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CANTONE INGUAIA IL SALONE

Aggiornamento: Trasparenza e redditi, Comune e Regione in disaccordo
 
E' come vi avevo detto. Stamattina ho visto Braccialarghe e  gli ho chiesto un paio di conferme sulle dimissioni di Massimo Lapucci dal Consiglio di amministrazione del Salone del Libro.
Le cose stanno come pensavo. Anche il Comune, come la Regione, ha già deliberato in due tranche lo stanziamento dei fondi - una parte, in verità: 300 mila euro, anziché i 650 mila baldanzosamente promessi a settembre - per ripianare per quanto possibile i bilanci 2014 e 2015 del Salone. I soldi, però, non potranno essere materialmente versati nelle casse della Fondazione per il Libro finché, in ottemperanza alle norme sulla trasparenza (decreto legislativo 33/2013 e orientamento Cantone n. 24 del 23 settembre 2015), sul sito della Fondazione stessa non compariranno le dichiarazioni dei redditi dei consiglieri d'amministrazione (nonché dei loro coniugi e parenti fino al secondo grado se consenzienti). Tali dichiarazioni al momento sul sito non ci sono, quindi niente soldi. Con quel che ne deriva.
Braccialarghe mi ha anche detto che "le dimissioni di Lapucci dipendono anche da quello". Ovvero, decritto io, Lapucci - con scelta che condivido appieno - non ritiene di consentire la lettura della sua dichiarazione dei redditi a cani e sorci; e democraticamente, com'è suo pieno diritto, preferisce dimettersi.
Questo peraltro non esclude che - mio sospetto - Lapucci, da uomo di finanza, abbia capito come stanno esattamente i conti del Salone, e preferisca chiamarsi fuori prima della catastrofe.

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