Una premessa: autossolvendomi con la scusa di essere in villeggiatura, e con l'autorevole avallo dei mio medico, ho preferito ignorare The Children's World, il marchettone da 80 mila euro che il Comune in piena frenesia da Expo ha piazzato dall'1 al 9 agosto imponendone l'organizzazione alla Fondazione Teatro Ragazzi (naturally con la collaborazione dell'irrinunciabile Fondazione per la Cultura).
Ma non si sfugge all'orrore. Così, l'altro ieri, a cose fatte, marchettone concluso e villeggiatura ancora ben in corso, per un accidente del destino e della rete mi capita sott'occhio il logo-immagine guida della manifestazione.
Eccolo:
Posso dire? Una formidabile schifezza, se mi passate l'espressione tecnica, seppur tardiva.
Anzi, una doppia formidabile schifezza. Perché assomma in sé una formidabile schifezza generale e una particolare.
La formidabile schifezza generale è il cerchio.
Spiego.
Forse non ci avevate fatto caso: c'è una "grafica" che accomuna tutte le iniziative culturali torinesi nell'anno dell'Expo. Essì: la capitale del design deve farsi riconoscere nel mondo. Pertanto i Fassin's Boys hanno incaricato un'agenzia (un'agenzia di pubblicità, mi garantiscono: non di viaggi o di recupero crediti) che dopo lunghi e approfonditi studi ha partorito l'ideona del cerchio. Trovata funzionale ed elegante, nonché originale e moderna, entusiasticamente accolta dai raffinati esteti dell'assessorato e della Fondazione per la cultura.
Ma non si sfugge all'orrore. Così, l'altro ieri, a cose fatte, marchettone concluso e villeggiatura ancora ben in corso, per un accidente del destino e della rete mi capita sott'occhio il logo-immagine guida della manifestazione.
Eccolo:
Posso dire? Una formidabile schifezza, se mi passate l'espressione tecnica, seppur tardiva.
Anzi, una doppia formidabile schifezza. Perché assomma in sé una formidabile schifezza generale e una particolare.
La formidabile schifezza generale è il cerchio.
Spiego.
Forse non ci avevate fatto caso: c'è una "grafica" che accomuna tutte le iniziative culturali torinesi nell'anno dell'Expo. Essì: la capitale del design deve farsi riconoscere nel mondo. Pertanto i Fassin's Boys hanno incaricato un'agenzia (un'agenzia di pubblicità, mi garantiscono: non di viaggi o di recupero crediti) che dopo lunghi e approfonditi studi ha partorito l'ideona del cerchio. Trovata funzionale ed elegante, nonché originale e moderna, entusiasticamente accolta dai raffinati esteti dell'assessorato e della Fondazione per la cultura.
Per intenderci fra noi che per fare i cessi non abbiamo studiato da Philippe Starck, si tratta di una via di mezzo fra le copertine dei Gialli Mondadori illustrate - per l'appunto - dall'Uomo del Cerchio Carlo Jacono...
e la sigla finale - "That's all, folks!" - dei Looney Tunes.
Detto fatto. Dentro al cerchio rosso ci sono finiti tutti, ciascuno con la propria immagine: da quella passabile del Jazz Festival...
a quelle imbarazzanti del Classical Music Festival (diomio che nome, ogni volta che mi tocca di scriverlo rabbrividisco)...
... e del recentissimo The Best of Italian Opera, dove l'effetto Giallo Mondadori attinge i vertici del sublime.
Ma adesso arriviamo alla schifezza particolare del Children's World. Per le altre manifestazioni, si è sempre trattato di infilare dentro al cerchio d'ordinanza le immagini (belle o brutte che fossero) volute dall'ente organizzatore. Così, davanti alla sconcertante immagine del Children's World (un disegno di autore a me sconiusciuto, i cui riferimenti artistici stanno nei libri di psicopatologia infantile), mi sono posto la domanda ovvia: quelli della Fondazione Teatro Ragazzi - ripeto, organizzatori della rassegna - si sono bevuti il cervello? Perché su Teatro Ragazzi potete pensarla come volete, ma ha da sempre un'immagine grafica impeccabile. E capirai, negli anni sono passati da Emanuele Luzzati...
... a Marco Cazzato...
Insomma, mica pizza e fichi. E adesso - mi stupivo - questi mi escono con la genialata dei bambini e le bandiere e la mascherina modello oratorio anni 90 (per far capire che di teatro si tratta) e l'orrore della Mole (la Mole!) come tendone da circo, avanzi d'image bank sparpagliati per il foglio con malagrazia naturale; roba che non dico un allievo del primo anno Ied, ma persino uno scolaro normodotato di quinta elementare si rifiuterebbe di firmare, e pure di immaginare.
Qui comincia l'avventura del Gabo che dalla villeggiatura cerca di capire cosa minchia sia successo nella "capitale del design". Fatica immane, perché nessuno vuole parlare. Alla fine, dopo mille stratagemmi - intervallati da alcune conserve e marmellate eccellenti - qualcosa apprendo, e molto deduco: la scelta di quel disegnetto da sbattere nel cerchio sarebbe - dico "sarebbe" - responsabilità non della Fondazione Teatro Ragazzi, bensì della Fondazione per la Cultura, con l'avallo dell'assessorato. Tanto per non fare nomi, ma solo cognomi, i fautori della Premiata Scuola di Disain "Barotto piemontese" si identificherebbero nella segretaria generale della Fondazione Cultura Larotella (coadiuvata, mi dicono, da una "esperta in comunicazione" nonché "head of marketing, promotion & tourism department-City of Turin") e in ultima istanza nell'assessore Braccialarghe.
Sarò lieto di ospitare le smentite dei nostri eroi, o le orgogliose rivendicazioni delle loro scelte artistiche.
Sarò anche felice di ospitare il punto di vista della succitata "head of marketing, promotion & tourism department-City of Turin" (in parole povere un dirigente del Servizio Promozione della Città e Turismo) in merito all'immagine della città che intendiamo promuovere nel mondo: e intanto, animato da spirito civico e ansioso di rendermi utile ai destini progressivi di Torino, pubblico qui a fianco un paio di opere d'arte dalle quali certo l'esperta di comunicazione (nonché head of eccetera eccetera) trarrà nuova e fervida ispirazione. Resta infine da capire se la scelta dell'immagine per il Children's World fosse motivata dal comprensibile desiderio di dare una piccola gioia a un nipotino che all'asilo ha fatto un disegno tanto bello; oppure se derivasse da una più generale insoddisfazione degli uffici comunali per la linea grafica della Fondazione Teatro Ragazzi. In tal caso non sarebbe da escludere un cambio di mano. E' gia pronto e scalpitante il grande Teomondo Scrofalo.
e la sigla finale - "That's all, folks!" - dei Looney Tunes.
Detto fatto. Dentro al cerchio rosso ci sono finiti tutti, ciascuno con la propria immagine: da quella passabile del Jazz Festival...
a quelle imbarazzanti del Classical Music Festival (diomio che nome, ogni volta che mi tocca di scriverlo rabbrividisco)...
... e del recentissimo The Best of Italian Opera, dove l'effetto Giallo Mondadori attinge i vertici del sublime.
Ma adesso arriviamo alla schifezza particolare del Children's World. Per le altre manifestazioni, si è sempre trattato di infilare dentro al cerchio d'ordinanza le immagini (belle o brutte che fossero) volute dall'ente organizzatore. Così, davanti alla sconcertante immagine del Children's World (un disegno di autore a me sconiusciuto, i cui riferimenti artistici stanno nei libri di psicopatologia infantile), mi sono posto la domanda ovvia: quelli della Fondazione Teatro Ragazzi - ripeto, organizzatori della rassegna - si sono bevuti il cervello? Perché su Teatro Ragazzi potete pensarla come volete, ma ha da sempre un'immagine grafica impeccabile. E capirai, negli anni sono passati da Emanuele Luzzati...
... a Marco Cazzato...
Insomma, mica pizza e fichi. E adesso - mi stupivo - questi mi escono con la genialata dei bambini e le bandiere e la mascherina modello oratorio anni 90 (per far capire che di teatro si tratta) e l'orrore della Mole (la Mole!) come tendone da circo, avanzi d'image bank sparpagliati per il foglio con malagrazia naturale; roba che non dico un allievo del primo anno Ied, ma persino uno scolaro normodotato di quinta elementare si rifiuterebbe di firmare, e pure di immaginare.
Qui comincia l'avventura del Gabo che dalla villeggiatura cerca di capire cosa minchia sia successo nella "capitale del design". Fatica immane, perché nessuno vuole parlare. Alla fine, dopo mille stratagemmi - intervallati da alcune conserve e marmellate eccellenti - qualcosa apprendo, e molto deduco: la scelta di quel disegnetto da sbattere nel cerchio sarebbe - dico "sarebbe" - responsabilità non della Fondazione Teatro Ragazzi, bensì della Fondazione per la Cultura, con l'avallo dell'assessorato. Tanto per non fare nomi, ma solo cognomi, i fautori della Premiata Scuola di Disain "Barotto piemontese" si identificherebbero nella segretaria generale della Fondazione Cultura Larotella (coadiuvata, mi dicono, da una "esperta in comunicazione" nonché "head of marketing, promotion & tourism department-City of Turin") e in ultima istanza nell'assessore Braccialarghe.


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