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MA LA PIANTATE DI SPARARE MINCHIATE? PARTE TERZA: SALVIAMO LA FONDAZIONE MUSEI

Assessori a confronto: animata conversazione fra Parigi e Leon
E per concludere in gloria l'odierna Trilogia della Minchiata, rivediamoci il film del "salvataggio" della Fondazione Musei, o quantomeno dei 28 lavoratori in esubero.
Leggo sui giornali che ieri, dopo tante liti e tante beghe, "è stato definito un percorso che permetterà di salvaguardare tutti i posti di lavoro".
Ma percorso de che?

Hanno definito quello che già era definito.

All'origine di tutti i guai: il taglio milionario

Facciamo i conti. Con una premessa, giusto per non dimenticare di che cosa stiamo parlando: il casino alla Fondazione Musei nasce dalla decisione del Comune di toglierle un milione e trecentocinquantamila euro di finanziamento, da un anno all'altro. I vertici della Fondazione già ai primi di aprile avvertono i Comune che quel salasso causerà conseguenze gravi. Lo ripetono incessantemente, per mesi, senza ottenere risposte, finché l'obbligo di chiudere il bilancio entro il 31 dicembre porta all'inevitabile decisione: per tappare la falla nei conti creata dal milione e 350 mila euro perduti, il presidente Cibrario e il direttore Valsecchi (ora dimissionario) annunciano che la Fondazione chiuderà la biblioteca della Gam, restituirà al Comune il Borgo Medievale (che comporta per la Fondazione una spesa di 800 mila euro all'anno) e annullerà il distacco di tre dipendenti al Museo della Resistenza. In totale, la manovra trasforma 28 lavoratori in 28 esuberi.
No, lo ripeto perché il casino, volente o nolente, l'ha creato il Comune con il taglio drastico del finanziamento. Per cui uno si aspetterebbe che sia il Comune a trovare idee e risorse per tutelare, se non altro, i 28 posti di lavoro. Come succede nella vita normale: chi rompe paga e i cocci sono suoi.

Il Comune si riprende i suoi dipendenti

Il clima pre-elettorale rende frizzantina l'aria. A fine dicembre si capisce che la Regione è pronta a intervenire per salvare il salvabile: sicché Chiarabella e Maiunagioia, per non farsi bagnare il naso dalla Parigi, annunciano che il Comune si impegna a non lasciare a spasso nessuno. Detta così, pare che intendano assumere tutti gli esuberi in Municipio o in qualche partecipata. Intanto, però, si limitano a confermare l'assorbimento da parte della Città del personale ex comunale, in tutto sette lavoratori. E sai che sforzo: quei sette sono già dipendenti comunali, erano passati alla Fondazione Musei ma con una "clausola di salvaguardia" che prevede esplicitamente il loro rientro alla base proprio in casi come questo. Quindi, nessun "intervento straordinario" dell'amministrazione civica: bensì il banale rispetto di un obbligo contrattuale. Piuttosto, non è chiaro se i lavoratori interessati siano davvero sette, come potete leggere nel post scriptum in fondo a questo stesso post.

I 350 mila euro della Regione: salvata la biblioteca

La prima azione concreta arriva dalla Regione: il 9 gennaio l'assessore Parigi annuncia lo stanziamento di 350 mila euro "per salvare la biblioteca della Gam". Poiché si tratta di un finanziamento stabile, non una tantum, si deve presumere che verrà confermato anche negli anni a venire. Almeno finché l'assessore sarà la Parigi. Ovvero fino alla primavera del 2019. Intanto, però, la biblioteca non chiude e di conseguenza sono salvi i posti di lavoro di dodici dipendenti. I dodici si aggiungono ai sette che tornano in Comune: quindi, su 28 esuberi ne restano nove da sistemare. E andiamo avanti.

Altri 150 mila: un "dipartimento" e 9 posti di lavoro

Poiché i conti Mascetti banfano ma non succede una benamata, il 24 gennaio la Parigi se ne inventa un'altra: creerà un nuovo dipartimento "dedicato alle attività di coordinamento e supporto al sistema museale regionale". E per realizzarlo stanzia 150 mila euro. In pratica quei soldi consentiranno di pagare gli stipendi ai restanti 9 esuberi che andranno a lavorare nel "nuovo dipartimento", qualsiasi cosa esso sia.
Morale: per stavolta - se come ci si augura i soldi promessi arriveranno davvero, perché al momento non risultano impegni scritti - lo sprofondo è scongiurato. La Fondazione doveva recuperare un milione e trecentocinquantamila euro di taglio. La Regione ne sgancia 350 mila più 150 mila, totale 500 mila; la rinuncia al Borgo Medievale - che pare inevitabile - ne fa risparmiare 800 mila, e insomma, 800 mila più 500 mila fa un milione e trecentomila, il bilancio è salvo senza licenziamenti.
E il Comune? Beh, il Comune si becca i suoi sette dipendenti (o quanti sono: almeno quelli, gli toccano...), si spupazza il Borgo (chissà cosa se ne farà...) ed è bello e contento perché ha l'ennesima conferma di poter combinare la straminchia che vuole, tanto alla fine zia Regione ci mette una pezza. Finché dura, è una goduria.

Del doman non v'è certezza

Ma attenzione: il bel gioco dura poco. Fra un anno e mezzo al governo della Regione ci saranno altri, e non è per nulla detto che siano altrettanto propensi a questo tipo di investimenti. Ammettiamo pure che passi la legge regionale che fissa un plafond minimo agli stanziamenti per la cultura; ma mica sta scritto nella legge che i soldi debbano per forza andare dove andavano prima. Metti che per il 2020 il nuovo governo regionale abbia altre priorità - sono pressoché sicuro che le avrà - e allora ciau bale, e soprattutto ciao ai 350+150 mila euro. E allora saremo daccapo, se il Comune non avrà riportato ai vecchi livelli il finanziamento per la Fondazione Musei: cosa che mi pare altamente improbabile, visto che la Leon non fa che ripetere "abbiamo stabilizzato i contributi alla cultura per i prossimi anni". Tradotto, significa che non scuciranno un centesimo in più. 
Apprendo pure che il gruppo M5S in Comune subordina l'approvazione del nuovo Statuto della Fondazione alla "tutela dei livelli occupazionali". Vasto e ambizioso programma. Purtroppo quelle tutele lì abbiamo visto quanto valgono. L'unico modo per tutelare i livelli occupazionali è tutelare le risorse. #sapevatelo

Ma poi arriva la Superfondazione. E siamo a posto

E qui parte la comica finale: ovvero il ribadito e solenne impegno delle parti a "proseguire il percorso, condiviso tra la Città e la Regione e con gli altri soci, che porterà la Fondazione a diventare Fondazione Torino Piemonte Musei: in tale ente, a fianco dei tre musei della Città di Torino (il Borgo è già dato per disperso, NdG), si aggiungerà il Museo Regionale di Scienze Naturali". 
Capito? Quella lì dovrebbe essere la panacea di tutti i mali. Sempre ammesso e non concesso che alla nuova maggioranza che guiderà la Regione il progetto interessi. Non sarebbe la prima volta che il progetto di una "Superfondazione" svanisce nel nulla al primo cambiar di giunta. 
Ma accettiamo l'ipotesi che il progetto vada in porto prima della fine della legislatura regionale nel 2019, anche se mi permetto di dubitarne fortemente, considerati i tempi biblici per tutto quel che riguarda il Museo di Scienze: qualcuno davvero pensa che mettere insieme la fame con la sete possa garantire agli sventurati musei coinvolti - e ai loro dipendenti - prosperità, benessere e un avvenire radioso?
E vabbé, consoliamoci così. Magari poi vinciamo al Superenalotto, e tutto si aggiusta.

Post scriptum. La rappresentante sindacale: "Troppi punti oscuri, non è ancora finita"

Ricevo in serata, tramite Fb, un contributo della signora Marzia Gatti, rappresentante sindacale dei lavoratori della Fondazione Musei che ha partecipato alla trattativa. E' una testimonianza di cui non si può non tenere conto e che doverosamente pubblico qui a seguire:
Io sono una degli RSU che era presente alla riunione e ci sono un paio di cose che non mi tornano affatto: la prima è proprio la faccenda degli ex comunali e il loro numero... ci hanno detto che erano 5, poi 10, ora lei dice 7...a noi in trattativa hanno detto 4...Ma il bello è che per ora le persone interessate non hanno proprio manifestato tutta questa intenzione di rientrare in Comune.
La seconda faccenduola, non di poco conto, è che non è affatto vero che i 28 rientrano tutti in Fondazione o in Comune, ce ne sono 3, che nessuno conta mai, che sono mandati al confino in qualche partecipata (dove? Come? Con che contratto?) E, come se non bastasse, di tutto ciò non abbiamo ancora nulla di scritto. Intanto la famosa procedura di licenziamento non è ancora stata ritirata, quindi prosegue il conto alla rovescia. Ringraziamo tutti la Regione che si è impegnata a mettere i soldi ma sull'altro versante direi che siamo ancora in alto mare... Per non parlare, come giustamente dice lei, degli anni a venire.
Mi sa che ne vedremo ancora delle belle.

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