Passa ai contenuti principali

ANCH'IO MI OCCUPO DI VIA ASTI. E NON SONO UNA ZECCA

Il cortile dell'ex caserma La Marmora di via Asti, a lungo abbandonata: da stamane se ne occupa un gruppo di cittadini
Lo striscione rivoluzionario sulla facciata dell'ex caserma
Sono appena tornato da via Asti.
Stamattina in via Asti un gruppo di giovani e meno giovani, molti dei quali si riconoscono nell'associazione Terra del Fuoco (sono quelli che organizzano il Treno della Memoria), ha "occupato" l'ex caserma La Marmora, un luogo simbolo della Resistenza, il covo dove i repubblichini e i nazi torturavano e massacravano i prigionieri.

Né zecche né antagonisti

Scrivo "occupato" tra virgolette intanto perché gli "occupanti" non si sentono tali: "Noi non occupiamo, ce ne occupiamo" è il loro slogan.
Il primo crimine perpetrato: ripulire la targa che ricorda i partigiani fucilati
Premetto, per rassicurare i soliti genii che con fin troppa liberalità mantengo nelle cariche pubbliche pagando sempre più controvoglia le tasse, che gli "occupanti" tra virgolette non sono zecche, non sono squatter, non sono antagonisti e nemmeno comunisti. Non trinariciuti, almeno. Io oggi ho trovato nell'ex caserma un solo politico a me noto, il consigliere comunale di Sel Michele Curto, ma si è comportato con civiltà e non ha lanciato proclami. Non ha neppure tentato di intortarmi. Gli altri sono ragazzi e ragazze per bene, signori con i capelli bianchi e pieni di dignità, studenti, facce pulite. Alcuni li conosco personalmente e posso garantire che non li ho mai visti pasteggiare a bambini (beh, per la verità nemmeno Curto...). Semmai, sono nerd. Alla peggio hipsters. Nessuno è perfetto. Ma non sono pericolosi.
Anzi.
Quei ragazzi hanno deciso di fare ciò che gli adulti colpevolmente non fanno. Come potete vedere anche nel video che vi linko qui, tutelano un bene che tutti dovremmo sentire nostro: anche se molti - per ignoranza, per stupidità o per calcolo - fanno del loro meglio per dimenticare, lì dentro la gente è crepata di una brutta morte perché ciascuno di noi potesse essere libero. Libero anche di sparare le cazzate che senza dubbio i soliti genii spareranno su quanto è avvenuto oggi  nell'ex caserma di via Asti. Già leggo titoli con il termine "blitz", prova provata che il giornalismo italiano maneggia (e con fatica) un vocabolario di trecento parole, malcontate.
I pericolosi terroristi progettano azioni devastanti

Immagini sconvolgenti

Ad ogni modo. Adesso devo trapiantare le violacciocche, quindi rimando ad altro momento le considerazioni che sono ampiamente dovute a chi ben so io.
Un maturo punkabbestia con cane d'ordinanza si offre come fiancheggiatore
Nel frattempo vi mostro qualche fotografia che ho scattato oggi. Tanto perché possiate conoscere il posto e i pericolosi sovversivi assetati di sangue che se ne occupano. Mi rendo conto che sono immagini sconvolgenti, che non vorremmo mai trovarci davanti agli occhi. Ma il cronista ha il dovere di documentare anche le realtà più agghiaccianti. E' particolarmente inquietante la fotografia che vedete qui a fianco: uno stagionato punkabbestia (notate il cane al guinzaglio, un feroce pitbull pronto a sbranare eventuali moderati di passaggio) che si unisce ai "non occupanti" offrendosi di potare le piante nel cortile, che ne hanno un gran bisogno.

Che cosa accade adesso

Domani pomeriggio (domenica) alle 17 nell'ex caserma c'è un'assemblea degli "Amici di via Asti" (ovvero, chiunque si senta coinvolto dall'iniziativa); martedì 21 alle 18 il regista Daniele Vicari sarà presente alla proiezione del suo film "Diaz" (facendo i debiti scongiuri...); giovedì 23 alle 17 ci sarà un incontro-assemblea sulla Memoria, e quindi si partirà dall'ex caserma per unirsi alla fiaccolata della Liberazione; poi, dal 24 al 26, nell'ex caserma (che può essere visitata da chiunque voglia) ci saranno tre giorni a porte aperte, con mostre, incontri, spettacoli per raccontare e ricordare ciò che settant'anni fa accadde tra quelle mura.
Propaganda sovversiva: si allestisce una mostra sulla Resistenza
I "non occupanti" intendono restare alla La Marmora almeno fino al Primo Maggio. Poi si vedrà. Faranno assemblee e dibattiti pubblici sul futuro dell'edificio. Ciò che chiedono - da quel che ho potuto capire  - è di dare all'ex caserma una funzione "sociale" almeno finché non si concluderà il macchinoso procedimento della vendita da parte della Cassa Depositi e Prestiti. Procedimento che, con questi chiari di luna, sembra tutt'altro che facile, e men che meno rapido.
Loro, intanto, si sbattono per rimediare alla neghittosità di lorsignori: con scope e olio di gomito rimettono all'onor del mondo un edificio che è in stato di abbandono. Pur essendo stato - e questo è il vero scandalo - ristrutturato più o meno parzialmente nell'arco degli ultimi dieci anni: di sicuro per 2009 per ospitare dei profughi; ma anche (se non mi ingannano le mie stagionate sinapsi: appena ho tempo verifico) nel 2006 per ospitare i volontari delle Olimpiadi e nel 2011 nell'ambito di Italia 150. Interventi - uno, due o tre che siano - costati fior di denaro pubblico: denaro sprecato per l'incuria e l'accidia di chi, terminato il periodo d'uso, ha nuovamente lasciato andare a ramengo lo stabile. Ma di queste, e di altre sconcezze, mi occuperò dopo aver dato degna dimora alle mie violacciocche.





Commenti

Post popolari in questo blog

SUI COLLI FATALI SORGE IL FESTIVAL ROMANISSIMO

Oggi a Roma c'è stata la conferenza stampa del Torino Film Festival prossimo venturo. Da tempo ormai il Tff ha dismesso la civile consuetudine della doppia conferenza stampa, a Roma e a Torino. E con sto piffero che io mi scapicollo fino a Roma scialando tempo e denaro per assistere all'inutile pantomima. Tanto l'unica novità che rivesta un qualche interesse è l'elenco dei selezionatori scelti da Base: in ordine alfabetico, Davide Abbatescianni, Martina Barone, Ludovico Cantisani, Elvira Del Guercio, Veronica Orciari e Davide Stanzione (alcuni li vedete nelle foto in alto, presa da Fb). Per me sono illustri sconosciuti, ma io sono ignorantissimo. Da un rapido giretto in rete mi è parso di capire che, casualmente e salvo abbagli, sono tutti romani, nativi o stanziali. Altre imprese d'alto profilo al momento mi sono sfuggite: garantisco che appena possibile e con la massima sollecitudine porrò rimedio alle mie lacune. Ma l'unica cosa davvero notevole e divertente

L'UCCELLINO, LA MUCCA E LA VOLPE: UNA FAVOLA DAL FRONTE DEL REGIO

Inverno. Freddo. Un uccellino intirizzito precipita a terra e sta morendo congelato quando una mucca gli scarica addosso una caccona enorme e caldissima; l'uccellino, rianimato dal calore, tutto felice comincia a cinguettare; passa una volpe, sente il cinguettìo, estrae l'uccellino dalla cacca e se lo mangia. (La morale della favola è alla fine del post) C'era una volta al Regio Ora vi narrerò la favola del Regio che dimostra quanta verità sia contenuta in questo elegante aforisma. Un anno fa Chiarabella nomina alla sovrintendenza del Regio William Graziosi, fresco convertito alla causa grillina, imponendolo al Consiglio d'indirizzo e premendo sulle fondazioni bancarie: "Io non vi ho mai chiesto niente - dice ( bugia , ma vabbé) - ma questo ve lo chiedo proprio".  Appena installatosi, Graziosi benefica non soltanto i nuovi collaboratori marchigiani, ma anche i fedelissimi interni. Però attenzione, non è vero che oggi al Regio sono tutti co ntro Graz

L'EGIZIO MILIONARIO DI CHRISTIAN SUPERSTAR, MA CRESCONO ANCHE GLI ALTRI

Siamo al solito consuntivo di fine anno delle presenze nei musei torinesi (a questo link  trovate i dati del 2022). La notiziona riguarda, come da copione, l' Egizio che mette a segno un altro record straordinario. Infatti è il primo museo torinese a superare la soglia psicologica del milione di visitatori: nel 2023 sono stati 1.061.157 ( cifra che comprende anche gli eventi istituzionali e privati) a fronte degli 898.500 del 2022. L'ufficializzazione delle notizia è arrivata nel pomeriggio; e, per un curioso destino, proprio nel preciso istante in cui il superdirettore Christian Greco  ( nella foto, con Alba Parietti conduttrice dello spettacolo ) , chiamato sul palco di piazza Castello  durante il concerto di musica classica dedicato per l'appunto al bicentenario dell'Egizio, riceveva dai seimila e rotti spettatori un'ovazione da autentica popstar. Mai s'era visto - a mia memoria - il direttore di un museo, in questa o in qualsiasi altra città, circondato da