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Visualizzazione dei post da luglio 9, 2023

MARE E MINCHIATE, UNA TERAPIA DELL'ANIMA (ENNESIMA LETTERA DALLA SCOGLIERA)

Mi capita ogni volta, quando arrivo nella casa sulla scogliera: sprofondo per qualche giorno in un abulico fancazzismo, poi mi prende la voglia di scrivere e finisce che scrivo tutti i giorni. Verrebbe da dire "lavoro tutti i giorni" - autentica eresia per uno come me, oltretutto in vacanza - se non fossi ormai ben convinto che scrivere, almeno per quanto mi riguarda, è una terapia dell'anima, e io semplicemente ho avuto la fortuna di trovare sempre qualcuno disposto a pagarmi per farlo.  Ad ogni modo: la casa sulla scogliera mi attizza la voglia di scrivere, per cui ho concluso che il mare è per me una delle due più potenti fonti d'ispirazione; l'altra, manco a dirlo, sono le minchiate, che per fortuna non mancano mai e in certi periodi dell'anno (guarda caso, sempre quando sto qui) sembrano moltiplicarsi come conigli infoiati. Sicché anche stamane, primis lucibus, ho scritto un altro pezzo per il Corriere: dovrebbe uscire domenica (ecco il link ) e ripercorr

BASIC BASE

Il nuovo direttore del Tff La  nomina di Giuliobase alla direzione del Torino Film Festival  è ampiamente trattata sul Corriere di Torino di stamattina: c'è un mio modesto commento , ma soprattutto c'è una magistrale intervista al neodirettore, firmata dall'esperto collega Fabrizio Dividi. Vi consiglio di leggervela da cima a fondo (sul cartaceo, o  a questo link ): vale da sola ben più del prezzo del giornale. Ed è talmente bella che mi permetto di estrapolarne alcuni passaggi, che giudico particolarmente significativi. Ecco qui le domande e le risposte che più mi hanno entusiasmato. In neretto le domande, in chiaro le risposte, in corsivo le mie chiose: Emozionato a dover essere «profeta in patria»?  «Ovvio, ma studierò. In questo anno e mezzo studierò e tiferò per Steve Della Casa e per il suo festival, ma sempre stando un passo indietro, con umiltà e discrezione».  Qualcuno lo avverta: l'hanno nominato per l'edizione 2024. Ciò significa che dovrà cominciare a la

MA SÌ, METTONO BASE AL TFF. CON ASSOLUTA DETERMINAZIONE

L'IMMENSITÀ DEL GRAN CAZZO CHE ME NE FREGA È arrivato il comunicato stampa con il quale il Museo del Cinema annuncia la nomina a direttore del Torino Film Festival di Giulio Base. Non è una notizia. La nomina era prevista da settimane dai soliti bene informati, in quanto il regista e attore d'origine torinese - autore ( apprendo da Wikipedia, che classifica il lemma come "voce a tono promozionale" ) di pietre miliari della fiction tv quali "Don Matteo", "Padre Pio" e "Maria Goretti" - godrebbe dell'entusiastico supporto del centrodestra, Meloni compresa.  Ma ecco la vera notizia straordinaria: nel comunicato sta scritto, nero su bianco, che  "il presidente Enzo Ghigo ci tiene ad affermare con assoluta determinazione che questa scelta è avvenuta esclusivamente valutando i meriti del candidato e non è stata in alcun modo condizionata da valutazioni esterne" . Avete presente il detto "excusatio non petita, accusatio manif

ARTE CRT, TUTTO IL POTERE A PATRIZIETTA

Patrizia Sandretto Re Rebaudengo Lo "stile Palenzona" si fa sentire in Fondazione Crt: ieri il neopresidente ha segnato una nuova tappa della dequaglizzazione mettendo alla porta il segretario generale Massimo Lapucci (che però resta, a titolo di consolazione, Ceo della società consortile Ogr), rimpiazzato con Andrea Varese ; e pure - per non farsi mancare nulla - la presidente della Fondazione Crt per l'Arte Moderna e Contemporanea , Luisa Papotti, l'ex soprintendente in carica da appena un anno . Papotti ci è rimasta maluccio, ma pare che durare un anno (anziché i quattro previsti da statuto) sia ormai il karma dei presidenti di Fondazione Crt per l'Arte dopo il lungo regno (dodici anni) di Fulvio Gianaria: prima di Papotti era infatti capitato anche  ad Anna Ferrino .  Al posto di Papotti, a guidare il nuovo board della Fondazione (di cui fanno parte l’avvocato Giuseppe Iannaccone, noto collezionista d'arte moderna e contemporanea, e Roberto Spada, fondato

QUESTIONE DI FEELING

Leggendo il consueto sondaggio annuale del Sole 24 Ore sul gradimento dei sindaci e dei governatori non mi ha sorpreso più di tanto ritrovare il nostro Stefano Lo Russo nella zona bassa della classifica, appena al 47esimo posto con un risicato 53,5% di consensi. Sono abbastanza convinto che la politica, la capacità amministrativa, i risultati ottenuti, in un sondaggio del genere contino relativamente: credo invece che prevalga il feeling, il "sentiment" che un sindaco riesce o non riesce a trasmettere ai suoi concittadini. Ed è lì che casca l'asino, e che Lo Russo inciampa. Come prima di lui Fassino - inguaribilmente affetto dalla sindrome della scopa nel culo - e pure Appendino, che - benché a lungo benvoluta tanto da raggiungere la seconda posizione nel 2019 - non riusciva ad apparire naturale neppure quando lo era.  Ad ogni modo: stamattina, dopo una settimana di ozio nella quiete della casa sulla scogliera, ho aperto finalmente il pc e ho buttato giù una piccola ana