Passa ai contenuti principali

GRIMALDI VS. FASSINO: E QUESTA LA CHIAMI "NUOVA DIRIGENZA"? MA DAI...

La dichiarazione di Fassino sulla "nuova dirigenza"
Il mio amico Marco Grimaldi, consigliere regionale (ed ex consigliere comunale) di Sel, stamattina legge su "Repubblica Torino" un'intervista a Filura, dove tra l'altro il sindaco parla del "ricambio della classe dirigente", e si accorge di non essere per niente d'accordo. Beh, "si accorge" non è l'espressione corretta. Diciamo che ha l'ennesima conferma di non essere d'accordo. Così mi scrive un paio di sue riflessioni sulla faccenda. Riflessioni che trovo interessanti: quindi le pubblico ben volentieri. Sono un utile contributo a un dibattito necessario e non banale. Ecco la lettera:

Caro Gabriele, abbiamo discusso più volte di queste questioni, perciò stamani, quando ho letto questa intervista, mi sei venuto subito in mente. Il ricambio della classe dirigente, dichiara Fassino, sarebbe in corso già dal 2011, grazie al suo personale impegno. Posto che Christian Greco (Museo Egizio) e Sarah Cosulich Canarutto (Artissima) sostituiscono due direttori altrettanto bravi, Eleni Vassilika e Francesco Manacorda, ma in questo caso non si tratta di nomine, bensì di selezioni pubbliche. Se invece parliamo di nomine, secondo Fassino il segno del cambiamento sarebbe da cogliersi in quelle di Lamberto Vallarino Gancia e Patrizia  Asproni. Ma chi? Il non noto figlio della famiglia Gancia  e Presidente del Teatro Stabile? L’esponente della cultura di Confindustria nominata ai Musei Civici? La stessa che propone l’uscita dei Musei dai contratti nazionali di Federcultura? 
Marco Grimaldi (Sel)
Mi verrebbe proprio da dire: Caro Sindaco, è proprio questo il punto: loro sono il cambiamento, in peggio. Da anni chiediamo un salto di qualità nel ricambio della classe dirigente. Come dicevo qualche anno fa al Sindaco Fassino in aula, (era il 2013), "bisogna fare in modo che la Città faccia uno scatto di elaborazione, per mantenere intatto il rapporto con quelle giovani generazioni (non solo studenti torinesi e fuori sede, ma anche giovani creativi, nuove professionalità) che hanno scelto Torino per il proprio progetto di vita e di lavoro, attratti dalle opportunità che la città ha offerto. Dallo scorso mese, per esempio, è finalmente disponibile il lavoro prodotto dalla 'task force' composta da 17 under 45 selezionati sulla base di una chiamata pubblica di Torino Strategica. Leggendo attentamente i risultati del loro lavoro condividiamo, forse per motivi anagrafici e culturali, la richiesta di una 'rivoluzione copernicana' descritta benissimo da Matteo Robiglio: 'Questo gruppo di giovani responsabili e non ribelli, profondamente impegnati e agganciati al territorio, ha manifestato un profondo disagio nei confronti di una società e una città bloccate'. Ci chiedono di essere più europei e di abbandonare, se vogliamo pienamente entrare nella società della conoscenza e delle opportunità, un approccio troppo dirigistico e verticistico. Non siamo davanti né allo 'yes we can' né a un nuovo rigurgito liberista, siamo semplicemente davanti ai figli di una città che è cambiata con loro, ma non li ha ancora resi del tutto protagonisti della sua trasformazione."
Caro
Gabriele, credo che, come avrai colto, questa vicenda ci riguardi e spero ne potremo parlare presto.
Un abbraccio e buone cose, Marco

C'è di meglio e c'è di peggio

Buona idea: cominciamo subito a parlarne. Tra le nomine recenti dell'amministrazione civica alcune le considero valide benché non innovative - penso alla scontata e meritata conferma di Barbera al Museo del Cinema - e altre vieppiù esiziali rispetto a quelle improvvidamente citate da Fassino e contestate da Grimaldi: basta che dica "Salone del Libro" e ci siamo capiti, no?
Poi c'è un bel po' di schizofrenia in campo: tipo nominare il nuovo (e bravo) Campograde alla direzione artistica di MiTo, mentre si procede allo smantellamento di MiTo.
Comunque, sia ben chiaro che a me non me ne frega niente che siano nuovi o vecchi: purché siano bravi. E chi sono i bravi, questo blog lo sa. E lo dice.
Inoltre non scommetterei che i bandi portino sempre alla scelta migliore: diciamo che ultimamente ci è andata bene, ma non sono mancati i papocchi immani.

Le "nuove energie", beato chi le ha viste

Fassino nell'intervista a "Repubblica" accenna pure alle "nuove energie di cui la città è ricca". Sarà forse il caso di mandargli un elenco, poiché non vedo finora "nuove energie" valorizzate. A meno che Filura si riferisca alle "nuove energie" che hanno prodotto il ben noto festival TOdays. In tal caso, dio ci aiuti.

In Regione sintomi di ricambio

Questo per quanto riguarda le nomine del Comune. Devo riconoscere che dalla Regione sono arrivate scelte più interessanti. Cito San Pietro e Cantù a Piemonte dal Vivo, Paola Zini a Venaria, Caterina Corapi a Teatro Ragazzi (finché dura), nonché Maurizia Rebola al Circolo dei Lettori (vabbé che c'era il bando, ma non l'hanno certo estratta a sorte...): pur con diverso profitto, fanno quanto meno intravvedere la volontà di un ricambio generazionale. Ricambio peraltro lestamente contraddetto dalla prospettata nomina di Soave al vertice della futura Fondazione 900. Invece la conferma di Luca Beatrice alla presidenza del Circolo ha avuto il merito rivoluzionario di andare controcorrente rispetto al malcostume dello spoil system.

Commenti

Post popolari in questo blog

L'AFFONDAMENTO DELLA SEYMANDI

William Turner, "Il Naufragio" Cristina Seymandi Tanto tuonò che piovve. Sicché posso abbandonare, almeno per un post, la spiacevole incombenza di monitorare i contraccolpi dell'emergenza virale. La storia è questa. Ieri in Consiglio comunale un'interpellanza generale ( qui il testo ) firmata pure da alcuni esponenti grillini o ex grillini, ha fatto le pulci a Cristina Seymandi, figura emergente del sottogoverno cinquestelle che taluni vedono come ideale continuatrice, a Palazzo Civico, del "potere eccentrico" di Paolo Giordana prima e di Luca Pasquaretta poi . E che, come i predecessori, è riuscita a star sulle palle pure ai suoi, non soltanto a quelli dell'opposizione. L'interpellanza prendeva spunto dell'ultima impresa della Seymandi, la mancata "regata di Carnevale" , ma metteva sotto accusa l'intero rapporto fra costei, Chiarabella e l'assessore Unia, di cui è staffista. Alla fine Chiarabella, nell'angolo, h

LE RIVELAZIONI DI SANGIU: "GRECO NON HA DECIFRATO LA STELE DI ROSETTA". E ADESSO DIREI CHE BASTA

È una storia da dimenticare È una storia da non raccontare È una storia un po' complicata È una storia sbagliata Cominciò con la luna sul posto E finì con un fiume di inchiostro È una storia un poco scontata È una storia sbagliata La ridicola pantomima è finita com'era cominciata, sempre con un tizio che giudica un egittologo senza sapere un cazzo d'egittologia. Il fratello d'Italia laureato in giurisprudenza Maurizio Marrone pontifica che Christian Greco è un egittologo scarso , e - dopo una settimana di silenzi imbarazzant i, strepiti da lavandaie e minchiate alla membro di segugio  blaterate da una scelta schiera di perdigiorno presenzialisti e critici col ciuffo - un altro fratello d'Italia, il giornalista Gennaro Sangiuliano, sancisce che no, Greco è "un apprezzato egittologo" benché - sfigatone! - "non abbia decifrato la stele di Rosetta" (questo è un capolavoro comico, non siete d'accordo?).  Il presidente della Regione Cirio s'a

BASIC BASE

Il nuovo direttore del Tff La  nomina di Giuliobase alla direzione del Torino Film Festival  è ampiamente trattata sul Corriere di Torino di stamattina: c'è un mio modesto commento , ma soprattutto c'è una magistrale intervista al neodirettore, firmata dall'esperto collega Fabrizio Dividi. Vi consiglio di leggervela da cima a fondo (sul cartaceo, o  a questo link ): vale da sola ben più del prezzo del giornale. Ed è talmente bella che mi permetto di estrapolarne alcuni passaggi, che giudico particolarmente significativi. Ecco qui le domande e le risposte che più mi hanno entusiasmato. In neretto le domande, in chiaro le risposte, in corsivo le mie chiose: Emozionato a dover essere «profeta in patria»?  «Ovvio, ma studierò. In questo anno e mezzo studierò e tiferò per Steve Della Casa e per il suo festival, ma sempre stando un passo indietro, con umiltà e discrezione».  Qualcuno lo avverta: l'hanno nominato per l'edizione 2024. Ciò significa che dovrà cominciare a la