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OOOPS, I DIT IT AGAIN! IL SALONE INVITA DI NUOVO L'EDITORE "FASCISTA"

Giulio Biino, presidente del Circolo e del Salone, con l'assessore Poggio
Oggi pomeriggio, dopo pranzo, passo al Circolo dei Lettori per prendermi un caffé, e non ti trovo quelli del Salone del Libro al gran completo? C'è Lagioia, c'è Viale, c'è pure il presidente Biino. Mi dicono che c'era pure la neodirettrice Elena Loewenthal, ma è appena andata via: prenderà servizio dal primo febbraio. 
Scambiamo ancora due parole, ma li vedo un po' assenti. "Problemi organizzativi", bofonchia Lagioia. 
Saluto Los Tres Amigos e faccio un salto al Corriere, dove mi raggiunge la notizia Ansa che riproduco qui sotto, e che mi rivela di quale natura fossero i "problemi organizzativi":
"Dopo le polemiche dello scorso anno, sfociate nella sua esclusione, la casa editrice Altaforte ha ricevuto per posta elettronica un invito dal Salone del Libro 2020. La notizia è comparsa sul periodico online 'Il Primato nazionale'. La Fiera, però, afferma che non intende sottoscrivere alcun contratto con la società, e che il messaggio è una comunicazione commerciale automatizzata partita dall'Aie (Associazione italiana editori) verso un database contenente i contatti di tutti coloro che hanno richiesto un codice ISBN negli ultimi due anni: tra questi compare anche la casa editrice SCA2080 srl con sede a Roma, che a quanto pare, risulta collegata al marchio Altaforte.
Nel 2019 l'editore era stato escluso per via dei legami di un suo responsabile, Francesco Polacchi, con Casa Pound. Il 'Primato nazionale' afferma che Polacchi intende onorare l'invito ma anche proseguire la causa civile per danno di immagine".
Tutto qui. Una botta di sfiga. Al limite un errore dettato dalla sciatteria. Ma non riesco a indignarmi. Gli sciatti sono legione, le mailing list non aggiornate ancor di più: figuratevi che, dopo anni che non ci vado, continuo a ricevere mail sul Festival di Sanremo...
Insomma, la questione è grottesca, ma non seria. Non è un Grande Complotto, bensì una Grande Minchiata, che si risolve in una Grande Figura Dimmerda. Però l'Italia è l'Italia, e Torino anche di più, e le minchiate quaggiù in men che non si dica diventano affari di Stato.
Difatti parte la ridda di scuse e controscuse e ma e però e la politica ci bagna il biscotto con voluttuosa urgenza, con il Crociato Padano Ricca pronto a invocare per il Salone un pluralismo che non è mancato, a mio modesto parere e soprattutto a mia vivida memoria (ho visto per anni lo stand di Ar, casa editrice di quel sincero democratico di Franco Freda, e nessuno se lo scagazzava neanche di striscio). 
Alla fine del pomeriggio hot, la povera Poggio a scanso d'equivoci si sente in dovere di annunciare: “Ho chiesto all’Associazione Torino la Città del libro e al Circolo dei Lettori una nota sull’andamento organizzativo del Salone del libro. Con il presidente Cirio incontreremo il sindaco Appendino e l’assessore Leon per parlare dell’evento e quello degli inviti sarà certamente uno dei temi all’ordine del giorno”.
Insomma: i Fantastici Quattro terranno un seminario sulle minchiate. Sarà un seminario interessante: ci partecipano degli autentici luminari in materia.
Le mie piccole considerazioni personali sulla faccenda le potrete invece leggere sul Corriere o a questo link https://torino.corriere.it/cultura/20_gennaio_24/caso-salone-altaforte-perseverare-sciatteria-pericoloso-64e7fae2-3e79-11ea-8542-4d802b9e331b.shtml
Qui intanto, se non ricordate il precedente dell'anno scorso, vi lascio tre link per rinfrescarvi la memoria: https://gabosutorino.blogspot.com/2019/05/salone-no-ai-politici-si-alle-idee.html

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