Per "L'elisir d'amore" al Regio solo il 60 per cento di posti occupati |
La progressiva estinzione del pubblico è il grande male del Regio. Nel 2017 la biglietteria ha incassato 770 mila euro in meno del 2016 e - hanno denunciato i critici della gestione-Vergnano - molte recite si svolgevano con la sala mezza vuota.
Lo ha detto e ripetuto più volte il sovrintendente Graziosi: il suo primo obiettivo - per cui lo ha messo lì la Chiarabella - è portare al Regio tanti spettatori, meglio ancora se giovani e nuovi.
La prima mossa di Graziosi è stata cancellare dal cartellone 2018/19 un paio di titoli considerati "difficili", preferendogli i classiconi più amati dalla gente. Una strategia dettata in parte dalle ristrettezze economiche, e in parte dalla volontà, dichiarata da Chiarabella, di "far sì che al Regio ci vadano tutti".
Un Trovatore al 73,5 per cento
L'inizio è stato confortante: il "Trovatore" che ha aperto la stagione magari non ha incantato la critica, però lasciava ben sperare con un incoraggiante 73,5% di occupazione della sala, su dieci recite. L'anno scorso "Tristano e Isotta" (Wagner, mica Verdi...) in nove recite non aveva superato la media del 60,9% di posti occupati.
Purtroppo "Elisir" non ha ripetuto la performance, ripiombando nell'antica penuria di spettatori.
Certo, la strada è ancora lunga: sarebbe prematuro disperarsi per la battuta d'arresto di "Elisir", così com'era prematuro esaltarsi per il buon progresso del "Trovatore". Il Regio vive una crisi molto seria e pericolosa, che non si risolve con qualche entusiasmo da stadio.
Aspettando gli abbonamenti
Lo sforzo promozionale messo in campo in questi mesi dalla sovrintendenza è ammirevole. Il "Black Friday" ha fruttato 2466 biglietti venduti on line nel giro di ventiquattr'ore - a prezzo stracciato, come da regole del "Black Friday": ma comunque venduti. Adesso è partita la promozione di Natale, che offre il 30% di sconto sul secondo biglietto acquistato.
Però il Regio ha perso ventisettemila spettatori in sette anni (dai 181 mila del 2011 ai 154 mila del 2017) e hai voglia di recuperarli a botte di Black Friday e idee-regalo...
In attesa del sospirato "piano industriale" che dovrebbe convincere il ministero ad allargare i cordoni della borsa, per capire se il progetto di Graziosi ha intanto convinto il pubblico torinese dobbiamo aspettare almeno i risultati della campagna abbonamenti. Dal Regio fanno sapere che "stanno preparando un comunicato a riguardo", e lo diffonderanno "al più presto".
La Traviata degli specchi. E della discordia
Intanto, venerdì arriva il terzo titolo del cartellone: "La Traviata", quella detta "degli specchi", nel "leggendario allestimento – Premio Abbiati 1993 – con regia e luci di Henning Brockhaus e scene di Josef Svoboda, proveniente dallo Sferisterio di Macerata e dalla Fondazione Pergolesi-Spontini di Jesi", ci fa sapere l'ufficio stampa del Regio. Per completezza di informazione va aggiunto che quell'allestimento è stato al centro di una disputa fra lo Sferisterio di Macerata e la Fondazione di Jesi, che se ne contendevano i diritti. Adesso, a quanto pare, si sono messi d'accordo: immagino che la "doppia intestazione" sia la conseguenza di un accordo fra le parti.
Inutile ricordarvi che Graziosi è stato amministratore delegato della Fondazione Pergolesi-Spontini dal 2000 al 2017: e in tale veste si è reso attivo protagonista dell'intricata vicenda che non sto a riassumervi: se vi interessa - e in effetti è interessante... - potete leggere quest'articolo comparso all'epoca dei fatti su una testata locale marchigiana. E' anche un articolo spassoso: dentro ci trovate persino la mitica Opera di Astana.
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