Passa ai contenuti principali

MA LA PIANTATE DI SPARARE MINCHIATE? PARTE PRIMA: I PALADINI DELLA CULTURA

Il capogruppo della Lega Nord Fabrizio Ricca (a destra) e il suo "spin doctor"
Sherif el Sebaie fianco a fianco durante una seduta della Commissione Cultura 
Mi è successo di nuovo. Da una settimana circa ho limitato i post al minimo sindacale, soltanto qualche "ricevo e volentieri pubblico" per sostenere un'iniziativa meritevole o registrare un'informazione di servizio.
Immagino che non ve ne possa fregar di meno, se scrivo o non scrivo sul blog; ma se per caso qualcuno fosse curioso, beh, la spiegazione è semplice e lineare. Mi hanno rotto il cazzo. Un'altra volta.
Va detto che me lo rompono costantemente. Ma sono io che, alla lunga, non sopporto più lo schifo. E mi passa la voglia di scrivere. Devo disintossicarmi.
Lo spiegavo giusto un anno fa, in un post del 18 febbraio intitolato "Perché non scrivo". Non posso che ricopiare fedelmente ciò che dicevo allora: "Non reggo più il potere da stronzi, la proterva ignoranza, la noncurante stupidità, l'immorale ipocrisia, la volgare superficialità, l'ingiustificata superbia, la neghittosa noncuranza, la cieca avventatezza, le ridicole imprese, le meschine gherminelle, le astuzie bertoldesche, le inadeguatezze tecniche e mentali, le prepotenze tristanzuole, i trucchetti da circo equestre. E non reggo più la gggente, i miracolati del suffragio universale, gli arraffoni voltagabbana, i tribuni della mutua, i falliti rancorosi, i muli parlanti, i tramatori nell'ombra, gli opportunisti con la carogna, le carogne opportuniste, i lei-non-sa-chi-ero-io, i lei-non-sa-chi-sarei-io-se-il-sistema-non-mi-avesse-fregato; i parolai, i mentecatti, i buffoni, i mentitori, i mangiapane a tradimento, i traditori, i saltimbanchi, i servi e i loro padroni. Non reggo più l'umanità dolente che si agita ridicola in questa città che muore. Alla lunga mi hanno stufato. Sono tossici. Ti avvelenano il sangue e l'intelligenza".
Ecco, dopo un po' questo surplus di malaminchiaggine mi manda in tilt. E io mi blocco. Per farmi ripartire, devono combinarne due o tre talmente grosse da ridarmi la carica: una specie di shock treatment, insomma. Sparano una minchiata, poi un'altra, e poi un'altra ancora, e alla fine non resisto più, ed esplodo. Mi ci vuole la classica goccia che fa traboccare il vaso.
E' andata così anche stavolta. In questi ultimi giorni ne ho lette e sentite di ogni, sicché stamattina non mi tengo più. O scrivo, o esplodo.
La prima goccia che ha tracimato dal vaso piccolino della mia sopportazione penso sia stata l'intervista (che potete leggere qui) nella quale l'ex spin doctor dell'Appendino e attuale spin doctor del consigliere leghista Ricca racconta come e perché ha costruito l'immagine di Chiarabella - quando stava all'opposizione - come "paladina della cultura"; e come e perché adesso è passato, con lo stesso obiettivo, a gestire Ricca.
La storia era nota, a Palazzo Civico, seppure finora non dimostrabile con prove documentali. Comunque si intuiva a lume di logica: lo stile "letterario" (vabbé...) nonché i contenuti delle attuali interpellanze di Ricca sono identici a quelli dell'Appendino d'opposizione. Lo avevo più volte sottolineato, definendo l'Appendino d'antan e il Ricca attuale "due attori che recitano, in rappresentazioni diverse, la stessa parte nella stessa commedia".
La faccenda in sé non mi scandalizzava, e continua a non scandalizzarmi. Viviamo in un mondo adulto, e se qualcuno ancora crede che la carriera dei politici e le loro dichiarazioni siano genuine espressioni della loro passione e della loro presunta intelligenza, boh, allora immagino che quel qualcuno creda pure che il bacio di un tizio vestito d'azzurro possa rivegliare una fanciulla dall'incantesimo di una strega malvagia. Ciascuno crede ciò che gli garba, e il mondo è pieno di gabbabili, come testimonia l'imperituro successo del gioco delle tre carte all'angolo delle strade più malfamate.
D'altra parte la figura dello spin doctor non è un'invenzione di oggi: già Machiavelli ambiva al ruolo di "consigliere dei principi". Diciamo che, nei secoli, è soltanto precipitato il livello.
No, non  mi disturba che lorsignori ricorrano ai consiglieri, agli spin doctor: quelli, almeno, sanno leggere e scrivere. D'altra parte, se manco sai chi è l'ex direttore del Museo Egizio e vuoi fare il sindaco di Torino, beh, un aiutino ti serve... E io so essere molto comprensivo verso le altrui necessità. Ciò che davvero non tollero, e mi stressa le palle, è l'ipocrisia dei politici. E ancor più la dabbenaggine di chi ci casca.
Cioé: io sono un sincero democratico. In democrazia ciascuno ha il sacrosanto diritto di scegliersi il suo prossimo problema. Ma poi venire a piangere se ti fottono, beh, questa mi pare davvero troppo grossa. Ci ha creduto, faccia di velluto?
Allora: giusto perché non si venga a dire "ah, ma io non lo sapevo", mi premuro di riportare questa recente dichiarazione di Fabrizio Ricca, che nella sua pagina Fb, dopo aver confermato con orgoglio che l'ex spin doctor di Chiarabella è oggi un suo "stretto collaboratore", afferma: "La cultura a Torino è un bene prezioso, che va difeso e tutelato, come vanno difesi e tutelati i lavoratori del settore culturale".
Segnatevela, questa dichiarazione. Come io mi sono segnato quella della candidata sindaco Chiara Appendino in una memorabile intervista alla Stampa del 15 novembre 2015: "La prima cosa a cui penso è una cultura e un’idea di città aperta a chiunque abbia il talento... aperta al merito e ai talenti, non agli amici degli amici". Dopo più di due anni continua a pensarci, suppongo.
Combinazione, proprio negli stessi giorni in cui la candidata Appendino si impegnava a spendersi per una cultura migliore, il consigliere Fabrizio Ricca mi regalava un significativo saggio del suo bruciante interesse nei confronti della cultura, come potrete constatare leggendo il post del 17 novembre 2015 "Un'opposizione da videogame"
Poi, si sa, le cose cambiano. Cambiano le convenienze, e cambiano gli spin doctor. E' la modernità della politica.
Io, purtroppo, non sono moderno né politico. Sicché non cambio, e non posso che chiudere ripetendo quanto scrivevo nel post "Il ballo dei Senzavergogna" esattamente un anno fa (è come il film "Ricomincio da capo", siamo condannati a un perenne Giorno della Marmotta): "Blaterano di ciò che non sanno per pura convenienza politica, per andare in culo all'avversario o difendere qualche manciata di voti. Ma la smettessero, 'sti senzavergogna. Si occupassero di discariche e buche, che magari fin lì ce la fanno".

Commenti

  1. La sindaca Appendino sta facendo quel che può. È difficile governare avendo contro tutti i poteri forti e i salotti!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Scusi Giorgio, ha provato a leggere la biografia della signora?
      https://it.wikipedia.org/wiki/Chiara_Appendino
      http://espresso.repubblica.it/palazzo/2015/12/07/news/chi-e-chiara-appendino-la-candidata-m5s-per-la-poltrona-di-sindaco-di-torino-1.242272

      PaoloS

      Elimina
  2. Poverina Chiara che viene da una povera famiglia operaia di borgata e che non ha potuto nemmeno studiare...e che adesso difende le periferie e i barboni!

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

SUI COLLI FATALI SORGE IL FESTIVAL ROMANISSIMO

Oggi a Roma c'è stata la conferenza stampa del Torino Film Festival prossimo venturo. Da tempo ormai il Tff ha dismesso la civile consuetudine della doppia conferenza stampa, a Roma e a Torino. E con sto piffero che io mi scapicollo fino a Roma scialando tempo e denaro per assistere all'inutile pantomima. Tanto l'unica novità che rivesta un qualche interesse è l'elenco dei selezionatori scelti da Base: in ordine alfabetico, Davide Abbatescianni, Martina Barone, Ludovico Cantisani, Elvira Del Guercio, Veronica Orciari e Davide Stanzione (alcuni li vedete nelle foto in alto, presa da Fb). Per me sono illustri sconosciuti, ma io sono ignorantissimo. Da un rapido giretto in rete mi è parso di capire che, casualmente e salvo abbagli, sono tutti romani, nativi o stanziali. Altre imprese d'alto profilo al momento mi sono sfuggite: garantisco che appena possibile e con la massima sollecitudine porrò rimedio alle mie lacune. Ma l'unica cosa davvero notevole e divertente

L'UCCELLINO, LA MUCCA E LA VOLPE: UNA FAVOLA DAL FRONTE DEL REGIO

Inverno. Freddo. Un uccellino intirizzito precipita a terra e sta morendo congelato quando una mucca gli scarica addosso una caccona enorme e caldissima; l'uccellino, rianimato dal calore, tutto felice comincia a cinguettare; passa una volpe, sente il cinguettìo, estrae l'uccellino dalla cacca e se lo mangia. (La morale della favola è alla fine del post) C'era una volta al Regio Ora vi narrerò la favola del Regio che dimostra quanta verità sia contenuta in questo elegante aforisma. Un anno fa Chiarabella nomina alla sovrintendenza del Regio William Graziosi, fresco convertito alla causa grillina, imponendolo al Consiglio d'indirizzo e premendo sulle fondazioni bancarie: "Io non vi ho mai chiesto niente - dice ( bugia , ma vabbé) - ma questo ve lo chiedo proprio".  Appena installatosi, Graziosi benefica non soltanto i nuovi collaboratori marchigiani, ma anche i fedelissimi interni. Però attenzione, non è vero che oggi al Regio sono tutti co ntro Graz

L'EGIZIO MILIONARIO DI CHRISTIAN SUPERSTAR, MA CRESCONO ANCHE GLI ALTRI

Siamo al solito consuntivo di fine anno delle presenze nei musei torinesi (a questo link  trovate i dati del 2022). La notiziona riguarda, come da copione, l' Egizio che mette a segno un altro record straordinario. Infatti è il primo museo torinese a superare la soglia psicologica del milione di visitatori: nel 2023 sono stati 1.061.157 ( cifra che comprende anche gli eventi istituzionali e privati) a fronte degli 898.500 del 2022. L'ufficializzazione delle notizia è arrivata nel pomeriggio; e, per un curioso destino, proprio nel preciso istante in cui il superdirettore Christian Greco  ( nella foto, con Alba Parietti conduttrice dello spettacolo ) , chiamato sul palco di piazza Castello  durante il concerto di musica classica dedicato per l'appunto al bicentenario dell'Egizio, riceveva dai seimila e rotti spettatori un'ovazione da autentica popstar. Mai s'era visto - a mia memoria - il direttore di un museo, in questa o in qualsiasi altra città, circondato da