Diventa sempre più improbabile ciò che fino a un paio di settimane fa pareva una verità di fede, accettata e riconosciuta: la messa in liquidazione della Fondazione per il Libro. Dovevano liquidarla, o svuotarla, e affidare l'organizzazione del Salone ad altri: al Circolo dei Lettori o alla Fondazione Cultura. In passato s'è sempre parlato soltanto del Circolo, ma il Circolo è un'emanazione della Regione. Quindi il Comune, adesso, preme per passare le competenze alla Fondazione Cultura, che è cosa sua.
Allarme allarme. Anzi, no
La liquidazione pareva inevitabile perché, ci raccontavano, la Fondazione è oppressa da un passivo clamoroso, frutto di malgoverno, sperperi satrapeschi e colpevoli noncuranze.Hanno provato a raccontarci pure che il marchio del Salone del Libro vale ormai come un alloggetto in semiperiferia.
Questa, però, non gli è girata giusta. Cioé, io posso capire le furbate: ma quando qualcuno ha cominciato a riflettere, quei 160 mila euro di valutazione per il marchio di un Salone che lo scorso maggio ha fatto faville... be', era un po' grossa, lo ammetterete.
Intanto si sono visti i conti, non più i pissi pissi bao bao. E a quanto pare si è scoperto che la situazione economica della Fondazione per il Libro è sì pesante; ma non disperata al punto da vedere come unica via d'uscita la messa in liquidazione. Giravano voci di uno sbilancio di oltre tre milioni di euro. In realtà, saremmo molto al di sotto dei due milioni. Una cifra alta, ok, ma largamente inferiore alle cupe dicerie del recente passato.
Una storia già vista
Sapete? Questa storia l'ho già vista. Ricordate cos'è successo al Museo del Cinema? Quando si trattava di cacciare con disonore Alberto Barbera, filtrarono notizie devastanti su un buco da un milione di euro. Poi, man mano che Barbera spariva all'orizzonte, il drammatico buco cominciò a restringersi. Morale: il bilancio consuntivo 2016 certificò una perdita di 181 mila euro. Su un bilancio totale attorno ai 14 milioni. Bruscolini. Bruscolini peraltro magicamente annichiliti da semplici e logici provvedimenti della neopresidente Laura Milani. Intanto, però, la direzione del Museo si era liberata ed era contendibile. Purtroppo il bando non ha dato il risultato sperato: ma niente paura. Per adesso tutti fermi e tutti zitti, e alla prima occasione riproviamo a piazzare un nostro coboldo.Però, insomma, a me 'ste gabole sembrano sempre più una parodia casareccia del Gatto Silvestro con Titti.
Le tre ipotesi per la Fondazione
Anche stavolta, per il Salone del Libro, il ben oliato meccanismo s'è inceppato. A un certo momento qualcuno si è reso conto che liquidare la Fondazione non sarebbe una passeggiata di salute: ci vorrebbe tempo, tanto tempo. Il liquidatore, una volta nominato, dovrà fare l'inventario dei beni e metterli in vendita, recuperare i crediti, pagare i debiti; e nel frattempo, fare il Salone 2018. Perché in tal caso sarebbe il liquidatore l'incaricato di fare il Salone.Anche l'ipotesi di non liquidare la Fondazione bensì svuotarla affidando ad altri l'organizzazione del Salone non sembra più tanto semplice. Si scatenerebbe una lotta di potere fra la Regione, che punterebbe sull'affidamento al suo Circolo dei Lettori, e il Comune, che vuole passare il Salone alla sua Fondazione Cultura. Lotta all'ultimo sangue per il controllo politico della manifestazione. E nell'attesa che la guerra di potere finisca, il Salone molto probabilmente andrebbe a rotoli.
Resta una terza possibilità: rilanciare la Fondazione pagando i debiti, varando un piano industriale e ricostituendo il fondo di dotazione. Si può fare? Fino a ieri dicevano di no. Ma le cose cambiano.
La Regione cala l'asso: soldi e soci per ripartire
Adesso, viste le carte e i conti reali, la Regione ci ha ripensato. Il Chiampa, si sa, è disposto a ricapitalizzare con un un milione e quattrocentomila euro. E cerca, con la Parigi, il famoso "nuovo socio"; o qualcuno disposto, in qualche maniera, a impegnarsi economicamente. Perché qui sta il punto: se alla prossima Assemblea almeno uno dei soci arriverà sbandierando l'impegno scritto di un nuovo finanziatore, la liquidazione non si potrà più fare.E forse un partner interessato c'è: una grande banca.
Un emendamento anti-liquidazione
Intanto, domani in Consiglio regionale verrà discusso un emendamento dei piddini Daniele Valle e Davide Gariglio che autorizza la giunta a utilizzare il fondo di un milione e quattrocentomila, già stanziato, per rilanciare la Fondazione "qualora si riscontrassero le condizioni per questo nuovo e straordinario impegno, a partire dalla partecipazione di altri soggetti del territorio a questa operazione di messa in sicurezza".Oplà. Chi premeva per la liquidazione adesso è nell'angolo. L'intreccio diventa vieppiù appassionante. Stay tuned.
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