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LA CULTURA E I NUMERI: MANEGGIARE CON CURA

Assessori alla Cultura: da sinistra Parigi, Leon, Gastaldo
e Ferrino oggi all'incontro ospitato da Film Commission.
Sulle loro teste la scritta "Film Commision" con una sola s.
Sono un ragazzo diligente, quindi stamattina mi sono sucato l'intera presentazione di "La cultura in Piemonte 2016", l'annuale report dell'Osservatorio Culturale del Piemonte sullo stato della cultura nella nostra regione.

Chi sono i consumatori di cultura

Che vi devo dire? Lo studio è meticoloso, i dati sono tanti, ogni voce meriterebbe un approfondimento, ma oggi proprio non mi va. Tante son le cose risapute: ad esempio, non è una novità che quasi il 15 per cento dei piemontesi non apre un libro e non entra in un cinema o in un museo o in un teatro manco a morire; e pure nel restante 85 per cento quelli che si possono definire "consumatori di cultura forti" sono un'esigua minoranza.
Ma questo dato, come tutti i dati statistici, vale poco, preso così com'è. Voglio dire: magari io non mai entro in un cinema, però ho visto tutti i film di Fellini e Bergman sulla pay-tv, o su Netflix: sicché rientro fra i consumatori forti di cultura a maggior diritto di chi al cinema ci va per vedere Checco Zalone. E poi c'è la libera interpretazione: figuratevi che un autorevole quotidiano annuncia con soddisfazione che "solo un piemontese su dieci rifugge libri, teatri musei". Solo. 

Dati i dati, non s'è ancora spiegato niente. L'esempio dei musei

Quindi i dati significano tutto e niente. Leggo alla voce musei una sintesi che mi informa che i musei piemontesi "hanno confermato l’andamento positivo e migliorato i risultati ottenuti nel 2015: con 5,92 milioni d’ingressi si segnala, infatti, un incremento complessivo delle visite dell’8,6% rispetto all’anno precedente. I risultati positivi dipendono dal successo di pubblico registrato dai musei del Sistema Museale di Torino che nel 2016 hanno segnato ben 5,07 milioni di visite (+12,8% sul 2015). Il periodo di maggiore affluenza, anche per il 2016, risulta quello dei mesi primaverili (aprile e maggio in primis) in cui si concentra anche il maggior numero di visite scolastiche nei musei".
Quindi va tutto bene? Sto par di ciffole. Se il Museo Egizio e la Reggia di Venaria e il Museo del Cinema marciano come treni, mentre invece la Gam perde colpi, io non me ne accorgo da quella frase. Devo spulciarmi le tabelle: così ho la conferma che nel 2016 la Gam del "dopo Monet" s'è persa nel giro di un anno il 33,3 per cento dei visitatori. Come dire un terzo. Alla faccia di chi blatera che le grandi mostre non servono un cazzo. E dalle tabelle scopro pure che qualcuno dovrebbe cominciare a domandarsi cosa sta succedendo al Museo della Montagna: tra il 2015 e il 2016 registra una perdita del 20,7 per cento. E' vero che il 2015 è stato l'anno della Sindone, ma insomma, il Museo della Montagna...

Piccole mostre, grandi numeri? Gnagnagna, era uno scherzo!

Ancora sui musei. I criteri della statistica - che non sempre collimano con il buon senso - mi dicono che "Hecho in Cuba", una mostrina sui manifesti del cinema cubano che si è tenuta alla Mole dal febbraio al settembre 2016, è stata la sesta mostra più vista in Italia l'anno scorso. Addirittura più del celebre Monet della Gam, che in questa classifica è solo all'ottavo posto. Quindi "Hecho in Cuba" risulta essere la mostra più visitata in Piemonte nel 2016, seguita a ruota da un'altra mostra del Museo del Cinema, quella sul Neorealismo; la Mole piazza inoltre la mostra su Gust Van Sant all'ottavo posto. Terza è la mostra di Monet, seguita da altre due mostre alla Gam (su Luca Trevisani e sullo Studio65) di cui francamente ignoravo l'esistenza. Guarda caso, queste due e quella, sempre alla Gam, di Luca Pignatelli (in settima posizione) si sono svolte contemporaneamente alla mostra di Monet. I dati numerici chiariscono l'arcano anche a beneficio dei più idioti: a ciascuna delle mostre sopra citate viene attribuito il numero totale di visitatori che sono entrati alla Gam, o al Museo del Cinema, nel periodo in cui essi ospitavano quelle mostre; mostre, si badi bene, visitabili con lo stesso biglietto d'ingresso al rispettivo museo. In altre parole, io dovrei credere che ben 411 mila persone tra il 4 febbraio e il 29 settembre 2016 sono entrate al Museo del Cinema con la precisa ed esclusiva volontà di visitare la mostra dei manifesti cubani. E altri 401 mila visitatori hanno preso d'assalto la Mole tra il 28 maggio 2015 e l'11 gennaio 2016 attratti dalla pregevole esposizione dedicata al cinema Neorealista, come se alla Mole, senza la mostra sul Neorealismo, non ci fosse null'altro da vedere. E via di questo passo, dovrei presumere che 263 mila persone tra il 29 settembre 2015 e il 17 gennaio 2016 si sono messe pazientemente in  coda davanti alla Gam non per vedere le opere di Monet, bensì per ammirare l'imprescindibile mostra "Possibilità" di Luca Trevisani.
Esticazzi.

L'importanza di chiamarsi Madonna

Vi faccio un altro bell'esempio di misunderstanding statistico. Apprendo dal report che nel 2016 gli incassi dei concerti di musica leggera sono scesi, rispetto al 2015, addirittura del 35 per cento: da 26,6 a 17,2 milioni. Ma il report non mi dice che nel 2015 a Torino ci sono stati tre concerti di Madonna e due degli U2. Vogliamo ipotizzare che quei nove milioni di euro che mancano all'appello non sono lontani dagli incassi di cinque eventi di tale portata? Dico: i biglietti per Madonna (tre date al PalaAlpitour) costavano fra i 90 e i 200 euro circa. Il PalaAlpitour tiene 10 mila persone. Gli U2 erano allo stadio, due show con biglietti tra i 75 e i 195 euro. I calcoli li fate voi?
Poi ci sono i dati validissimi, ma fatalmente superati da una realtà che purtroppo non fa che peggiorare: ad esempio, quelli che testimoniano il calo dei contributi pubblici e privati. I dati sono del 2015: temo quindi che la loro utilità oggi sia pari a zero, se non per indicare un tendenza al ribasso che di sicuro non si è invertita. Semmai è sprofondata.
Insomma, se vi interessa leggetevelo, il report: vi linko qui il pdf. Di sicuro è interessante. Ma per carità, chi non è attrezzato per una corretta interpretazione, non lo usi come un'arma impropria a supporto di una qualsiasi tesi sui destini della cultura in Piemonte. 

Lasciate che i piccoli vengano a noi

Vi faccio grazia degli interventi alla successiva tavola rotonda. Più che altro perché la Parigi ha detto le solite cose sulle difficoltà economiche e buracratiche, e la Leon come al solito ha detto che "stanno lavorando" a mille progetti che sicuramente ci garantiranno una cultura molto più partecipata e trasversale e inclusiva eccetera eccetera. Ha pure annunciato che presto (ci stanno lavorando) che verrà costituito in Comune un "tavolo interassessorile sulla creatività". Marco Giusta ha minacciato qualcosa di analogo, qualche giorno fa. Io attendo impavido, benché allarmato. 
L'unica cosa concreta che ho percepito dall'intervento di Francesca Leon è che non è pienamente soddisfatta del rapporto tra le istituzioni culturali torinesi e le scuole: lo vorrebbe più intenso e partecipato e trasversale e inclusivo eccetera eccetera. Io, che credevo di conoscere l'enorme lavoro che le istituzioni culturali torinesi - dal Regio alla Fondazione Sandretto, dallo Stabile a Sottodiciotto e a CinemAmbiente, dal Salone del Libro alla Gam al Castello di Rivoli, e via così fino alle realtà più piccole - fanno in questa città con e nelle scuole d'ogni ordine e grado, beh, io sono rimasto basito. Eppure mi risulta che Francesca, poco tempo fa, su invito del Salone del Libro è persino andata in una scuola a leggere le Fiabe di Calvino. Ma forse Francesca e io viviamo in due città diverse. Resta da appurare chi dei due vive a Vladivostock. 

Gli assessori hanno le idee chiare

Per fortuna hanno poi preso la parola Piero Gastaldo per la Compagnia di San Paolo e Anna Ferrino per la Fondazione Crt. Gastaldo ha parlato di "dati obsoleti", e mi consola scoprire che qualcuno se ne rende conto; e ha sottolineato il "problema di liquidità" che asfissia il sistema culturale, il che tradotto significa ciò che non perdo occasione di ripetere, e cioé che se gli enti locali promettono contributi che poi non pagano o pagano con ritardi abissali, è inevitabile che chi lavora nella cultura sia costretto a pietere prestiti dalle banche, finendo strangolato dagli interessi.
Anna Ferrino ha invece puntato, com'è ovvio, sul progetto delle Ogr come "officina di idee" per attrarre giovani menti creative; e si è pure tolta il gusto di ricordare che alle Ogr, nei soli 15 giorni inaugurali del Big Bang, sono stati coinvolti in attività varie almeno 20 mila bambini. 
Così sono uscito dalla fluviale mattinata un po' rassicurato: abbiamo ancora degli assessori alla Cultura, qui a Torino.

Bonus track: la sintesi del rapporto

Se non volete affrontare il report dell'Osservatorio culturale tutto intero, ne copio qui una sintesi. Va da sé che vale ancor più per una sintesi ciò che ho scritto a proposito del report: ogni dato, per essere compreso appieno, dev'essere contestualizzato e analizzato con cognizione di causa.

PARTECIPAZIONE CULTURALE Nel 2016 il 14,6% dei residenti in Piemonte non ha preso parte ad alcuna attività culturale tra quelle monitorate da Istat: poco più di 1 piemontese su 10 ha infatti dichiarato di non aver visitato musei, mostre, siti archeologici e monumenti, di non essere mai andato al cinema, a teatro o a un concerto e di non aver letto neanche un libro nel corso dell’anno. Osservando i singoli ambiti considerati dall’indagine multiscopo Istat, l’interesse dichiarato dai residenti in Piemonte per le attività culturali monitorate si attesta nel 2016 su valori stabili rispetto all’anno precedente con alcune lievi variazioni. Da un primo sguardo complessivo si nota che: il cinema è l’attività più scelta in Piemonte, 1 residente su 2 ha visto, infatti, almeno un film al cinema nel corso del 2016; i dati sulla partecipazione a mostre/musei e monumenti/siti archeologici, che coinvolgono rispettivamente il 37,9% e il 27,2% dei residenti, sono stabili; la partecipazione in ambito teatrale, che si attesta attorno al 19,5%, aumenta leggermente rispetto al 2015 mentre diminuisce la partecipazione ai concerti di musica classica, che coinvolge poco più del 9% della popolazione, con una perdita di 2,8 punti percentuali rispetto all’anno precedente; meno di 1 piemontese su 2 legge libri o quotidiani, solo il 48,1% della popolazione ha dichiarato di aver letto almeno un libro nei 12 mesi dell’anno e solo il 48,9% di aver letto almeno un quotidiano a settimana. Fonte: ISTAT

IL PUBBLICO DEI MUSEI Nel 2016 i 138 musei e beni culturali del Piemonte rispondenti al monitoraggio di OCP hanno confermato l’andamento positivo e migliorato i risultati ottenuti nel 2015: con 5,92 milioni d’ingressi si segnala, infatti, un incremento complessivo delle visite dell’8,6% rispetto all’anno precedente. I risultati positivi dipendono dal successo di pubblico registrato dai musei del Sistema Museale di Torino che nel 2016 hanno segnato ben 5,07 milioni di visite (+12,8% sul 2015). Il periodo di maggiore affluenza, anche per il 2016, risulta quello dei mesi primaverili (aprile e maggio in primis) in cui si concentra anche il maggior numero di visite scolastiche nei musei. Aumenta l’uso delle tessere di libero accesso: cresce il numero di piemontesi interessati all’abbonamento musei, che con 127.768 abbonamenti venduti (9.768 in più rispetto al 2015) ha generato circa 936 mila ingressi (+24% rispetto al 2015), e cresce l’attenzione verso le Torino+Piemonte Card che con oltre 48 mila tessere vendute (+25% sul 2015) hanno prodotto 208mila ingressi (+32% sul 2015). Anche nel 2016 si conferma il primato di Torino sul territorio nazionale per ciò che riguarda le fiere di arte contemporanea: Artissima e Paratissima compaiono tra le fiere più visitate dell’anno. Fonte: Associazione Abbonamento Musei, Turismo Torino, Giornale dell’Arte

IL PUBBLICO DEL CINEMA Nel 2016 il cinema in Piemonte chiude con un risultato positivo sia in termini di biglietti venduti sia di incassi registrati al botteghino: la programmazione effettuata sui 254 schermi presenti nelle sale cinematografiche dei 54 comuni del territorio regionale, monitorati da OCP su dati Agis-Cinetel, ha generato 48,85 milioni di euro di incassi (segnando un incremento del 2,1% rispetto al 2015) e 7,97 milioni di biglietti venduti (+3,8% sul 2015). Il mese in cui si segnala l’incremento maggiore è gennaio, mese caratterizzato dall’uscita sugli schermi del film “Quo vado?” di Checco Zalone che da solo ha portato al cinema più di 600.000 persone e ha guadagnato 4,6 milioni di euro. Il dato di pubblico in questo caso risulta ancor più forte se si considera che solamente altri 15 titoli, tra quelli proposti durante l’anno, hanno coinvolto più di 100 mila spettatori senza però superare la soglia dei 200mila. Nei primi posti della classifica dei titoli più visti troviamo tre film d’animazione, a testimonianza di come ancora oggi il cinema sia uno dei consumi culturali preferiti e scelti dalle famiglie con bambini. Fonte: Agis-Cinetel

BIBLIOTECHE CIVICHE Nel 2015 si sono registrate 1,7 milioni di presenze nelle biblioteche civiche piemontesi. Di questi, 258.030 sono iscritti al prestito. Le biblioteche piemontesi hanno effettuato nel corso dell’anno 2,2 milioni di prestiti, con una media di 8,6 prestiti per iscritto. Fonte: Regione Piemonte Osservatorio Culturale del Piemonte c/o Fondazione Fitzcarraldo tel. 011 5806027 - mail ocp@fitzcarraldo.it - www.ocp.piemonte.it


SPETTACOLO DAL VIVO Nel 2016 rispetto all’anno precedente torna il segno negativo per lo spettacolo dal vivo in Piemonte: cala il numero di biglietti venduti (-5,1%) e il totale degli incassi (-14%), cresce però l’offerta (+3,2%). A incidere nel risultato negativo sono i dati relativi ai concerti di musica leggera che segnano un -14,9% di pubblico e un -35,5% di incassi. In controtendenza rispetto al 2015, i migliori risultati del 2016 sono stati ottenuti dalle attività teatrali: grazie agli 8.444 spettacoli proposti (6,8% in più rispetto al 2015) si registra un aumento rispetto all’anno precedente sia del numero di biglietti venduti (+3,7%), sia del totale degli incassi (+20,5%). Positivi anche i dati legati ai concerti di musica classica e jazz che, a fronte di un calo generale dell’attività musicale, registrano un lieve incremento nel numero di rappresentazioni, del numero di biglietti venduti e degli incassi. Fonte: SIAE

RISORSE ECONOMICHE PER LA CULTURA Nel 2015 il complesso delle risorse pubbliche e private destinate al comparto culturale in Piemonte ammonta a poco meno di 245 milioni di euro, con una diminuzione del 2% rispetto al 2014. Dal confronto con i tre anni precedenti non si registrano forti cambiamenti nel flusso dei finanziamenti. Quasi la metà delle risorse destinate al settore culturale è rappresentata dalla spesa delle amministrazioni comunali (45%), un quarto dai contributi erogati dalle Fondazioni bancarie (26%), il 17% dal sostegno della Regione Piemonte e poco più dell’11% da quello dello Stato. Un primo riscontro sull’andamento dell’Art Bonus, come strumento di sostegno alla cultura e incentivo al mecenatismo privato, mostra come nel periodo 2015-2017 il Piemonte sia la terza regione in Italia per consistenza delle erogazioni ricevute con 27,4 milioni di euro raccolti. Va evidenziato che questo contributo non è sufficiente a coprire il fabbisogno complessivo degli interventi ma solo il 39% del costo totale previsto, quantificato in 70 milioni di euro. Fonte: MiBACT, Regione Piemonte, Finpiemonte, Amministrazioni Provinciali, Amministrazioni Comunali, Osservatorio Fondazioni, Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, Consulta dell'Alessandrino, Consulta di Fossano, Consulta di Savigliano, Conti Pubblici Territoriali dell’Agenzia per la Coesione Territoriale, http://artbonus.gov.it.

LA PRODUZIONE CULTURALE Nel 2016, stando ai dati di Fondazione Symbola, in Piemonte si contano 21.156 imprese attive nell’ambito della produzione culturale e nell’ambito del patrimonio storico-artistico e delle performing arts. Questo insieme rappresenta il 4,8% delle imprese registrate in Piemonte e ha generato nel 2016 poco più di 5 miliardi di valore aggiunto impiegando quasi 81 mila occupati. Rispetto al 2015 si registra un lieve aumento nel comparto, sia in termini di occupati (+1,5%), sia di valore aggiunto (+1,9%). Guardando agli ambiti di produzione si evidenzia il peso in termini di fatturato della produzione di videogiochi-software e di libri-stampa. 6 imprese su 10 hanno sede nel torinese e a questo nucleo di imprese è riconducibile oltre il 70% del valore aggiunto totale prodotto nel 2016 in Piemonte. Fonte: Unioncamere, Fondazione Symbola.

ANTICIPAZIONI 2017: PUBBLICO DI CINEMA E MUSEI I dati finora disponibili sul cinema in Piemonte nel 2017, riferiti ai primi 9 mesi dell’anno, mostrano segnali negativi se paragonati allo stesso periodo del 2016, sia nel numero di biglietti venduti (-7,7%) sia degli incassi al botteghino (-8,9%). I dati sui Musei e Beni Culturali del Sistema Museale Metropolitano nel 2017, al contrario, mostrano una certa stabilità e hanno registrato nel primo semestre 2,8 milioni di ingressi. Fonte: Agis-Cinetel, Associazione Abbonamento Musei

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