Studenti durante la simbolica occopazione della biblioteca |
Sono contento perché lì per lì alcune rodomontate di Patrizia I in versione Maestrina dalla Penna Rossa ("Con più informazione e lungimiranza - e forse con meno ansia mediatica - si comprenderebbe invece il valore...") mi incitavano (per pura ansia mediatica) a risponderle per le rime in maniera che avrebbe forse incrinato il profondo legame amicale che ci tiene avvinti. Prendendomi il mio tempo, ho potuto leggere due intelligenti commenti sul post dove ho pubblicato l'editto, molte osservazioni acute su twitter e Fb, e infine, sul blog degli studenti d'arte, una risposta articolata e piena di dignità, che fa onore a chi l'ha scritta e implica una grave responsablità morale e politica per chi non la prenderà in seria considerazione.
Comune? Ci sei? Beh, se ci sei intervieni
Gli autori di questo testo sanno usare l'italiano con proprietà ed eleganza, e vanno diritti al punto senza giri di parole. Per questo, se non per altro, meriterebbero udienza immediata non solo dal sindaco, ma anche dal presidente della Repubblica. E in ogni caso meritano un confronto sulla tenebrosa vicenda non tanto all'Università, bensì nella sede istituzionale appropriata: si impone quindi un'immediata audizione della presidente Asproni davanti alla quinta Commissione (Cultura) del Comune. Audizione che è loro diritto chiedere. E se non la chiedono gli studenti e i docenti (cosa che gli consiglio caldamente di fare a stretto giro di posta), la chiederò io in qualità di cittadino e soprattutto di contribuente.Fra un po', quando mi sarà passato il giramento, proverò a buttar giù anch'io un paio di pacate osservazioni. Pacate nel limite del possibile, del giusto e del dignitoso. Nel frattempo, leggetevi il pacatissimo comunicato degli studenti.
In piena facoltà, egregia presidente, le scriviamo la presente che speriamo leggerà
Dopo aver letto il breve e non esaustivo scritto della Presidente della Fondazione Torino Musei, pubblicato sul blog di Gabriele Ferraris in data 11 aprile, una volta di più gli studenti di Storia dell’Arte di Torino si sentono costretti a prendere parola.Patrizia Asproni (courtesy Gam Gallery) |
Venerdì 3 aprile, durante un’occupazione pacifica e simbolica di sole tre ore della Biblioteca della GAM, abbiamo inviato a tutti i membri del Consiglio Direttivo della Fondazione Torino Musei un comunicato stampa in cui li invitavamo a fornire in pubblico spiegazioni dettagliate rispetto alla riduzione dell’orario della biblioteca. A una settimana di distanza dalla lettura del comunicato e dopo che nessuno, ripetiamo nessuno, dei sei membri ha risposto, in data venerdì 10 aprile abbiamo provveduto a re-inviare lo stesso comunicato via raccomandata.
Essendo quella della GAM una biblioteca pubblica e considerando che sia le nostre azioni sia le nostre parole hanno sempre dimostrato il grande rispetto che nutriamo per quel luogo – come per il suo intero patrimonio, gestito sì dalla Fondazione ma che di fatto è pubblico! – ci chiediamo come mai si voglia evitare un incontro pubblico che, invece, sarebbe semplicemente e banalmente doveroso.
È stato scritto che si tratta di una soluzione temporanea: abbiate pazienza, ma non ci accontentiamo. Se veramente la struttura “versa in condizioni di rischio” noi chiediamo che venga chiusa affinché nessuno dei frequentatori della biblioteca né dei dipendenti possa essere esposto a qualsivoglia pericolo. Questa motivazione fornita non convince, poiché venerdì e sabato sono stati mantenuti come giorni di apertura, dunque ipoteticamente sicuri. Un’apertura al pubblico in condizione di pericolo sarebbe inaccettabile. Inoltre, se alcuni lavori debbono essere fatti, alcune domande ci sorgono spontanee: quando cominciano tali lavori? Quando finiscono? Quali sono e da dove provengono le risorse stanziate? Non vi paiono queste domande legittime e sensate? E nonostante la Presidente dica di aver fornito risposte, questi, e molti altri dati, ancora ci sfuggono.
Quindi, resta ferma la necessità di un incontro pubblico e per questo invitiamo, nuovamente, tutti i membri del Consiglio Direttivo a un confronto pubblico da tenersi in Università (luogo pubblico e aperto a tutti). Siamo, inoltre, disponibili a concordare data e orario per fare in modo che siano anche a loro favorevoli, purché questo venga fatto in tempi brevi e che ci sia dato un cortese preavviso di sette giorni lavorativi per poter organizzare l’incontro.
Non ci resta che evidenziare la nostra voglia di ascoltare e la nostra disponibilità al dialogo e al confronto purché sia trasparente e sensato. Infine ribadiamo che una mancata risposta da parte vostra sarebbe inopportuna, nonché un segnale politicamente gravissimo.
credo anche che sia importante specificare (informazione ancora a me ignota) dove Patrizia Asproni ha pubblicato questa sua ultima (ma ancora parziale) risposta. in rete è possibile trovarlo solo sul blog Gabo su Torino.
RispondiEliminagrazie
Credo che l'abbia inviata al consigliere Luca Cassiani, presidente della Commissione cultura. Io l'ho trovata appunto sulla pagina Fb di Cassiani.
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