Allora: a quanto pare ci siamo. Dopodomani il Comitato di gestione del Circolo dei Lettori deciderà il nome del successore di Maurizia Rebola alla direzione di via Bogino, ruolo che adesso comporta pure una responsabilità cruciale nell'organizzazione del Salone del Libro. Il "fortunato" vincitore - le virgolette sono tutt'altro che casuali - sarà scelto in una short list di cinque finalisti, selezionati fra quanti hanno partecipato al bando ("pubblico e trasparente", ça va sans dire) da apposita (e finora segretissima, in omaggio alla succitata trasparenza) commissione; e riceverà un compenso annuo di 95 mila euro lordi. Stipendio buono, ma non sardanapalesco se parametrato all'impegno 24/24 richiesto dalla funzione.
Anche i nomi dei finalisti in teoria sarebbero secretati, ma è il solito segreto di pulcinella che stavolta non violerò per una banale ragione: sono nomi che ai più direbbero ben poco, non trattandosi di figure pubbliche eminenti, o comunque di personaggi in qualche modo noti al grande pubblico. E direi che più o meno uno vale l'altro. Senza voler togliere niente a nessuno.
Semmai incuriosisce il fatto che non ci sia fra i cinque una figura chiaramente riconducibile (salve recenti conversioni tattiche) al centrodestra che governa la Regione. Regione che, giova ricordarlo, è il socio unico e l'unico finanziatore del Circolo dei Lettori.
Ma, soprattutto, colpisce l'autarchia della selezione: i cinque finalisti sono tutti torinesi. Se ne deduce che la direzione di una realtà come il Circolo (con annesso il Salone Internazionale - dicesi Internazionale - del Libro) non ha suscitato l'interesse di qualificati aspiranti al di fuori della cinta daziaria subalpina. E su ciò ho voluto riflettere a fondo con un articolo intitolato "Il genio della lampada non abita a Torino", pubblicato stamattina sul Corriere e che potete anche leggere a questo link.
Comunque, se per caso vi interessasse una previsione personale sull'esito della tenzone, a mio avviso i candidati con maggori possibilità di successo sono due.
Uno è Alessandro Isaia, 49 anni, attuale direttore della Fondazione Artea di Cuneo, già staffista di Fiorenzo Alfieri all'assessorato alla Cultura, con trascorsi professionali che comprendono la Biennale dei Giovani Artisti, gli eventi culturali dei Giochi 2006, il progetto ContemporaryArtTorinoPiemonte, la Fondazione Musei e infine l'Abbonamento Musei, dove immagino abbia potuto conoscere l'allora responsabile torinese Francesca Leon. Isaia rappresenterebbe una soluzione gradita al Comune: il quale in realtà con il Circolo non c'entra nulla, ma si dà un gran da fare in questa nomina per via dell'affaccio sul Salone. Il pedigrée gestionale del candidato è evidente; quello culturale, non so.
L'altro nome caldo è quello di Elena Loewenthal, 60 anni, scrittrice e traduttrice, collaboratrice de La Stampa e di Tuttolibri, dal 2015 al 2017 addetta culturale presso l'ambasciata italiana in Israele. Candidata nelle liste di +Europa alle ultime elezioni regionali, è risultata la prima dei non eletti: subentrerebbe in Consiglio qualora il Chiampa lasciasse il suo scranno, ma lui da quell'orecchio al momento pare non sentirci molto. Il pedrigrée culturale della candidata è evidente, quello gestionale non so.
Poi magari ne scelgono un altro. Ma non aspettatevi il Fenomeno.
Anche i nomi dei finalisti in teoria sarebbero secretati, ma è il solito segreto di pulcinella che stavolta non violerò per una banale ragione: sono nomi che ai più direbbero ben poco, non trattandosi di figure pubbliche eminenti, o comunque di personaggi in qualche modo noti al grande pubblico. E direi che più o meno uno vale l'altro. Senza voler togliere niente a nessuno.
Semmai incuriosisce il fatto che non ci sia fra i cinque una figura chiaramente riconducibile (salve recenti conversioni tattiche) al centrodestra che governa la Regione. Regione che, giova ricordarlo, è il socio unico e l'unico finanziatore del Circolo dei Lettori.
Ma, soprattutto, colpisce l'autarchia della selezione: i cinque finalisti sono tutti torinesi. Se ne deduce che la direzione di una realtà come il Circolo (con annesso il Salone Internazionale - dicesi Internazionale - del Libro) non ha suscitato l'interesse di qualificati aspiranti al di fuori della cinta daziaria subalpina. E su ciò ho voluto riflettere a fondo con un articolo intitolato "Il genio della lampada non abita a Torino", pubblicato stamattina sul Corriere e che potete anche leggere a questo link.
Comunque, se per caso vi interessasse una previsione personale sull'esito della tenzone, a mio avviso i candidati con maggori possibilità di successo sono due.
Uno è Alessandro Isaia, 49 anni, attuale direttore della Fondazione Artea di Cuneo, già staffista di Fiorenzo Alfieri all'assessorato alla Cultura, con trascorsi professionali che comprendono la Biennale dei Giovani Artisti, gli eventi culturali dei Giochi 2006, il progetto ContemporaryArtTorinoPiemonte, la Fondazione Musei e infine l'Abbonamento Musei, dove immagino abbia potuto conoscere l'allora responsabile torinese Francesca Leon. Isaia rappresenterebbe una soluzione gradita al Comune: il quale in realtà con il Circolo non c'entra nulla, ma si dà un gran da fare in questa nomina per via dell'affaccio sul Salone. Il pedigrée gestionale del candidato è evidente; quello culturale, non so.
L'altro nome caldo è quello di Elena Loewenthal, 60 anni, scrittrice e traduttrice, collaboratrice de La Stampa e di Tuttolibri, dal 2015 al 2017 addetta culturale presso l'ambasciata italiana in Israele. Candidata nelle liste di +Europa alle ultime elezioni regionali, è risultata la prima dei non eletti: subentrerebbe in Consiglio qualora il Chiampa lasciasse il suo scranno, ma lui da quell'orecchio al momento pare non sentirci molto. Il pedrigrée culturale della candidata è evidente, quello gestionale non so.
Poi magari ne scelgono un altro. Ma non aspettatevi il Fenomeno.
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