La riunione di ieri è
durata tre ore: cominciata alle cinque e mezza del pomeriggio, s'è
conclusa appena in tempo per cena. Erano presenti i “saggi”
(detesto il termine, ma vabbé, per intenderci...) prevedibili e previsti: Ernesto Ferrero, Carlo Ossola, Giorgio Ficara, Massimo
Gramellini, Marco Pautasso. C'era madamin Appendino, che ovviamente –
non avendo l'età - s'è portata dietro il solito chaperon. Poi
c'erano gli assessori Parigi e Leon, un defilato rappresentante del ministero, e lo scrittore Giuseppe Culicchia che fa parte del gruppo di lavoro del Salone.
Ciascuno ha detto la sua. Il clima,
viene riferito, era disteso, ottimista e propositivo. Beati loro.
Noi tireremo diritto
E' prevalsa la linea di non lasciare la
fiera a Milano, nella convinzione che alla fine gli editori staranno tutti (o quasi...) con Torino, eccetto Mondazzoli e Gems. Che insieme valgono circa due
terzi del mercato librario italiano, ma vabbé, è chiaro che da
soli non possono farsi un salone del libro, semmai un salone
Mondazzoli-Gems, che sarebbe un po' limitativo.
Sulla base di questi conti (non so quanto con la partecipazione dell'oste) i torinesi propendono quindi per
mantenere il Salone in forma di salone, anziché reinventarlo come grande festival letterario, il che significherebbe, dicono, darla vinta ai bauscia.
E avere come ospiti gli autori di
Mondazzoli e Gems, dicono, non sarà un problema: se gli editori non ce li mandano, li inviteremo noi, pagandoli direttamente. Fattibile,
benché costoso: lo scrittore non è uno schiavo dell'editore, va
dove gli pare e dove ha convenienza.
La guerra lampo di madamin Appendino
Insomma, ci proviamo. Madamin Appendino
e chaperon dettano la linea: bisogna bruciare Milano sul tempo, e dunque nominare subito il presidente e il direttore, e decidere in
fretta - prima di settembre - il format del Salone 2017. Oggi, martedì, c'è l'assemblea
dei soci fondatori, ormai ridotti a tre: Regione, Comune e Città
Metropolitana. Questi soci fondatori sceglieranno il presidente e subito dopo il
direttore, sentita anche l'opinione del presidente appena nominato.
In parole povere decidono il governatore del Piemonte e il sindaco di Torino con relativi assessori e chaperon. Tremo a ricordare com'è andata l'altra volta.
Cercasi direttore da combattimento
L'intera operazione è coperta dalla massima riservatezza,
manco si trattasse di eleggere il nuovo capo della Spectre, e i
nomi che ieri circolavano sono pure congetture: c'è chi per la direzione
cita Alessandro Baricco, e lo riferisco per dovere di cronaca, anche
se non me lo vedo, il Sandro, nel ruolo di direttore da
combattimento, con l'elmetto in testa nelle trincee della guerra di
logoramento che ci aspetta nei prossimi mesi.
Marco Pautasso sarebbe un direttore
operativo perfetto, ma non sembra intenzionato.
E' logico poi pensare a Culicchia, scrittore affermato che conosce il Salone come le sue tasche, ci ha
lavorato e ha fatto bene. Fin troppo logico, direi, per questa illogica città.
Sì, ecco, soprattutto i "semplici cittadini". Considerata l'apertura mentale, la conoscenza dei fatti, la profondità di pensiero che in tanti quotidianamente sciorinano a mezzo Fb sdottoreggiando sulla qualunque, dal corano alla ricetta del caciucco, sono certo che anche in quest'ora solenne sapranno dare un preziosissimo contributo alla difesa della patria sabauda.
Io su questo piano mi considero però un volontario riformato alla visita di leva: sono anni che gli dico le cose e loro fanno minuziosamente l'esatto contrario. Forse non le dico all'email giusta.
Chiamata alle armi: Aunt Antonella wants you
Ma la sorpresona arriva stamane, a mezzo Fb: mentre il "Comune della trasparenza" opera in curialesco riserbo (in queste ore convulse madamin Appendino si limita a postare news sugli orti urbani), la carta sbarazzina della guerra di popolo, condivisa e "partecipata", se la gioca dalla Regione l'assessore Antonellina Parigi che annuncia dalla sua pagina Facebook un "call alla partecipazione progettuale". Non so perché mi fa pensare alla chiamata alle armi, tipo manifesto "Uncle Sam wants you". Il testo: "Nell’ambito della discussione sul nuovo format che caratterizzerà la prossima edizione del Salone del libro di Torino, è stato creato l’indirizzo email ripensareilfuturo@regione.piemonte.it. Invitiamo addetti ai lavori e semplici cittadini a far pervenire le loro osservazioni e le loro proposte per migliorare, cambiare e rendere più partecipato l’evento principe della cultura torinese, piemontese, nazionale e internazionale".Sì, ecco, soprattutto i "semplici cittadini". Considerata l'apertura mentale, la conoscenza dei fatti, la profondità di pensiero che in tanti quotidianamente sciorinano a mezzo Fb sdottoreggiando sulla qualunque, dal corano alla ricetta del caciucco, sono certo che anche in quest'ora solenne sapranno dare un preziosissimo contributo alla difesa della patria sabauda.
Io su questo piano mi considero però un volontario riformato alla visita di leva: sono anni che gli dico le cose e loro fanno minuziosamente l'esatto contrario. Forse non le dico all'email giusta.
Spezzeremo le reni a Milano?
Ad ogni modo, l'imperativo categorico degli strateghi comunali è spezzare le reni a Milano: il nostro Salone 2017 dovrà avere più visitatori del concorrente meneghino ("almeno uno in più!"), per recuperare subito l'immagine di “Salone dominante”.
Vasto e ambizioso programma.
Avanti Savoia.
L'agognato lebensraum di Torino.
RispondiEliminaGabo, non potrebbe essere lei il direttore da combattimento?
RispondiEliminafausto caffarelli
Ma le pare? Ho già avuto delle brutte malattie, come sfiga ho dato.
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