque Leon è nel suo diri

PARIGI SUL CASO-ASPRONI: NO ALLO SPOIL SYSTEM

E adesso è anche ufficiale: in Consiglio direttivo della Fondazione Torino Musei il trio Giordano non troverà la strada spianata per defenestrare la presidente Asproni . Mezz'ora fa su Fb l'assessore Parigi (che rappresenta la Regione nel Consiglio direttivo della Fondazione) ha postato quanto segue : "A proposito del caso Patrizia Asproni. Ho sempre trovato lo Spoil system una pratica barbara da vecchia politica . Io mi sono rifiutata di applicarla riconfermando tutti quelli che avevano portato risultati al loro posto anche se nominati dal mio predecessore in una giunta di diverso colore politico. Ma può succedere che uno perda la fiducia in una persona. Ci sta. Però allora bisogna farlo bene, rispettando l'esistenza di un consiglio direttivo, rispettando le istituzioni , e il fatto che questa città, a maggior ragione in questo momento di cambiamento politico,ha bisogno di stabilità, di armonia e di continuare nel trend di sviluppo che ha visto grandi numeri nella cu

SIGNORINA CULTURA SI SPOGLI E DIA QUI LE MUTANDE

Patriziona Asproni Ormai si gioca a tutto campo, ed è un campo pieno di merda. Il bello è che i nostri simpatici zuavi ci s'inzaccherano senza manco ben sapere il perché. Questa storia della “mancata” mostra di Manet non l'hanno capita, come si evince dall'alato dibattito in Sala Rossa – anche perché c'è poco da capire, al momento è soltanto un siparietto giornalistico divertente ma ancora privo di fatti concreti.   Prima o poi, l'ho promesso e lo farò, vorrei anche mettere a fuoco i veri guai della Gam. Che sono altri. Però intanto il frisson manettiano s'è trasformato in battaglia all'ultimo sangue fra il trio Giordano e la presidente della Fondazione Torino Musei, la celebre Patriziona .  E  i nostri giuggioloni municipali sgomitano per esserci ad ogni costo, e discettano di relazioni internazionali, di grandi eventi e di ricadute sul territorio. Siamo tutti professori. La "ricaduta" si chiama civiltà Va così. E dire che il ragio

STEVE MCCURRY CHIUDE A QUOTA 170 MILA

Domenica 16 ottobre ha chiuso la mostra di Steve McCurry nelle Scuderie Juvarriane della Reggia di Venaria, raggiungendo la cifra di 170.000 visitatori. Un risultato che la colloca tra le mostre più visitate della Venaria Reale dal 2008 e come la mostra di Steve McCurry in assoluto più visitata tra le 10 che sono state allestite in Italia in questi anni.

BADILATE DI CULTURA: MANET IN CONSIGLIO COMUNALE

Voglio innanzi tutto rassicurare il commissario Basettoni. I suoi preziosi segreti sono al sicuro. Oggi non sono andato a origliare a Palazzo Civico. Per due motivi. Il primo l'ho spiegato ieri: non ho bisogno di vederli in faccia per capire che cosa combinano. Il secondo è che, grazie al cielo, avevo di meglio da fare. C'è pure un terzo motivo: non avevo nessunissima voglia di sprecare due ore della mia vita ad ascoltare i loro vaniloqui su mostre e Impressionisti. Che poi, mi  domando quanti di loro sarebbero in grado non dico di distinguere un Manet da un Monet (o da un Teomondo Scrofalo) ma persino di scrivere correttamente il nome di battesimo di Manet (non disturbatevi a cercarlo su Wikipedia: è Édouard); loro, che della cultura se ne sbattono, e alcuni dubito abbiano mai messo piede a una mostra; loro, che però adesso sgomitano nella mesta parodia di un dibattito sui destini della cultura in questa sventurata città. Si sono esibiti in Consiglio comunale sparando una se