E beviamocela... Il sovrintendente William Graziosi accudisce il suo direttore artistico Alessandro Galoppini |
Pacate valutazioni critiche
Qualcosa ho scritto pure io sul Corriere: ma lì ho appuntato la mia attenzione sulla generosa volontà di Chiarabella di trascinare al Regio tutti i torinesi, nessuno escluso, a bearsi di romanze e arie. Quanto al cartellone, non pretendo di saperla lunga: non sono un critico operistico. Da bravo cronista, tuttavia, ho raccolto le opinioni di un po' persone che invece di opera ne sanno, eccome: e quegli espertoni - che conoscono vita morte e miracoli anche dell'ultimo dei coristi del teatro d'opera di Valpisello di Sotto - non mi hanno dato l'impressione di essere estasiati di quanto offre quest'anno il Regio in un programma peraltro già largamente delineato dalla precedente gestione. O forse, non conoscendo il gergo della lirica, sono io che ho male interpretato l'espressione "boiata siderale".
Lei non sa chi sono io
Posso invece confidarvi che lui, il sovrintendente svizzero, non mi ha fatto un'enorme impressione. Voglio dire: se uno diventa sovrintendente del Regio e alla sua prima uscita pubblica esordisce illustrando e magnificando - per quattro interminabili e imbarazzanti minuti - il suo curriculum, beh, proprio non mi sembra una straordinaria alzata di stile. Scusa tanto, Graziosi: ma se davvero sei qualcuno, noi già lo sappiamo visto che bene o male qui c'è gente che di opera lirica si occupa professionalmente; e se non sei nessuno, non è che ci convinci che invece sei il meglio fico del bigonzio raccontandoci le tue imprese nella steppa kazaka.
Però, caro il mio Galoppini, non cominciamo subito a percularci. Risparmiaci i PPC (paramenti preventivi di culo) del tipo "Dobbiamo ancora verificare se la stagione incontrerà i favori del pubblico... Anche in seguito a tutto quello che è stato scritto sui giornali potrebbe esserci un momento di incertezza...".
No, Galoppini mio, non provarci nemmeno. La gente non è idiota, e il pubblico della lirica men che meno: sa leggere e scrivere, e soprattutto sa giudicare meglio di qualsiasi altro pubblico.
Io mi auguro, per il bene del Regio, che corrano in massa ad abbonarsi alla tua stagione. Ma se non correranno, non tentare di buttare la colpa sui giornali cattivoni. Se i torinesi non si abboneranno, vorrà dire una cosa, e una soltanto: che avete messo su una stagione di merda. E non lo diranno i giornali cattivoni. Lo dirà il pubblico.
Paramenti preventivi di culo
Mi è piaciuto di più il direttore artistico home made Galoppini, che ha dato il meglio di sé presentando al colto e all'inclita le opere in cartellone, e gli interpreti, con la consumata abilità di chi la sa lunga, e riesce persino a far passar per fragola una mela. Applausi.Però, caro il mio Galoppini, non cominciamo subito a percularci. Risparmiaci i PPC (paramenti preventivi di culo) del tipo "Dobbiamo ancora verificare se la stagione incontrerà i favori del pubblico... Anche in seguito a tutto quello che è stato scritto sui giornali potrebbe esserci un momento di incertezza...".
No, Galoppini mio, non provarci nemmeno. La gente non è idiota, e il pubblico della lirica men che meno: sa leggere e scrivere, e soprattutto sa giudicare meglio di qualsiasi altro pubblico.
Io mi auguro, per il bene del Regio, che corrano in massa ad abbonarsi alla tua stagione. Ma se non correranno, non tentare di buttare la colpa sui giornali cattivoni. Se i torinesi non si abboneranno, vorrà dire una cosa, e una soltanto: che avete messo su una stagione di merda. E non lo diranno i giornali cattivoni. Lo dirà il pubblico.
Direttore musicale? Meglio no, che poi pretende...
La fotografia perfetta di quello che succede al Regio sta nella risposta del grazioso Graziosi quando gli ho chiesto se intenda nominare un direttore musicale in sostituzione di Noseda: "Quando scegli un direttore musicale devi poter avere un portafogli adeguato per seguire le sue scelte. Questo è un momento di stress per il teatro. Abbiamo interpellato alcuni... (presumo direttori d'orchestra, NdG), ma questo non è il momento giusto per venire a Torino, anche da parte di professionisti. Passiamo questo momento, abbiamo una stagione con grandi direttori, il direttore musicale è una scelta che potremo affrontare fra un po' di tempo".Questa è il testo registrato della risposta. Ed ecco la traduzione dal sovrintendentese al gabese: Mi sono impegnato a recuperare almeno un milione fra maggiori incassi e minori spese. Quindi facciamo le nozze con i fichi secchi, ci risparmiamo uno stipendio e non ci mettiamo in casa una testa calda che poi pretende la luna, e ci tocca pure di dargliela sennò pianta casino come Noseda. Noi eravamo anche disposti a ingaggiare qualche vecchia gloria che ci santificasse 'sto programma con la sua trombonica autorevolezza e senza fare tanto il sofistico: ma non c'era nessuno disposto a mettere la firma su un cartellone da inclusive tour...
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