Ieri la giunta comunale ha deliberato gli ultimi contributi 2015 a Museo Egizio, Museo del Cinema, Salone del Gusto.
Nello specifico:
250 mila euro all'Egizio (contributo alle spese d'investimento, finanziato con mezzi straordinari di bilancio);
75 mila al Museo del Cinema (contributo agli investimenti, finanziato con mezzi straordinari di bilancio);
400 mila al Salone del Gusto (contributo).
Attenzione: laddove si parla di "mezzi straordinari di bilancio" si intende che i soldi in cassa non ci sono, e devono saltare fuori da vendite di immobili o altre dismissioni o entrate straordinarie. Insomma, è la temutissima procedura che due anni fa portò alla distribuzione di alloggi e stabili vari alle varie istituzioni culturali, con l'invito a venderseli. I vari presidenti si trasformarono così in piazzisti immobiliari, con alterne fortune. Per fare un esempio, il Teatro Stabile ricevette come "finanziamento" uno stabile in via Riberi, dietro la Mole, che è riuscito a vendere soltanto sei mesi fa, a metà circa del valore attribuito dal Comune, e dopo aver affrontato un'occupazione e relativo sgombero. Si era detto che non sarebbe più accaduto, ma per queste ultime cifre dell'anno potrebbe accadere ancora. Però stavolta la situazione sembra meno drammatica.
Sempre nella seduta di ieri la giunta ha deliberato 150 mila euro per il Salone del Libro: è la seconda tranche dei 300 mila euro (la prima è stata deliberata nella riunione del 22 dicembre) destinati a ripianare il bilancio del Salone. Come ho spiegato, i soldi non potranno essere versati finché sul sito della Fondazione per il Libro non compariranno tutte le informazioni previste dalle norme sulla trasparenza, comprese le dichiarazioni dei redditi dei consiglieri d'amministrazione (vedi anche l'aggiornamento "Trasparenza e redditi: Comune e Regione in disaccordo").
Noto infine che, nella riunione del 22 dicembre è stato anche approvato il contributo del Comune a Sottodiciotto: 28 mila euro. Mi sembra una miseria, per un festival che considero importantissimo. Ma credo che sia colpa mia: se io parlo bene di qualcosa, in Comune la vedono subito di malocchio. Si sa, abbiamo visioni diverse.
Nello specifico:
250 mila euro all'Egizio (contributo alle spese d'investimento, finanziato con mezzi straordinari di bilancio);
75 mila al Museo del Cinema (contributo agli investimenti, finanziato con mezzi straordinari di bilancio);
400 mila al Salone del Gusto (contributo).
Attenzione: laddove si parla di "mezzi straordinari di bilancio" si intende che i soldi in cassa non ci sono, e devono saltare fuori da vendite di immobili o altre dismissioni o entrate straordinarie. Insomma, è la temutissima procedura che due anni fa portò alla distribuzione di alloggi e stabili vari alle varie istituzioni culturali, con l'invito a venderseli. I vari presidenti si trasformarono così in piazzisti immobiliari, con alterne fortune. Per fare un esempio, il Teatro Stabile ricevette come "finanziamento" uno stabile in via Riberi, dietro la Mole, che è riuscito a vendere soltanto sei mesi fa, a metà circa del valore attribuito dal Comune, e dopo aver affrontato un'occupazione e relativo sgombero. Si era detto che non sarebbe più accaduto, ma per queste ultime cifre dell'anno potrebbe accadere ancora. Però stavolta la situazione sembra meno drammatica.
Sempre nella seduta di ieri la giunta ha deliberato 150 mila euro per il Salone del Libro: è la seconda tranche dei 300 mila euro (la prima è stata deliberata nella riunione del 22 dicembre) destinati a ripianare il bilancio del Salone. Come ho spiegato, i soldi non potranno essere versati finché sul sito della Fondazione per il Libro non compariranno tutte le informazioni previste dalle norme sulla trasparenza, comprese le dichiarazioni dei redditi dei consiglieri d'amministrazione (vedi anche l'aggiornamento "Trasparenza e redditi: Comune e Regione in disaccordo").
Noto infine che, nella riunione del 22 dicembre è stato anche approvato il contributo del Comune a Sottodiciotto: 28 mila euro. Mi sembra una miseria, per un festival che considero importantissimo. Ma credo che sia colpa mia: se io parlo bene di qualcosa, in Comune la vedono subito di malocchio. Si sa, abbiamo visioni diverse.
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