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ECCO I DATI: IL SALONE E' UN BUSINESS, ALTRO CHE MARCHIO DA QUATTROSOLDI

"Mi è semblato di vedele un gatto". Chi è il gattone che vuol papparsi il Salone?
Quando si dice le coincidenze. Ieri vi ho parlato di quelle quattro ricerche statistiche che sembrano dimostrare, dati alla mano, che il Salone è un marchio che vale, e che liquidare la Fondazione per il Libro sarebbe uno splendido harakiri. 
E oggi è la stessa Fondazione per il Libro a diffondere un corposo estratto di quelle ricerche, che peraltro non sono clandestine: se ne era già parlato durante il Salone, e sul sito da tempo si possono leggere i primi dati elaborati dai ricercatori.
Però il comunicato di oggi offre una ricca messe di ulteriori dati: e io non faccio altro che pubblicarlo così come l'ho ricevuto. Leggetelo anche voi, e fatevi un'idea. Per quel che ne capisco, mi pare che - alla luce dei fatti - convenga attribuire un valore corretto al marchio e tentare il rilancio della Fondazione. Se qualcuno si chiama fuori, avrà le sue buone ragioni: ma allora, se non è un furfaldino, abbia il coraggio civile di spiegarle. Parli. Altrimenti diventa lecito il sospetto che qualcuno - qualcuno con titolo e potere, o delega, o incarico: dunque chi, se non tra gli aventi causa nella Fondazione per il Libro? - abbia fatto il furbo. Che abbia cioè indirizzato la perizia secondo i propri interessi di bottega; abbia impartito allo studio incaricato istruzioni dettagliate e tali da portare a una errata sottovalutazione del marchio; abbia zittito testimonianze e taciuto informazioni come quelle che emergono dalle ricerche diffuse oggi. Il tutto con lo scopo di minimizzare il valore del marchio, far saltare di conseguenza i conti della Fondazione così da poterla liquidare, magari spacciandosi ancora per salvatore della patria, e finalmente mettere le mani sul Salone controllandolo direttamente. E' andata davvero così? E chi è il furfaldino? E adesso che ne sappiamo di più, chi remerà ancora contro il tentativo di salvataggio? 
Beh, ho l'impressione che il panorama cominci a delinearsi. Piano piano, come da Marzullo.
Prima o poi sapremo. Mentre aspettiamo i chiarori dell'alba, vi pubblico il comunicato:

Il Salone Internazionale del Libro di Torino si conferma fra i motori del sistema economico e sociale torinese e piemontese, con la capacità di generare forti ricadute in termini di investimenti e di crescita civile. Sono gli indicatori che emergono dalle prime anticipazioni delle quattro ricerche realizzate in occasione della 30a edizione del Salone per offrire una fotografia completa e aggiornata dell’evento e valutarne gli effetti diretti e indotti. 
Spiega il presidente della Fondazione per il Libro Massimo Bray: «Si tratta di quattro studi multidisciplinari volti a fotografare la dimensione economica del Salone, il suo potenziale di attrattiva turistica, il gradimento e sentiment del pubblico e la reputazione del Salone di Torino sui social media. Alcuni di essi sono già completati, per altri è ancora in corso la raccolta ed elaborazione dei dati. Presenteremo i risultati completi una volta terminati i lavori di ricerca e assunte le decisioni dei Soci sulla governance del Salone». 
«Quella progettata e realizzata in occasione del Salone 2017 – illustra il Vice-Presidente della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura Mario Montalcini - è la più ampia e sistematica azione di mappatura statistica mai realizzata attorno alla manifestazione torinese nelle sue molteplici implicazioni. Aggiorna e completa le due ricerche realizzate dalla Camera di Commercio di Torino nel 2009 e nel 2014. Siamo grati a tutti gli uffici studi che le hanno elaborate, e in particolare all’Università di Torino con il rettore Gianmaria Ajani, perché due di esse nascono proprio tra i filoni di attività comune previsti dalla Convenzione stipulata tra la Fondazione e l’Ateneo nel dicembre 2016».
Impatto economico
Nel quadro della convenzione triennale tra la Fondazione e l’Università di Torino coordinata dal professor Germano Paini, un gruppo di lavoro sotto la guida dei professori Giovanna Segre, Piervincenzo Bondonio e Marcello Bogetti ha realizzato una ricerca sull’impatto e la ricaduta economica del Salone 2017. Nei cinque giorni della manifestazione ha somministrato a un campione statistico di visitatori ed espositori 2.100 questionari (roba seria, insomma, NdG). Il gruppo di lavoro dell’Università sta ora procedendo all’elaborazione dell’ultimo, fondamentale step di ricerca, volto a quantificare le spese per la realizzazione del Salone da parte di soggetti organizzatori, espositori, scuole e visitatori professionali, con l’obiettivo di quantificare l’impatto economico generato in termini di ricaduta diretta, indiretta e indotta sul territorio di Torino e del Piemonte. Già ora è possibile però anticipare alcuni dati che offrono indicazioni importanti. 
• Tanti i visitatori fedelissimi (il 38% dei visitatori ha affermato di partecipare al Salone da oltre 7 anni) quanto quelli incuriositi dalla novità: il 24,5% degli intervistati ha dichiarato di essere alla prima edizione, un dato in crescita rispetto al passato. I visitatori intervistati provengono per il 56% dall’area metropolitana di Torino e per il 44% da fuori; nel 32% dei casi da altre regioni. Oltre l’86% di coloro che provengono da fuori area metropolitana di Torino viene in città esclusivamente per visitare il Salone
• Rispetto all’edizione 2013, cresce la quota di visitatori che ha dormito a Torino per più notti: dato confermato anche dalla ricerca di Turismo Torino condotta sul tasso di effettiva occupazione delle camere (vedi più sotto). 
• La spesa media giornaliera dei turisti che pernottano (composta da pernottamento, ristorazione, shopping, servizi turistici e trasporti) cresce del 9,4% rispetto all’edizione 2013. 
• Il Salone 2017 ha attirato da fuori città di Torino il 64,3% dei visitatori e perciò ha aumentato la sua attrattività rispetto all’edizione del 2013, nella quale la quota di persone che arrivava da fuori città era il 54,9%. 
• Pur in presenza di alcune differenze nella metodologia di calcolo, la spesa media in libri stimata per il Salone 2017 è stata di circa 45 euro pro capite a fronte di una media di 30,6 euro calcolata per l’edizione del 2013. Il dato del Salone 2017 torna perciò ai valori che si erano registrati nel 2009. 
• Complessivamente il giro d’affari che scaturisce dalle vendite di libri nel Salone 2017 è - allo stato attuale della ricerca e quindi passibile di lievi aggiustamenti - stimato in un valore pari a oltre 5,7 milioni. Questo dato è molto elevato se paragonato al risultato del Salone 2013, poiché allora fu calcolato non applicandolo al numero dei visitatori unici effettivi ma al numero dei passaggi dichiarati: il dato 2013 andrebbe quindi opportunamente depurato per renderlo metodologicamente comparabile con l’attuale. 
• Infine, un dato forte e promettente è quello che ci dice che il 92% del campione degli oltre 2.100 intervistati ha espresso l’intenzione di tornare per il Salone 2018
Il Salone e il rapporto con il suo pubblico
La seconda indagine riguarda il gradimento del pubblico ed è stata realizzata da Lorenzo Pregliasco per Quorum / YouTrend. Il 78% degli intervistati si è dichiarato «molto soddisfatto» dalla visita al Lingotto. I visitatori assegnano al Salone 8,7 punti su 10 sia per l’allestimento sia per il programma degli eventi, 9 per la qualità del personale, 8,4 per il servizio di biglietteria e prenotazioni online. 
Oltre 7 visitatori su 10 si dicono disposti a effettuare una donazione al Salone per iniziative future e campagne di crowdfunding (su questo non ci farei troppo conto: aspetta che i soldi li debbano cacciare sul serio... NdG)
Altissimo il valore socializzante del Salone: l’8,6% dei visitatori si è detto completamente d’accordo con l’affermazione «Ho voglia di condividere e parlare con gli altri della mia visita al Salone».
Capacità di attrazione turistica 
Turismo Torino e l’Osservatorio Turistico Torino e provincia hanno realizzato a loro volta una ricerca volta a delineare l’attrattività del Salone rispetto al sistema turistico-ricettivo del territorio.
L’edizione 2017 ha confermato la straordinaria capacità di attrazione turistica del Salone valutato come singolo evento: il tasso di occupazione medio delle camere alberghiere nel periodo del Salone si è attestato al 93%
Per ciò che riguarda la tipologia di struttura prenotata, emerge al primo posto l’hotel 3 stelle (33,3%). Quasi un quarto degli intervistati ha scelto una soluzione economica soggiornando presso amici/parenti (20,4%), seguito da appartamento in affitto (Air BnB e similari, 18,5%). Il canale di prenotazione più gettonato è senz’altro Internet, utilizzato dal 60% degli intervistati.

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